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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 31 luglio 2012

Se il MAIE avanza ed il Popolo della Libertà twitta...

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo scritto su "Italia chiama Italia" da Andrea Verde che è intitolato "Italiani all’estero, il Maie avanza. E il PdL? Twitta… - di Andrea Verde".
Come ho detto tante volte, il problema del Popolo della Libertà (il partito di cui io faccio parte) non è limitato solo agli italiani all'estero ma è generale.
Il problema del PdL  è la sua organizzazione.
A mio giudizio, per esempio, è stato un errore ripartire gli eletti e le dirigenze del partito con la "formula del 70 e 30", ossia con il 70% di esponenti ex-Forza Italia ed il 30% di ex-Alleanza Nazionale.
Se siamo un solo partito, questa formula non serve.
Questo ha generato tensioni interne, anche perché con questa formula non sempre sono emersi i migliori.
Un caso eclatante è qui da me, a Roncoferraro (in Provincia di Mantova), in cui il PdL locale è oggi acefalo, ossia senza coordinatore.
Io penso che al partito serva un'organizzazione. Inoltre, bisogna fare in modo che emergano i migliori.
I congressi potrebbero essere la strada giusta.
Se non si dovesse fare nulla, ci sarebbero altre fughe verso il MAIE o verso altri partiti e movimenti.
Cordiali saluti.

DA "LA CRITICA", ANCHE IN ITALIA, COME IN FRANCIA, LA LAICITA’ POSITIVA SIA LA BASE PER UN NUOVO PATTO REPUBBLICANO

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo scritto su "La Critica" da Andrea Verde ed inititolato "Anche in Italia, come in Francia,  la laicità positiva sia la base per un uovo patto repubblicano" :

"Come sarà l’Italia che verrà? A quale modello ci ispireremo per favorire l’inserimento degli immigrati, nella nostra comunità nazionale? Come risponderemo alle sfide poste dal multiculturalismo, come riusciremo a limitare le tendenze identitarie e favorire una vera integrazione per assimilazione? La risposta sembra scontata; con un nuovo patto repubblicano che, ponendo al centro di ogni azione il rispetto della dignità umana, e respingendo ogni forma di xenofobia, tracci nuovi percorsi per la cittadinanza basati sull’etica del dovere e sulla cultura dei diritti.
Affermare questi principi significa che tra la negazione dei problemi e la demagogia esiste una terza via: quella della responsabilità.
Il primo valore da affermare, tuttavia, é quello della «laicità positiva»; una laicità che unisce, che dialoga e non una laicità che esclude o denuncia. Grande rispetto per tutte le religioni ma mano ferma contro il dilagare di estremismi.
Occorre in primis assicurare una pedagogia della laicità; l’ignoranza é oggi il primo nemico della laicità; la laicità è troppo spesso confusa con il rifiuto delle religioni.
Questa ignoranza é alla base delle paure, dei pregiudizi, delle incomprensioni e delle strumentalizzazioni. Da qui la prima proposta; prevedere nei programmi scolastici obbligatori, un insegnamento relativo del principio della laicità, collegato con la presentazione delle grandi religioni e mettere in pratica una formazione obbligatoria della laicità per i funzionari pubblici.
La battaglia per l’integrazione ruota intorno a questo punto fondamentale: o prevale lo spirito repubblicano e quindi l’integrazione per assimilazione con l’affermazione del principio di assoluta neutralità dello Stato verso i culti religiosi o prevale la visione comunitarista e separatista.
Il modello a cui faccio riferimento è quello francese, contrapposto a quello inglese e tedesco.
La laicità della Repubblica francese è ribadita nella Costituzione del 1958.
Il primo articolo dispone infatti che «La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale».
La Francia è un insieme di culture, di credenze, di storie, di destini che si sono incontrati; una moltitudine di volontà individuali che si sono unite per dare alla Francia un’anima, un carattere, una volontà.
La Francia è laicità.La Francia è l’eguaglianza dei diritti e dei doveri.La Francia è la libertà d’espressione. Questi valori non sono negoziabili; sono l’essenza dell’identità nazionale. In Francia la satira è libera, si insegna Voltaire e non si minacciano i filosofi.

