Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo intitolato "Unita nella diversità, le sfide della Chiesa d’Inghilterra: la Regina apre l’undicesimo Sinodo".
L'articolo è di Jacopo Rossi Lucattini.
Ne riporto questo stralcio:
Essenzialmente, come ci ricorda Sua Maestà, cerca di mantenere la barra del timone su una via mediana, come la Chiesa d’Inghilterra ha sempre fatto, tra rinnovamento e continuità, tenendosi lontana da ogni posizione estrema, senza però troncare ogni legame con chi si barrica su posizioni più dure. Il compito sembra oggi particolarmente arduo: ci saranno certamente punti di vista molto distanti su certi temi, ammonisce la Regina – indubitabile, se pensiamo che ci saranno da affrontare argomenti come l’approccio ai cambiamenti climatici e la posizione delle persone omosessuali all’interno della Chiesa. Molte Chiese, anche nella Comunione Anglicana, non hanno retto a tali pressioni, spaccandosi e dividendosi, e la Supreme Governor, pur senza citare tale eventualità, prega chiaramente perché il Sinodo trovi saggezza nel decidere e soprattutto unità nell’esistere".
La storia della Chiesa anglicana mi appassiona.
Tra l'altro, possiedo una copia del Book of Common Prayer, il libro della Chiesa anglicana.
Ora, tale Chiesa è una sorta di compromesso tra cattolicesimo e protestantesimo.
Essa fu fondata nel 1534 da re Enrico VIII Tudor, il quale staccò la Chiesa inglese da Roma, fu riformata in senso protestante sotto re Edoardo VI e fu ristabilita nel 1559 per volere della regina Elisabetta I, dopo la parentesi di restaurazione cattolica della regina Maria I, il cui regno durò dal 1553 al 1558.
Quando si parla di anglicanesimo non si parla di una Chiesa in comunione con un Papa, come la nostra, la Chiesa cattolica.
In realtà, il mondo anglicano è costituito da varie realtà ecclesiali con propri vescovi che sono in comunione con loro.
Infatti, spesso e volentieri, si parla di Comunione anglicana.
In Inghilterra, la Chiesa anglicana è anche la Chiesa di Stato.
La regina Elisabetta II è Supreme Governor della Chiesa ed i vescovi di quest'ultima sono nominati dal Primo Ministro.
Un esponente della famiglia reale non può convertirsi ad un'altra religione, come quella cattolica.
Se lo facesse, perderebbe il diritto al trono.
Certo, in Inghilterra c'è libertà di culto ma la Chiesa anglicana è la Chiesa di Stato.
Ora, la Chiesa anglicana di oggi vive un periodo di crisi.
Per esempio, le Chiese più progressiste vogliono la benedizione delle coppie omosessuali in chiesa e le ordinazioni di donne e di omosessuali e quelle di tendenza più tradizionalista sono contrarie.
Molti fedeli e membri del clero anglicano più conservatore sono passati al cattolicesimo.
Nella Chiesa anglicana vi è anche lo stesso male che vi è nella Chiesa cattolica di oggi.
Vi sono prelati che vogliono fare della Chiesa un'organizzazione filantropica, scordando tutta la parte religiosa.
Purtroppo, il problema nella Chiesa anglicana c'è come c'è in quella cattolica.
Tuttavia, nella Chiesa anglicana la cosa è più evidente, viste le commistioni con la politica.
Gli effetti di ciò si stanno vedendo.
Sebbene sia Chiesa di Stato, la Chiesa d'Inghilterra non è più maggioritaria nella popolazione. Tanta gente ha smesso di andare alle funzioni.
L'11° Sinodo dovrebbe dare una direzione alla Chiesa d'Inghilterra.
La speranza è che la Chiesa d'Inghilterra e la Comunione anglicana possano mantenere il loro ruolo spirituale.
Il rischio è che le divisioni dentro la Chiesa d'Inghilterra si facciano tali da portarla ad una crisi irreversibile.
Se ciò accadesse sarebbe un danno per tutti.
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