Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha segnalato codesto post scritto su Facebook da Magdi Cristiano Allam:
"In Italia è stato legalizzato e sarà prescritto gratuitamente il farmaco che blocca la pubertà nei bambini per consentire loro di scegliere se diventare maschio o femmina da adolescenti. È il nuovo strumento per sterilizzare la nostra popolazione che ha già tra i più bassi tassi di natalità al mondo. Il Governo intervenga subito per salvaguardare i nostri figli e il futuro della nostra civiltà
Cari amici, in Italia è stato legalizzato e verrà prescritto gratuitamente il cosiddetto “farmaco gender”, un medicinale in grado di bloccare lo sviluppo della pubertà nei bambini che non si sentono a loro agio con il proprio sesso, per consentire loro di scegliere se diventare maschio o femmina quando diventeranno adolescenti.
Con Determina del 25 febbraio 2019 - pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 2 marzo - il dirigente dell’area pre-autorizzazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha inserito la molecola triptorelina fra i medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale. La molecola TRP potrà essere somministrata, sotto stretto controllo medico, ad adolescenti affetti da Disforia di Genere (DG), allo scopo di procurare loro un blocco temporaneo (fino a un massimo di qualche anno) dello sviluppo puberale, con l’ipotesi che ciò “alleggerisca” in qualche modo il “percorso di definizione della loro identità di genere”.
La triptorelina è un potente farmaco antitumorale che ha tra i suoi effetti collaterali quello di sospendere la pubertà. L’Agenzia del Farmaco si dice convinta che l’antitumorale si possa utilizzare senza problemi «considerati l’efficacia di triptorelina nel sospendere la pubertà e il profilo di sicurezza del trattamento, il beneficio evidenziato nei diversi aspetti della condizione clinica, e l’assenza di alternative terapeutiche più efficaci e/o sicure». E ha stabilito che la triptorelina potrà essere prescritta «a totale carico del Servizio sanitario nazionale».
Luciano Moia sul quotidiano “Avvenire”, organo della Conferenza Episcopale Italiana, scrive: “Sull’uso della triptorelina i dubbi esistono eccome. A cominciare dai motivi che consiglierebbero di sospendere lo sviluppo della pubertà a un adolescente in presenza di diagnosi di disforia di genere. Opportuno ricordare che il blocco dello sviluppo puberale si renderebbe necessario in attesa della cosiddetta 'riassegnazione sessuale', cioè dell’intervento chirurgico utile a 'cambiare' il sesso biologico in presenza di gravi sintomi psicologici altrimenti non trattabili. Succede in un caso ogni novemila persone. Ma nessuno può dire, neppure in quel rarissimo caso, che per curare la disforia sia necessario inibire l’ormone dello sviluppo testicolare e ovarico. Anche perché le statistiche riferiscono che la persistenza della disforia di genere è compresa dal 12 al 27% dei casi. Vuol dire che su dieci preadolescenti che manifestano disturbi riferibili alla disforia, almeno 7-8 risolveranno il loro problema al termine dell’età dello sviluppo. I falsi allarmi insomma, determinati da cause psico-sociali e dalle influenze negative della cultura della fluidità di genere, sarebbero ben più numerosi dei casi reali”.
Sempre Luciano Moia domanda: “È vero che questo farmaco potentissimo, bloccando la pubertà e quindi non consentendo la strutturazione dell’identità sessuale secondo il sesso biologico del soggetto, finisce per compromettere anche la definizione morfologica e funzionale del cervello? Gli esperti che hanno studiato il problema hanno visto che, bloccando lo sviluppo puberale dai 12 ai 18 anni – limite previsto dalla legge per l’intervento chirurgico – si potrebbe determinare farmacologicamente un disallineamento tra sviluppo fisico e sviluppo cognitivo. Sarà possibile recuperarlo? Che effetti avrà questo blocco ormonale sull’equilibrio del ragazzo coinvolto? E sarà possibile preservare la sua fertilità?”.
Nel novembre 2018 Scienza & Vita e il Centro studi Rosario Livatino hanno anche loro sollevato i seguenti dubbi sulla somministrazione della triptorelina: “Il cosiddetto farmaco viene immesso nell’elenco del Servizio Sanitario Nazionale in carenza di studi clinici e di follow-up a lungo termine; è alto il rischio, adoperando la triptorelina per bloccare la pubertà fino a 4 anni circa – dai 12 ai 16 anni d'età –, di indurre farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e quello cognitivo del minore; non esistono evidenze sull’effettivo pieno ripristino della fertilità nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso di appartenenza; resta sospesa la questione del consenso all’uso del cosiddetto farmaco, vista la scarsa consapevolezza di adolescenti e preadolescenti circa le proprie potenzialità procreative. Premesso poi che la capacità di agire viene raggiunta al compimento della maggiore età, come faranno i medici a garantire che il consenso di un pre-adolescente cui si intenda somministrare la triptorelina sia “libero e volontario”? Che cosa accadrà se i genitori vorranno accedere alla “cura” e il minore no, o il contrario, o, ancora, in caso di contrasto fra genitori? Potrà il genitore (o il tutore) esprimere l’assenso a un atto di disposizione del corpo altrui, in evidente contrasto con l’ordinamento vigente? Da ultimo: fra i poteri di AIFA, autorità amministrativa con competenze delineate dal quadro normativo europeo e nazionale, non rientra quello di affrontare e risolvere questioni che coinvolgono beni di rilievo costituzionale, tutelati da Convenzioni internazionali ed europee, che oltrepassano la portata e i confini della mera autorizzazione al commercio di un farmaco”.
Cari amici, nel contesto di un’Europa che ha il più basso tasso di natalità al mondo e le cui popolazioni sono a rischio di estinzione perché fanno sempre meno figli, anziché promuovere la cultura della vita e sostenere la famiglia naturale, le madri e i giovani per metterli nella condizione di rigenerare la vita, si promuove all’opposto la cultura della morte e si sostiene tutto ciò che si traduce nella morte, nella sperimentazione e sterilizzazione sessuale, dall’aborto all’eutanasia, dal matrimonio omosessuale all’utero in affitto, dall’eugenetica al blocco farmacologico della pubertà. Chiediamo al Governo di intervenire subito per salvaguardare i nostri figli. Dobbiamo acquisire e diffondere informazione corretta, recuperare i valori che ci fortificano dentro, mobilitarci per riscattare questa nostra civiltà decadente. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo.
Potete aderire alla campagna contro il blocco della pubertà dei bambini promossa da citinzengo.orghttps://citizengo.org/it/pc/169128-non-bloccate-puberta-dei-bambini-stop-alla-triptorelina-libera".
Io sono un "uomo di scienza".
Sono diplomato in chimica e biologia.
Ora, da "uomo di scienza" (e non da credente) dico che quella di liberalizzare il farmaco che blocca la pubertà sia una decisione veramente deleteria, una decisione che squalifica la scienza.
La scienza serve per curare malattie ed aiutare l'umanità.
Per esempio, un aiuto all'umanità è la ricerca sul cancro.
Un altro aiuto all'umanità è la ricerca sull'AIDS e su altre malattie molto gravi.
Questi sono solo alcuni esempi in cui la scienza è utile.
Questi sono solo alcuni esempi in cui la scienza è utile.
Che aiuto può esserci nel decidere di fare bloccare la pubertà ad un ragazzino per potere fargli cambiare sesso?
Non c'è nessun aiuto.
Questa è la morte della nostra società.
Questa è la morte della nostra società.
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