La Francia rifiuta il settarismo che è contrario ai principi repubblicani e che apre le porte a forme di ghettizzazione e di emarginazione.
Uno Stato forte ed autorevole è condizione necessaria per una serena coabitazione, poiché è lo Stato che protegge, che unisce ed è attraverso lo Stato che la Nazione esprime una volontà collettiva, un progetto e che prepara l’avvenire.
Questa visione é sempre stata alla base dell’azione sia di Jacques Chirac sia di Nicolas Sarkozy, che hanno saputo reagire con mano ferma al dilagare dell’integralismo musulmano in Francia.
Ma per capire quale sia la posta in gioco bisogna tornare indietro di qualche anno e precisamente al 2003.
L’avanzata islamica in Francia aveva riaperto la questione religiosa e reso necessari alcuni chiarimenti: i valori essenziali della République quali l’eguaglianza tra uomo e donna erano stati rimessi, in alcune occasioni, in discussione, indebolendo l’insieme della comunità nazionale; alcuni estremisti cercarono di strumentalizzare la religione a fini politici, a danno dei credenti che furono le prime vittime di queste manovre; il perdurare di questi problemi rendeva difficile la costruzione di un Islam in una repubblica laica. La legge Stasi che vieta l’ostentazione dei segni religiosi nei luoghi pubblici, l’installazione del Consiglio francese del Culto Musulmano, furono tappe importanti volute da Jacques Chirac e da Nicolas Sarkozy per favorire il passaggio da «un Islam in Francia» ad «un Islam di Francia».
Quando venne approvata la legge Stasi, la reazione di una parte del mondo musulmano fu molto violenta: essi obiettarono che il velo islamico era un simbolo fondamentale della loro cultura e quaranta ragazze, che rifiutarono di togliere il velo, furono espulse dalla scuola pubblica.
La legge Stasi fu una prima risposta davanti al dilagare dell’estremismo.
L’Islam cominciò a diffondersi in Francia a partire dagli anni cinquanta con l’arrivo in massa di lavoratori provenienti soprattutto dalle zone del Maghreb.
Oggi é la seconda religione in Francia con quasi sei milioni di praticanti.
Per molto tempo la coabitazione é stata pacifica;le vecchie generazioni erano poco praticanti. Negli ultimi anni i problemi economici e di integrazione spinsero sempre piu’ persone, specie nelle nuove generazioni, a trovare risposte nella religione dei loro padri. E alcuni caddero nella rete dell’estremismo che cercava di imporre la religione come un modo di vita  con una morale molto rigida; i più fanatici volevano sottomettere la vita pubblica e dello stato alla religione.
Sia pur minoritari questi gruppi hanno avuto una notevole influenza nella comunità musulmana, soprattutto in tema di morale, e la timidezza se non l’aperta ostilità mostrata da certi imam sulla legge Stasi prima e sul divieto del burqa in seguito, fu sintomatica del lavoro che restava da fare in tema di integrazione.

La Francia rifiuta il settarismo che è contrario ai principi repubblicani e che apre le porte a forme di ghettizzazione e di emarginazione.
Uno Stato forte ed autorevole è condizione necessaria per una serena coabitazione, poiché è lo Stato che protegge, che unisce ed è attraverso lo Stato chela Nazione esprime una volontà collettiva, un progetto e che prepara l’avvenire.
Questa visione è sempre stata alla base dell’azione sia di Jacques Chirac sia di Nicolas Sarkozy, che hanno saputo reagire con mano ferma al dilagare dell’integralismo musulmano in Francia.
Ma per capire quale sia la posta in gioco bisogna tornare indietro di qualche anno e precisamente al 2003.
L’avanzata islamica in Francia aveva riaperto la questione religiosa e reso necessari alcuni chiarimenti: i valori essenziali della République quali l’eguaglianza tra uomo e donna erano stati rimessi, in alcune occasioni, in discussione, indebolendo l’insieme della comunità nazionale; alcuni estremisti cercarono di strumentalizzare la religione a fini politici, a danno dei credenti che furono le prime vittime di queste manovre; il perdurare di questi problemi rendeva difficile la costruzione di un Islam in una repubblica laica. La legge Stasi che vieta l’ostentazione dei segni religiosi nei luoghi pubblici, l’installazione del Consiglio francese del Culto Musulmano, furono tappe importanti volute da Jacques Chirac e da Nicolas Sarkozy per favorire il passaggio da «un Islam in Francia» ad «un Islam di Francia».
Quando venne approvata la legge Stasi, la reazione di una parte del mondo musulmano fu molto violenta: essi obiettarono che il velo islamico era un simbolo fondamentale della loro cultura e quaranta ragazze, che rifiutarono di togliere il velo, furono espulse dalla scuola pubblica.
La legge Stasi fu una prima risposta davanti al dilagare dell’estremismo.
L’Islam cominciò a diffondersi in Francia a partire dagli anni cinquanta con l’arrivo in massa di lavoratori provenienti soprattutto dalle zone del Maghreb.
Oggi è la seconda religione in Francia con quasi sei milioni di praticanti.
Per molto tempo la coabitazione é stata pacifica;le vecchie generazioni erano poco praticanti. Negli ultimi anni i problemi economici e di integrazione spinsero sempre più persone, specie nelle nuove generazioni, a trovare risposte nella religione dei loro padri. E alcuni caddero nella rete dell’estremismo che cercava di imporre la religione come un modo di vita  con una morale molto rigida; i più fanatici volevano sottomettere la vita pubblica e dello stato alla religione.
Sia pur minoritari questi gruppi hanno avuto una notevole influenza nella comunità musulmana, soprattutto in tema di morale, e la timidezza se non l’aperta ostilità mostrata da certi imam sulla legge Stasi prima e sul divieto del burqa in seguito, fu sintomatica del lavoro che restava da fare in tema di integrazione.".


