Quel rapporto tra scienza e fede...

Io sono sempre dell'idea che la fede e la scienza non siano in contrasto.
La storia ce lo insegna.
Mi viene in mente Papa Silvestro II (al secolo Gerbert d'Aurillac, 940 o 950-12 maggio 1003) il quale praticò l'alchimia.
Mi viene in mente anche Sant'Alberto Magno (1206-15 novembre 1260).
Anch'egli praticò l'alchimia.
Mi vengono in mente i Cavalieri Templari, i quali sdoganarono la distillazione in Europa.
Mi viene in mente Niccolò Stenone (nell'immagine, 1° gennaio 1638-25 novembre 1686) che fu un naturalista e scienziato che scoprì il dotto parotideo.
Mi viene in mente anche Gregor Mendel (22 luglio 1822-6 gennaio 1884), che fu il padre della genetica.
Dunque, fede e scienza sono due cose che possono coesistere.
La scienza spiega le cose di quaggiù.
La fede spiega le cose di Dio e dello spirito.
Certo, l'incidente che ci fu con Galileo Galilei (15 febbraio 1564-8 gennaio 1642) fu un danno soprattutto per la Chiesa, che fu rovinata nella sua immagine.
D'altra parte, si era nel pieno della Guerra dei Trent'anni tra cattolici e protestanti (1618-1648) e questo influì molto anche sull'atteggiamento della Chiesa verso le scoperte scientifiche.
Grazie a grandi personaggi, come San Giovanni Paolo II Papa (18 maggio 1920-2 aprile 2005), i rapporti tra scienza e fede tornarono nel solco della normalità.
Basti pensare alle teorie di Charles Darwin (12 febbraio 1809-19 agosto 1892) che oggi sono ampiamente riconosciute anche dalla Chiesa cattolica ma che all'inizio furono avversate.