Cari amici ed amiche,
oggi è il giorno di San Francesco d'Assisi, il Patrono d'Italia.
Faccio i miei auguri a tutti quelli che si chiamano Francesco e Francesca.
Molta gente considera San Francesco un "pacifista", nel'accezione attuale del termine.
Sul sito "Papalepapale" è comparso un articolo molto interessante da "Il Mastino" che è intitolato "Ma poi, S.Francesco era davvero il Ciccio Bello che dicono?(PARTE 1)".
Dell'articolo suggerisco questo passaggio:
"In una Catechesi all’inizio del 2010, Benedetto XVI mette in guardia da un “san Francesco non di Chiesa”. E infatti, dice testualmente il Papa:
“In realtà, alcuni storici nell’Ottocento e anche nel secolo scorso hanno cercato di creare dietro il Francesco della tradizione, un cosiddetto Francesco storico, così come si cerca di creare dietro il Gesù dei Vangeli, un cosiddetto Gesù storico. Tale Francesco storico non sarebbe stato un uomo di Chiesa, ma un uomo collegato immediatamente solo a Cristo, un uomo che voleva creare un rinnovamento del popolo di Dio, senza forme canoniche e senza gerarchia.”
Dice ancora Benedetto XVI:
“E’ anche vero che non aveva intenzione di creare un nuovo ordine, ma solamente rinnovare il popolo di Dio per il Signore che viene. Ma capì con sofferenza e con dolore che tutto deve avere il suo ordine, che anche il diritto della Chiesa è necessario per dar forma al rinnovamento e così realmente si inserì in modo totale, col cuore, nella comunione della Chiesa, con il Papa e con i Vescovi”.
E’ DAVVERO IL SANTO DELLA SEDIZIONE DISSIMULATA CONTRO IL PAPA? NO, QUELLO ERA VALDO…
Uno dei tanti monumenti dell’800 dedicati nelle città italiane agli eresiarchi, quando la massoneria giunse al potere con i Savoia, invasori d’Italia. Qui Pietro Valdo
Il Papa ci ha confermato ciò che in fondo si sapeva, ma non se ne parlava volentieri: san Francesco non voleva fondare un Ordine religioso, meno ancora tre, e fu invece la Chiesa di quel tempo a ritenere necessario un Ordine.
Il vero ed autentico “Poverello d’Assisi” dimostrò chiaramente, fin da subito, la sua filiale obbedienza al Papa. Lo stesso gesto, alla radice, di quello “spogliarsi” in piazza ha un duplice significato, sia materiale che teologico: egli rinuncia al bene e si spoglia, togliendosi di dosso tutto, perfino le proprie opinioni, anche il grado di parentela umana, per assumere, accettando il mantello del Vescovo, l’adozione a Figlio della Chiesa dove il Papa è il Padre che rappresenta Cristo in terra.
Una spiegazione simile la da anche Caterina da Siena, portandolo come esempio di colui che “rinuncia tutto a se stesso, muore a se stesso”. In una lettera, la Santa scrive: “Affinchè il mondo non gli gonfiasse lo stomaco (nutrisse di superbia), il padre nostro santo Francesco elesse la santa e vera estrema povertà, maggiormente davanti al Dolce Cristo in terra, in obbedienza e carità…”. In queste parole, è chiaro l’insegnamento: san Francesco non fu mai contro il Papa.
Va detto che l’interesse a presentare un Francesco contro il papato, specialmente nell’Ottocento, proviene da ambienti massonici e protestanti, come da questi ambienti pervenne, di fatto, una ricca letteratura, falsa, sulla storia della Chiesa. San Francesco è stato sempre associato, dal mondo protestante e catto-sincretista, a Pietro Valdo(valdesi) il quale era, solo fino a qualche anno prima, all’origine del movimento i “Poveri di Lione”. La sintesi della predicazione è apparentemente (ripeto: apparentemente) identica a quella di Francesco: richiamo ad una fede vissuta nella povertà del Vangelo, la non violenza, il riferimento alla pace, uno stile di vita che porti a rinunciare alle carriere politiche ed ecclesiastiche viste come tali, ossia “carriere”, l’interessamento alla natura che ci circonda, etc.
Una prima differenza con Pietro Valdo fu proprio l’obbedienza al Papa di san Francesco e la sua fedeltà.