Io, rispetto, ad Andrea Verde ho un'idea diversa di laicità.
L'Italia, come il resto il d'Europa (Francia compresa), si è formata nel segno della tradizione giudaico-cristiana.
Pensate, caduto l'Impero Romano d'Occidente,  La Chiesa ricostruì l'Europa.
Alle vie romane (come l'Appia e la Flaminia) si formarono le vide dei pellegrini cristiani, come il Cammino di Santiago di Compostela o la Via Francigena.
Inoltre, la tradizione giudaico-cristiana diede la forma alla società incominciando dalla sua cellula fondante, la famiglia formata da un uomo e e da una donna.
Per questo motivo, a mio giudizio, il concetto di "laicità positiva" non può non tenere conto di ciò.
Ora, c'è chi vuole proporre  un modello di laicità in cui certe regole vengono scardinate.
Per esempio, secondo questo "modello di laicità", si vuole fare sì che le coppie di fatto (omosessuali ed eterosessuali) vengano equiparate a quelle sposate.
Ciò è un errore.
Qui in Italia c'è chi vorrebbe fare ciò. 
In primo luogo, il codice italiano riconosce già dei diritti alle coppie di fatto.
Per esempio, in caso di morte dei uno dei due conviventi, l'altro può entrare nell'asse ereditario con il testamento.
Fare una legge che equipari le coppie di fatto a quelle sposate sarebbe un grave errore.
Per esempio, questa legge potrebbe potrebbe diventare un "escamotage" per favorire la poligamia.
Qui entriamo nel discorso dell'Islam.
Io penso che la questione dell'Islam non possa essere presa sotto gamba.
In primo luogo, l'Islam ha un forte carattere identitario.
Paragonare l'Islam, per esempio, all'Ebraismo è un errore.
Alcuni commettono questo errore grossolano. 
Infatti, le comunità ebraiche convissero con la comunità cristiane per secoli.
Pensiamo al Medio Evo.
Nel Medio Evo, le corti reali cristiane avevano anche l'"ebreo di corte" , ossia un dignitario di religione ebraica che serviva da mediatore tra la corona e la comunità ebraica.
Addirittura, nel Medio Evo non ci furono nemmeno i ghetti, che furono inventati nel XVI secolo, quando il potere della Chiesa andò in crisi.
Nel caso dell'Islam, invece, la situazione è diversa.
L'Islam non ebbe mai questa esperienza.
Questa religione si espanse dalla Penisola Arabica (nel VII secolo) e conquistò il Nord Africa ed il Medio Oriente, convertendo tanta parte delle popolazioni ivi residenti.
Nel XIV esso entrò nella Penisola Balcanica. Nel 1453, l'Islam fece cadere Costantinopoli, la Seconda Roma. 
Questo generò guerre con il mondo cristiano.
L'Islam punta al proselitismo  e alla conquista.
Non per niente, l'Islam ha questa concezione di un mondo diviso in tre zone:

