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lunedì 19 aprile 2021

Ricordiamo il rabbino Toaff


 Il 19 aprile 2015, ci fu la dipartita del rabbino capo di Roma Elio Toaff.

Nato a Livorno il 30 aprile 1915, si laureò in Giurisprudenza all'Università di Pisa.
Era il 1938, nonostante le vergognose leggi razziali.
Infatti, tali leggi non permettevano agli ebrei di frequentare l'università ed espellevano gli studenti fuori corso ma permettevano a coloro che già frequentavano gli istituti di portare a termine gli studi.
Dopo l'8 settembre, con la recrudescenza della violenza nazista e le prime deportazioni italiane per i lager, Toaff, sua moglie Lia Luperini e il loro figlio Ariel fuggirono in Versilia, scampando all'assassinio in casa per l'aiuto del parroco della vicina chiesa, che lo salvò avvertendolo dell'agguato, facendolo poi fuggire con l'aiuto di famiglie cattoliche e alterando le generalità sui loro documenti, girovagando tra mille insidie
L'anno successivo, egli si laureò al in teologia al collegio rabbinico di Livorno, ottenendo il titolo di rabbino maggiore della città labronica.
Nel 1941, egli fu nominato rabbino capo di Ancona, ove rimase fino 1943.
Dopo la guerra, egli divenne rabbino di Venezia.   
Insegnò lettere ebraiche all'Università Ca' Foscari.
Nel 1951, Toaff divenne rabbino capo di Roma.
Egli ricoprì quella carica fino all'8 ottobre del 2001.
Durante il periodo nel quale fu in carica, il rabbino Toaff diede un forte contributo al dialogo ebraico-cristiano.
Egli scrisse:

"Grazie all'insegnamento e all'esempio di mio padre, io imparai a non avere pregiudizi nei confronti dei sacerdoti cattolici. Nel periodo delle leggi razziali e della guerra... furono proprio i preti, quelli più semplici e modesti, che iniziarono generosamente a dimostrare ai perseguitati la loro solidarietà, con i fatti e non con le parole... Fra loro ci fu padre Benedetto, nobile e generoso cappuccino, che con incrollabile dedizione riuscì a salvare migliaia di ebrei".

Nel 1986, egli accompagnò Sua Santità, Papa Giovanni Paolo II, nella visita al Tempio Maggiore di Roma.
Proprio il rapporto con questo Papa fu di vera e fraterna amicizia.
Lo stesso Papa menzionò il rabbino Toaff nel suo testamento.
Noi abbiamo il dovere di ricordare grandi personaggi come il rabbino Toaff ed il grande Papa polacco, in quanto esempi umanamente positivi per tutti. 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.