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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 2 ottobre 2014

Droga, due parole

Cari amici ed amiche,

durante una puntata della trasmissione televisiva "La Gabbia" (una trasmissione televisiva condotta da Gianluigi Paragone su "La 7") il direttore del nota rivista online (vicina a Comunione e Liberazione) "Tempi.it"  Luigi Amicone ha detto delle cose che mi hanno colpito.
Amicone ha detto queste parole: "Io preferisco che la mafia si arricchisca con la droga piuttosto che lo Stato si metta a spacciarla".
Io sono stato molto colpito da queste parole.
Ovviamente, Amicone non ha inneggiato alla mafia.
Però, io mi ritrovo nel senso vero di questa provocazione.
Io penso che coloro che vogliono la liberalizzazione delle droghe leggere non si rendano conto del danno che potrebbero fare, se lo Stato facesse una cosa del genere.
Che sia leggera (come la marijuana) o pesante (come l'eroina) la droga è sempre droga.
La droga crea dipendenza e rovina le vite delle persone.
Pensate ai ragazzi che rubano o alle ragazze che si prostituiscono per avere i soldi con cui comprarsi la droga.
Inoltre, lo Stato deve condannare e debellare la mafia e non imitarla!
Quindi, la liberalizzazione delle droghe è una sconfitta per lo Stato.
Ci sarebbe lo spaccio di Stato.
Ai genitori, voglio dire che debbono stare attenti ai propri figliuoli.
Se notano in loro comportamenti strani incomincino ad interessarsi.
Un mio amico (che ha conosciuto certi giri) mi ha dato un'informazione importante.
In certe zone (come le piazzole di sosta delle autostrade o certe vie delle città) compare la scritta che recita "Dio c'è".
Questa scritta non ha nulla di religioso.
Infatti, nel gergo dei drogati, "Dio" è lo spacciatore.
Se vicino alla scritta vi è raffigurato un pulcino con la scritta che recita: "Sbirri-bi" significa che "Dio" (lo spacciatore) deve andarsene perché c'è "Madama", la polizia.
Chi vede cose simili deve segnalare la cosa alle autorità competenti.
Cordiali saluti.




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