  1. Dar al Salam o Dar al Islam, ossia la "Casa della pace", il luogo in cui l'Islam prevale.
  2. Dar al Hudna, ossia la "Casa della tregua" , la terra in cui vivono i popoli non sottomessi con cui è stata fatta una tregua temporanea, prima dell'affermazione dell'Islam.
  3. Dar al Harb, ossia la "Casa della guerra" , che è la terra di coloro che i musulmani bollano come "infedeli", le persone che (a loro parere) non conoscono Dio e che devono essere sconfitte.
Ora, ci sono musulmani sinceramente tolleranti, dialoganti e rispettosi ma la questione del rapporto con l'Islam è problematica.
Infatti, se nell'Islam ci sono persone tolleranti, dialoganti e rispettose è vero anche che per il musulmano Dio si fece carta ne Corano (come disse una volta Magdi Cristiano Allam) e quindi il Corano impone anche lo lo "sforzo" di avvicinare in non musulmani all'Islam.
L'Islam (tra l'altro) non ha una Chiesa stabile e questo favorisce le interpretazioni in senso fondamentalista del Corano.
Inoltre, vi è anche il problema della "taqiyya", ossia la "dissimulazione".
Io penso che, come in varie parti d'Europa, anche in Francia si sia presa sotto gamba la questione dell'Islam.
Ricordo che l'anno scorso la Francia votò a favore del riconoscimento della Palestina da parte dell'UNESCO.
Il voto favorevole al riconoscimento della Palestina da parte dell'UNESCO creò problemi tra Parigi e Gerusalemme, tenendo conto anche delle ripercussioni sulla sicurezza di Israele.
Io credetti (e tuttora credo) che questo voto francese fosse dovuto al peso dele comunità islamiche francesi.
Di questa questione, quindi, non si può non tenere conto.
Cordiali saluti. 









Provate gli spiriti se sono da Dio. Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca di sant'Ignazio

Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo che mi è stato inoltrato dall'amico Giovanni Covino (SEFT) e che fu scritto da Sant'Ignazio di Loyola:

"Essendo stato appassionato divoratore di romanzi e d'altri libri fantasiosi sulle imprese mirabolanti di celebri personaggi, quando cominciò a sentirsi in via di guarigione, Ignazio domandò che gliene fossero dati alcuni tanto per ingannare il tempo. Ma nella casa, dove era ricoverato, non si trovò alcun libro di quel genere, per cui gliene furono dati due intitolati «Vita di Cristo» e «Florilegio di santi», ambedue nella lingua materna.

Si mise a leggerli e rileggerli, e man mano che assimilava il loro contenuto, sentiva nascere in sé un certo interesse ai temi ivi trattati. Ma spesso la sua mente ritornava a tutto quel mondo immaginoso descritto dalle letture precedenti. In questo complesso gioco di sollecitazioni si inserì l'azione di Dio misericordioso.

Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E se facessi anch'io quello che ha fatto san Francesco; e se imitassi l'esempio di san Domenico?». Queste considerazioni duravano anche abbastanza a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati d'animo lo occupò per molto tempo. Ma tra le prime e le seconde vi era una differenza. Quando pensava alle cose del mondo era preso da grande piacere; poi subito dopo quando, stanco, le abbandonava, si ritrovava triste e inaridito. Invece quando immaginava di dover condividere le austerità che aveva visto mettere in pratica dai santi, allora non solo provava piacere mentre vi pensava, ma la gioia continuava anche dopo.

Tuttavia egli non avvertiva né dava peso a questa differenze fino a che, aperti un giorno gli occhi della mente, incominciò a riflettere attentamente sulle esperienze interiori che gli causavano tristezza e sulle altre che gli portavano gioia.

Fu la prima meditazione intorno alle cose spirituali. In seguito, addentratosi ormai negli esercizi spirituali, costatò che proprio da qui aveva cominciato a comprendere quello che insegnò ai suoi sulla diversità degli spiriti.
".