In sostanza, l’errore di un certo francescanesimo moderno sta nel fatto di ingnorare che un conto è il messaggio di san Francesco che ragionevolmente valica i confini della Chiesa e s’instaura anche fra gruppi non cattolici, secondo il detto “l’erba del vicino è sempre più verde”, ma ben altra cosa è aver fatto di san Francesco, e spesso proprio dai suoi, una sorta di “giullare” in senso negativo, sobillatore e riformatore contro il Papa e i vescovi del suo tempo.
Francesco, infatti, non sarebbe mai diventato un santo, nè sarebbe rimasto dentro la Chiesa se, in quel paragonarlo a Pietro Valdo, si facesse della povertà che rincorreva lo scopo della sua predicazione, il fine ultimo come invece intendeva Valdo… o peggio i catari-albigesi. Al contrario, Francesco usava la virtù della povertà evangelica quale mezzo, e non come scopo, nè fine, per rivitalizzare la Chiesa, ponendosi sotto la guida del Papa, aiutandolo a combattere la grave crisi di corruzione penetrata anche nel basso clero, e tutto questo, a differenza di Valdo, senza mai mettere in discussione il Magistero dottrinale del Pontefice, men che meno il magistero dottrinale del suo vescovo.
Valdo in un primo tempo accettò l’obbedienza al Papa, salvo ritirarla dopo. San Francesco, invece, rimase fedele prima e dopo, e principalmente a riguardo della Dottrina, lasciandosi consigliare e correggere dal Papa e dal vescovo.
Non a caso così ha ricordato, Benedetto XVI, ai Figli di san Francesco nell’aprile 2009 in occasione dell’udienza concessa per gli 800 anni dall’approvazione della regola dei Frati Minori:
“Viene spontanea qui una riflessione: Francesco avrebbe potuto anche non venire dal Papa.
Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in quell’epoca e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione o, per lo meno, non cercavano la sua approvazione.
Sicuramente un atteggiamento polemico verso la Gerarchia avrebbe procurato a Francesco non pochi seguaci”.
Invece egli pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo “noi” che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del grande “noi” della Chiesa una e universale. E il Papa lo riconobbe e l’apprezzò.
Anche il Papa, infatti, da parte sua, avrebbe potuto non approvare il progetto di vita di Francesco.
Anzi, possiamo ben immaginare che, tra i collaboratori di Innocenzo III, qualcuno lo abbia consigliato in tal senso, magari proprio temendo che quel gruppetto di frati assomigliasse ad altre aggregazioni ereticali e pauperiste del tempo.
Invece, il Romano Pontefice, ben informato dal vescovo di Assisi e dal cardinale Giovanni di San Paolo, seppe discernere l’iniziativa dello Spirito Santo e accolse, benedisse ed incoraggiò la nascente comunità dei frati minori.”
Nulla a che vedere pertanto con il Francesco modernista o protestante, o peggio, sobillatore contro il Papa! Resta famoso l’episodio di san Francesco che, dopo una predica in un villaggio, si vede portare davanti un sacerdote macchiato dai peccati, del quale il popolo furioso vuol fare giustizia (non dimentichiamo che siamo nel mezzo dell’eresia catara-albigese, dei cosiddetti “puri”). Il prete, inginocchiato davanti a Francesco, attende la dura condanna, sa di essersi macchiato di gravi colpe e attende il verdetto, ma Francesco prende quelle mani e le bacia. Davanti agli sguardi attoniti degli ignoranti contadini o dei saggi del villaggio, il “poverello d’Assisi” spiega come quelle mani, seppur insudiciate dal peccato, sono le stesse che compiono il Prodigio nella Messa, e di quante volte queste avessero tenuto fra le mani Gesù-Ostia-Santa. Nel dirlo, Francesco si commuove e il sacerdote e gli abitanti del villaggio si convertono.".
San Francesco fu sì un uomo di pace ma fu anche un difensore della fede cattolica e non accettò nessun compromesso né con gli eretici (come i catari) né con i musulmani.
San Francesco non ha mai assunto posizioni contro il Papa.
San Francesco volle stare nella Chiesa ed operò sempre in essa.
Egli difese la sua tradizione dogmatica e la sue regole.
Semmai, la mise in guardia dai vizi di certi suoi uomini.
Egli non era un sognatore ma era uno che guardava il Cielo ma aveva i piedi per terra.
Non era un hippy del Medio Evo.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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