Nelle sante messe di questa sera e di domani saranno letti i seguenti brani:
"[2] Ciò detto, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. [3] Mi disse: "Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi.
[4] Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio.
[5] Ascoltino o non ascoltino - perché sono una genìa di ribelli - sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro. (Ezechiele, capitolo 2, versetti 2-5)",
"[1] Canto delle ascensioni. Di Davide. A te levo i miei occhi,
a te che abiti nei cieli.
[2] Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni;
come gli occhi della schiava,
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
[3] Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
gia troppo ci hanno colmato di scherni,
[4] noi siamo troppo sazi
degli scherni dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi. (Salmo 123 (122))",
"[7] Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.
[8] A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me.
[9] Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
[10] Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. (Corinzi, capitolo 2, versetti 7-10)",
"[1] Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
[2] Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?
[3] Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui.
[4] Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".
[5] E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
[6] E si meravigliava della loro incredulità. (Vangelo secondo Marco, capitolo 1, versetti 1-6)".
I brani sono stati presi dal sito della Santa Sede.
Io non sono di certo Gesù Cristo ma, per esperienza personale, posso confermare che nessun profeta è disprezzato se non in patria.
Paradossalmente, la gente che si conosce da tanto tempo è più ostica di chi non si è conosciuto prima.
Infatti, la gente che si conosce parte già con dei pregiudizi e al di sopra di quelli non va.
Certamente, nel caso di Gesù Cristo, giocò un ruolo importante l'invidia.
La gente del suo villaggio non voleva credergli perché fu invidiosa.
Lui sapeva tante cose e, sicuramente, la gente sapeva che egli sarebbe diventato un grande personaggio.
La cosa le spiacque.
Anche la conoscenza, infatti, può essere causa di invidia.
All'invidia, sicuramente, si unì anche il pregiudizio.
Gesù sperimentò il pregiudizio.
Se Gesù dovette subire questa onta, anche noi siamo costretti a provare altrettanto.
Cordiali saluti.
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