L'uomo deve sapere distinguere il Bene dal Male.
A maggiore ragione, egli deve fare ciò se crede in Dio e se è cristiano.
Il discernere gli spiriti è un modo per distinguere il Bene dal Male, per scegliere il Bene ed evitare il Male.
Infatti, non basta solo capire la differenza che c'è tra il Bene ed il Male ma bisogna scegliere il primo ed scartare il secondo.
Ora, certe persone credono nel determinismo.
Esse credono che tutto sia determinato e che ogni  uomo possa essere destinato a diventare buono o cattivo.
Io non penso che sia così.
Io penso che l'uomo sia stato creato da Dio per fare il Bene ma che, a tempo stesso, egli sia libero di scegliere, anche di scegliere il Male.
Certo, la libertà comporta anche la responsabilità.
Il determinismo, in qualche modo, deresponsabilizza l'uomo di fronte alle proprie opere e svilisce Dio, che invece creò gli uomini liberi.
Stando ai ragionamenti dei deterministi, un personaggio come Adolf Hitler era destinato a fare quello che fece e, in poche parole, lui non ebbe alcuna responsabilità.
La realtà è ben diversa.
Hitler fu responsabile delle atrocità che commise.
Per questo motivo, l'uomo deve sapere scegliere tra Bene e Male.
Cordiali saluti.




Aiutiamo Bennardo Mario Raimondi!

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, ho trovato un blog.
Esso è di un signore di nome Bennardo Mario Raimondi, con questa triste storia:

"Il 19 Luglio 2011 durante la commemorazione della morte di Paolo Borsellino, alcune agende rosse hanno conosciuto un artigiano parlermitano , che vittima del racket e delle estorsioni un giorno ha deciso di denunciare tutto.

La sua vita da quel momento non è di certo migliorata.Fa difficoltà ad andare avanti,difficoltà economiche che si sommano al fatto di avere un figlio malato, che periodicamente dev' essere portata a Roma perchè affetto da una malattia rara. Per cercare di continuare a curare il figlio Bennardo si è visto costretto a vendere un rene.
Scopo di questo blog è di creare una vetrina sui suoi prodotti, sperando che possa riprendere a lavorare regolarmente. Nel frattempo si può versare qualcosa sulla carta poste pay , le cui coordinate trovate nella colonna di destra.
Nella sezione Prodotti una vetrina di ciò che produce e vende.
Qualora foste interessati ad effettuare degli ordinativi o ad aiutarlo ad allestire degli stand con i suo prodotti,, nella sezione Contatti trovate il form per scrivergli,o se volete potete anche chiamarlo sul numero di cellulare :
3391327950
".

Ho letto questa storia e ho deciso di metterla su questo mio blog.
Io trovo che essa sia davvero triste.
Leggendo, mi veniva quasi da piangere.
Fa tristezza il fatto che chi denuncia una cosa illegale non sia tutelato dalle istituzioni.
Però, queste ultime sono molto solerti nel volere le tasse.
Da qui, nasce la sfiducia verso le istituzioni.
Io, però, voglio credere che in esse vi siano ancora delle persone leali e serie e spero che queste si facciano sentire.
Purtroppo, l'attuale sistema sta favorendo l'usura.
Ad esempio, ci sono molte famiglie che non arrivano a fine mese ed imprenditori che, per pagare le esose tasse, rischiano di fallire.
Chi mi dice che qualcuno di questi non abbia deciso di rivolgersi agli usurai?
Molti di quelli che si sono rivolti agli usurai non denunciano, perché temono ritorsioni e le istituzioni non tutelano.
Io avrei voluto aiutare personalmente Bennardo.
Non posso.
Spero di poterlo aiutare facendo leggere questo messaggio.
Cordiali saluti.


Dal sito "Liberali per Israele", Germania-Israele/ polemica su attentato a Olimpiadi Monaco 1972

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del sito "Liberali per Israele" che è intitolato " Germania-Israele/ polemica su attentato a Olimpiadi Monaco 1972 e che recita:

"Professore tedesco: israeliani si sacrificarono volontariamente
E' polemica tra Germania e Israele dopo che un professore tedesco ha "accusato" gli atleti israeliani uccisi alle Olimpiadi di Monaco del 1972 di essersi sacrificati in modo volontario. In un convegno di storici organizzato qualche giorno fa, Arnd Krueger, direttore dell'istituto di Scienze dello sport presso l'università di Gottinga (in Bassa Sassonia), ha affermato che gli atleti israeliani sapevano in anticipo dell'irruzione di un gruppo di terroristi palestinesi, ma decisero comunque di sacrificarsi "volontariamente" per giovare alla causa di Israele.
Per spiegare la sua teoria, Krueger si è ricollegato a quella che ha definito la "differente percezione del corpo" presente in Israele, Paese che tenta di "proibire con ogni mezzo" la vita con degli handicap e che registra un tasso di aborti superiore agli altri Stati occidentali.



