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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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domenica 5 ottobre 2014

Il martirio dei Papi

Cari amici ed amiche,

l'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha portato all'attenzione un articolo del sito "Catholic Say" che è intitolato "Top 8 Popes Who Died Violently".
Ringrazio Angelo.
Qui in Italia si suole dire a chi sta bene economicamente: "Stai proprio come un Papa".
In realtà, nella sua storia, il pontificato ebbe anche casi di martirio.
L'articolo riporta otto esempi di Papi martiri (primo tra tutti San Pietro) ma anche oggi il pontificato rappresenta una croce.
Ancora oggi è così.
Il Papa è spesso un uomo solo di fronte al mondo.
Il caso di quello che accadde dopo il discorso fatto a Ratisbona, la famosa "Lectio Magistralis" da Papa Benedetto XVI il 12 settembre 2006.
Le frase "incriminate" furono:

"Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore (Manuele II Paleologo) tocca il tema della jihād, della guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: "Nessuna costrizione nelle cose di fede". È probabilmente una delle sure del periodo iniziale, dice una parte degli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il "Libro" e gli "increduli", egli, in modo sorprendentemente brusco, brusco al punto da essere per noi inaccettabile, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte…"".

Subito,  dai Paesi islamici provennero minacce ed insulti contro il Papa e ci fu un vergognoso silenzio anche anche da parte di chi si professava cattolico.
Il Papa ebbe un atteggiamento dignitoso.
Anche San Giovanni Paolo II fu attaccato.
Basti pensare a chi lo ritenne connivente con il regime cileno di Augusto Pinochet, per il semplice fatto di essersi presentato alla folla su un balcone con quest'ultimo nel 1987.
Lo stesso discorso vale anche per Papa Francesco.
Il pontificato è una croce.
Noi cattolici dobbiamo essere vicini al Papa.
Cordiali saluti.





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Ringrazio un caro amico di questa foto.