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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 9 ottobre 2014

Le elezioni in Uruguay e le posizioni delle Chiese

I tre massimi candidati alle elezioni presidenziali, foto di "Italia Uruguay"

Cari amici ed amiche,

il 26 di questo mese ci saranno le elezioni presidenziali in Uruguay.
Ora, due parole a riguardo le voglio dire.
Questa mattina mi era capitato davanti agli occhi la rivista "Jesus" che parlava di questo evento.
I due principale contendenti saranno Tabaré Vazquez (Frente Amplio, sinistra) e Luis Lacalle Pou (Partido Nacional, centrodestra).
Personalmente, manco a dirlo, io sostengo Lacalle, il quale nel ballottaggio potrebbe avere l'apporto del Partido Colorado del candidato Pedro Bordaberry.
Esso parlava anche delle varie posizioni delle Chiese cristiane presenti nel Paese, la Chiesa cattolica, quelle evangeliche e la Chiesa anglicana.
Tra le varie cose su cui le Chiese sono d'accordo vi è il dovere combattere le diseguaglianze sociali.
Ora, io penso che il miglior modo per combattere le diseguaglianze sociali non sia la strada intrapresa dai due presidenti di Frente Amplio che si sono succeduti (Vazquez dal 2005 al 2010 e Mujica dal 2010 al 2014), una via marxista.
Per combattere le diseguaglianze serve l'esatto contrario.
Serve un'economia più libera e in cui l'impresa privata sia protagonista.
Quindi, servono anche una riduzione della burocrazia, che costa tanto allo Stato e che molto spesso blocca le imprese, ed un taglio delle tasse.
A tale proposito, vi invito a consultare questo sito "Fundadores".
Ringrazio la mia amica e collaboratrice Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno, che vive proprio in Uruguay e che quindi conosce meglio di me le situazioni di quel Paese.
Quanto riportato da quel sito può dare un'idea riguardo all'impresa.
Inoltre, si debbono fare le infrastrutture e si deve implementare ogni nozione inerente alla tecnologia.
Lo sviluppo passa attraverso le infrastrutture (che creano indotti e posti di lavoro) e la tecnologia.
Serve anche una politica energetica che faccia sì che il Paese non dipenda dagli altri.
Una situazione del genere creerebbe un circolo virtuoso che farebbe sì che la gente lavorasse di più.
Più gente che lavora c'è più il Paese è competitivo e meno poveri ci sono.
Se i poveri sono di meno si possono aiutare più facilmente.
A tale proposito, va tenuta sotto controllo anche l'immigrazione clandestina.
In poche parole, in Uruguay si dovrebbe fare quello che non è stato fatto qui in Italia, ove le infrastrutture non si riescono a fare (quanto sta accadendo a qui nella zona di Mantova è un esempio), non c'è stata una politica energetica (mancanza causata anche da scellerati referendum che hanno impedito, per esempio, di implementare un piano per l'energia nucleare) che ci avrebbe resi meno dipendenti da altri Paesi (come la Francia) da cui importiamo l'energia elettrica, in cui l'immigrazione clandestina è fuori controllo e in cui aziende e famiglie sono vessate da tasse altissime e burocrazia eccessiva.
Però, le Chiese in Uruguay dovrebbero cercare di portare all'attenzione anche quei temi etici che gli ultimi governi hanno calpestato.
Basti pensare alla liberalizzazione dell'aborto, alla legalizzazione dei matrimoni gay e alla liberalizzazione delle droghe leggere.
L'Uruguay cambi direzione.
Cordiali saluti.





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Destre unite per cambiare l'Europa, il progetto riuscirà?

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.