Le parole di Krueger, pronunciate lo scorso 20 giugno ma rese note soltanto adesso, hanno provocato le forti proteste dell'ambasciata israeliana a Berlino, che ha chiesto ai politici tedeschi di prendere provvedimenti contro il professore. Intervistato dal sito del settimanale Der Spiegel, il vice ambasciatore israeliano in Germania, Ilan Mor, ha spiegato che si tratta di "una delle peggiori forme di deumanizzazione dello Stato di Israele e di una forma dell'antisemitismo che si riaccende in Germania, sotto forma di critica ad Israele".
Il 5 settembre 1972 un commando palestinese fece irruzione nel villaggio olimpico di Monaco di Baviera, uccise due atleti israeliani e ne prese in ostaggio nove. L'azione delle teste di cuoio per liberarli si concluse in un massacro: tutti gli ostaggi, cinque terroristi e un poliziotto tedesco vennero uccisi.
".

A questo punto, mi viene da pensare che al peggio non ci sia mai fine.
A me sembra che in Germania l'antisemitismo sia ancora presente.
Esso è strisciante nella società tedesca.
Non si propone in modo apparentemente violento (come nel caso della "Kristallnacht" del 1938 o nella Shoah) ma lo fa attraverso certi concetti intellettuali, come la minimizzazione della Shoah, o certe reinterpretazioni della storia.
Il caso dell'attentato terroristico del 1972 reinterpretato secondo i pensiero d Krueger è la dimostrazione lampante di ciò.
In poche parole, questa forma di antisemitismo cerca di agire sulle coscienze.
In un certo senso, essa è più pericolosa della violenza vera e propria.
Infatti, una volta addormentate le coscienze, la violenza può anche venire e fare danni.
Come disse anche Gesù Cristo nostro Signore, chi ha orecchi intenda!
Al professor Krueger direi solo una cosa e la direi in lingua inglese:

Shame!

Cordiali saluti.



Presentazione del sito di Michael Sfaradi

Cari amici ed amiche.

L'amico Michael Sfaradi ha messo in piedi il suo sito.
Giornalista Free Lancer, Sfaradi si occupa di questioni mediorientali e lo fa in un metodo da egli stesso definito "politicamente scorretto".
Delle sue analisi e dei suoi articoli, Sfaradi dice:

"Nei miei articoli faccio di tutto per riportare con etica ed onestà i fatti della realtà senza guardare in faccia il potente di turno.Nelle mie analisi spingo il lettore a volgere lo sguardo verso ciò che la stampa “importante” vorrebbe lasciare in ombra.".

Sfaradi è anche scrittore.
Nel 2007, pubblicò il libro "Il sorriso della morte".
Nel 2011, pubblico il libro "Gli amori diversi".
Quest'anno, egli ha pubblicato il libro "Daniele e i suoi amici".
Se volete vedere altro, visitate il suo sito, seguendo il link http://www.michaelsfaradi.it/.
Cordiali saluti.


Panni Sporchi Nuovi Poveri




Cari amici ed amiche.

L'amico Andrea Verde mi ha inviato questo video che mostra un documentario sulle periferie di Napoli.
Esse sono nel degrado, tra giovani italiani ed immigrati che vivono nella criminalità.
Ora, io vorrei aggiungere una cosa.
Il problema non riguarda le singole città come Torino, Milano, Roma, Napoli o Palermo.
Il problema è generale.
Giusto ieri, sul quotidiano "La Voce di Mantova" è comparso un articolo intitolato "Mantova, una città senza prospettive".
A Mantova (e nella sua Provincia) le aziende chiudono, molti giovani (me compreso) sono disoccupati, c'è un forte inquinamento e tanta parte del suo patrimonio storico e culturale non viene sufficientemente curato.
Come ho già detto, il problema è italiano.
Ora, ciò è causato da tanti fattori, da una burocrazia sprecona alla scarsa meritocrazia, passando per la scarsità di politiche di sussidiarietà, per l'eccesso di politiche di assistenzialismo, per la scarsa valorizzazione dei giovani, un'immigrazione incontrollata e per l'immobilismo in settori importanti, come quello delle infrastrutture o quello delle riforme.
Tutto ciò sta portando l'Italia ad una situazione di grave crisi.
Cordiali saluti.

lunedì 30 luglio 2012

Timbouctu, una tragedia

Cari amici ed amiche.

