Questa è la nota di Niram Ferretti che ho trovato su Facebook:
"Tra i massimi esperti dell'intreccio esiziale tra islamismo e antisemitismo, nel suo testo seminale, "Il jihad contro gli ebrei: islamismo, nazismo e le radici dell'11 settembre", Matthias Küntzel, a proposito di Israele scrive "Il risultato della battaglia per la tutela della sua esistenza determinerà il futuro del mondo". Niente di più, niente di meno.
Ed è questo che è essenziale da capire, la questione di Israele è la questione politica centrale, quella più rilevante per le enormi implicazioni di cui è stratificata.I nemici di Israele sono infatti gli eredi di coloro i quali durante il nazifascismo operavano per la distruzione del popolo ebraico. Sono i loro eredi, consapevoli o inconsapevoli che siano, in buona o cattiva fede. Avere trasformato il terrorismo islamico in una giusta reazione contro Israele, a sua volta trasformata in una entità diabolica e perversa, è la maggiore vittoria postuma di Adolf Hitler. Il nazismo è morto per sempre nelle macerie del bunker di Berlino il 30 aprile del 1945, ma non è morta la sua pestilenziale convinzione ideologica che gli ebrei, in qualsiasi forma, siano da considerarsi i nemici dell'umanità.
Questa convinzione ideologica è stata ereditata dal radicalismo islamico a partire dalla fine degli anni Venti, con l'ingresso sulla scena dei Fratelli Musulmani, l'organizzazione che più di ogni altra nella storia contemporanea ha fomentato l'antisemitismo eliminazionista di matrice hitleriana. Attenzione, essa ha trovato un terreno fertile nel mondo musulmano grazie all'estrema negatività con cui vengono presentati gli ebrei alla luce del Corano.
Israele è, da settant'uno anni al centro di reiterati tentativi di annichilimento, tutti falliti, ma non per questo sopiti. Oggi, l'onda nera dell'antisemitismo che ha ripreso a manifestarsi anche in Occidente con maggiore frequenza di un tempo, è quella che si infrange costantemente contro lo Stato degli ebrei, l'unico al mondo a cui viene negata la legittimità della sua esistenza. Nemmeno Hitler arrivò a dire che uno Stato non aveva diritto di esistere in quanto Stato, per il fatto stesso che esistesse. Riservò questo privilegio agli ebrei, esattamente come, oggi, gli odiatori di Israele lo riservano allo Stato degli ebrei.
Per Melanie Philiips, "L'inquieta questione di Israele si trova all'epicentro del ripudio della ragione da parte dell'Occidente". Ed è esattamente questo il punto. Il ripudio della ragione in nome di una adesione fanatica e furente per la barbarie, mascherata da "diritti umani" calpestati, da "resistenza", esattamente così come, il nazismo e il comunismo si presentavano sotto la veste ingannevole del Bene. Il primo esaltando la forza bruta come igiene, il secondo prospettando una società emancipata dallo sfruttamento.
Oggi i nemici di Israele in Occidente, di estrema sinistra o di estrema destra, con una cospicua zona intermedia costituità dalla sinistra "colta" e moderata, guardano, i primi, con manifesta ammirazione nei confronti di tiranni musulmani come Assad e Khamenei, presunti baluardi contro il globalismo "giudeoamericano", gli altri ai palestinesi trasformati in umiliati e offesi. Categoria che trova ampio consenso anche tra neofascisti e radicali di sinistra (rossobruni). Non distraiamoci un secondo. Israele è il nemico, perché il nemico è non solo l'ebreo (e ci sono odiatori di Israele che non sono antisemiti in senso stretto), ma è l'Occidente,sono la libertà, il pluralismo, la democrazia, il libero mercato, il consumismo. Tutto ciò è da distruggere, da rimpiazzare. Con cosa? Non lo dicono. Ma c'è un modello forte e persuasivo, lo Stato islamico, l'omogeneità totalitaria che Hamas invoca nel suo Statuto.
Omogeneità totalitaria. Sì, non distraiamoci un secondo".
In questa nota, ci sono molte verità.
L'Islam è intimamente ostile ai valori dell'Occidente cristiano e liberale.
Anche il nazismo (come il comunismo) sono ostili a codesti valori.
Dunque, l'Islam si intrecciò al nazismo per questo.
L'antisemitismo fece parte di ciò.
L'ebreo è visto come il fautore del capitalismo e del liberalismo, e quindi come un nemico, poiché l'Islam ed il nazismo vedevano l'uno e l'altro disprezzavano queste politiche.
Dunque, non c'è da sorprendersi se oggi i neofascisti sostengono la Palestina contro lo Stato di Israele.
Lo stesso dicasi per i comunisti, i quali attaccano Israele per lo stesso motivo.
Da questa convergenza nasce il rossobrunismo.
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