Dalla Francia, l'amico Andrea Verde mi ha segnalato una petizione per salvare i mausolei dei santi musulmani e tutti quei monumenti che risalgono a prima dell'islamizzazione dell'Africa che si trovano Timbouctu, in Mali.
Infatti, i fondamentalisti islamici stanno distruggendo tutti questi monumenti ritenuti da essi come una sorta di simboli del paganesimo o di eresie.
Io penso che ci sia davvero il pericolo del fondamentalismo islamico e che esso sia un problema per l'Occidente e per tutto il mondo civile.
Tra l'altro,  i monumenti di Timbouctu sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
Già nel 2001 ci fu fatto simile in Afghanistan.
Qui, i Talebani distrussero le statue di Buddha a Bamiyan.
Ora, i fondamentalisti islamici vogliono fare la stessa cosa a Timbouctu.
Chi di dovere dovrebbe intervenire.
Qui si rischia di distruggere un pezzo di storia dell'umanità.
Cordiali saluti.

La Chiesa dell'Autostrada

Cari amici ed amiche.

In Provincia di Firenze, a ridosso dell'incrocio tra le autostrade A1 Milano-Napoli e A11 Firenze-Mare, vi è una chiesa molto particolare.
Essa è la Chiesa di San Giovanni Battista (che è anche Santo  Patrono di Firenze) o Chiesa dell'Autostrada.
La chiesa si trova nel Comune di Campi Bisenzio e dipende dalla Pieve di Santo Stefano a Campi e fa parte dell'Arcidiocesi di Firenze.
La chiesa fu progettata nel 1960 dall'architetto Giovanni Michelucci (1891-1990),  dopo che il precedente progetto dell'ingegnere Lamberto Stoppa fu accantonato.
Quest'ultimo fu ereditato da Michelucci e prevedeva una costruzione a pianta longitudinale con battistero distaccato.
Tra l'altro, i lavori erano stati iniziati il 13 giugno 1960 mentre Michelucci subentrò a Stoppa nel settembre dello stesso anno.
Così, egli fece delle modifiche.
Michelucci ipotizzò un nartece, un elemento architettonico che fu in uso nelle prime chiese cristiane.
Il nartece è un vestibolo che precede l'aula della chiesa.
Nel nartece sarebbero stati collocati i bassorilievi dei Santi Patroni delle città toccate dall'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Nel dicembre 196o il progetto fu fatto completamente.
La pianta della chiesa sarebbe stata a croce latina.
Il tetto fu coperto con il rame e fu fatto in modo che somigliasse ad una tenda il cui apice coincidesse con l'altare e che ricordasse il monte Golgota.
I lavori iniziano nel luglio del 1961 e nell'anno successivo furono innalzati i muri. 
La chiesa fu consacrata nel 1964.
Ai lavori contribuì anche un pool di architetti tra i quali va citato anche  Bruno Zevi (1918-2000).
Questa chiesa fu voluta dalla Società Autostrade per commemorare coloro che caddero a causa dei lavori per costruire l'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Il suo interno è molto semplice e nel contempo straordinario.
La chiesa mostra il cemento armato e la pietra con cui fu fatta.
Tuttavia, i pilastri apparentemente esili che sorreggono il tetto sembrano avere una grande plasticità.
Lo stesso discorso vale per la galleria del deambulatorio.
Questa chiesa, per certi versi, fu un prototipo della nuova basilica del Santuario di San Gabriele dell'Addolorata (che si trova a Teramo) o della nuova Basilica di San Pio di Pietrelcina, che si trova a San Giovanni Rotondo. 
A tutti suggerisco di fare un giro in quella chiesa.
Magari, se siete in viaggio, fermatevici.
Il buon Dio ascolta le preghiere dei viaggiatori.
Alla sola vista, magari, costruzioni simili non trasmettono spiritualità.
Sta a noi fedeli mettercela. 
Cordiali saluti. 








Dal sito "ProntoFrancesca.it", ProntoFrancesca risponde: Le pensioni degli italiani nel mondo



Cari amici ed amiche.

Sul sito "ProntoFrancesca.it" (il sito di Francesca Alderisi), ho trovato questo articolo intitolato "ProntoFrancesca risponde: Le pensioni per gli italiani nel mondo":

"Augurandomi di ritrovarvi tutti bene il mio primo pensiero in questa nuova pagina di ProntoFrancesca va al caro amico del nostro salotto mondiale BRUNO TOZZI che vive in Thailandia che, da quanto ha scritto nel blog RAFFAELE che ha contatti diretti con lui e la sua famiglia, non sta molto bene.

Carissimo Bruno, ti sono vicino con affetto sincero e ti prego se e quando potrai, di fornire tue notizie a tutti noi che in questi giorni ti stiamo molto pensando.

Un caro abbraccio in ritardo anche a tutte le amiche italo-argentine che giorni fa mi hanno scritto sia nel blog che in privato per augurarmi una buona giornata dell’amico.

Anche se non è usanza qui da noi festeggiare questa ricorrenza, ho molto gradito il vostro pensiero.

Dall’Argentina al Brasile per rivolgere un augurio di buon onomastico alla simpatica ANNA MARANCA di San Paolo. Come stai Anna?

Sappiate che leggo sempre tutti i vostri commenti e che potete sempre comunicare in modo diretto con me per qualsiasi motivo.

A proposito di commenti, ho notato che state tifando tutti per gli atleti italiani impegnati nelle gare delle Olimpiadi 2012 che si stanno svolgendo in questi giorni a Londra.
Mi viene un dubbio?! Federica Pellegrini a quanto ho letto è arrivata solo quinta nei quattrocentometri stile libero e non prima come ha scritto LUIS ROMAGNI dal Venezuela, al quale auguro un sincero bentrovato ringraziandolo per la costante partecipazione a ProntoFrancesca.

Come vi ho accennato in un mio precedente scritto, ho deciso di lasciare ProntoFrancesca aperto anche nei mesi estivi, soprattutto per potere trattare i temi di servizio dedicati a chi vive lontano dalla madrepatria e si trova ad affrontare problematiche burocratiche ed anche se l’aggiornamento del blog in questi mesi è meno frequente del solito, è mio impegno continuare ad esservi vicino anche durante l’estate, proprio per dimostrarvi il mio affetto.

Con l’occasione vi introduco all’argomento dell’ intervista che ho realizzato per dare risposta ad alcune domande in materia pensionistica giunte nel blog in questi mesi e per farlo ho avuto il piacere di ritrovare un caro ospite di GRAN SPORTELLO ITALIA, il Dottore SALVATORE PONTICELLI, esperto in materia pensionistica che con grande ospitalita’ mi ha aperto le porte del suo studio per dare vita ad un’amichevole e soprattutto utile chiacchierata.

Considerato ch le vostre domande sull’argomento sono numerose, vi invito qualora non vi fosse stata data risposta in questa intervista, ad attendere fino ad un prossimo aggiornamento sull’argomento ringraziandovi anticipatamente per la pazienza.

Certa di farvi cosa gradita nel proporvi questo video in cui, seppur amatorialmente, è stata rireata l’atmosfera dello studio televisivo dal quale ci siamo salutati mesi fa, auguro a tutti voi una buona visione!
".

Sul sito vi è anche un video. Guardatelo!
Io penso che quello degli italiani all'estero sia un problema molto complesso, un problema che le autorità italiane non riescono a comprendere.
Basti pensare alla questione del voto.
Dato che l'attuale meccanismo di voto presenta dei problemi, qui in Italia c'è chi vorrebbe abolire il voto all'estero, senza vagliare altre soluzioni.
Lo stesso discorso vale per le pensioni.
Come ha detto il professor Ponticelli (nel video) nostro sistema previdenziale è il frutto di una stratificazione di norme.
Aggiungo che molte delle riforme fatte su di esso furono frutti di compromessi.
Il sistema è basato sul puro assistenzialismo, un sistema che in passato ha dato soldi a destra e manca, senza controlli.
Oggi noi ne paghiamo il prezzo.
La burocrazia italiana (che è elefantiaca) aggrava il tutto.
Di sicuro, gli italiani all'estero sono i più penalizzati.
Su questo tema, nel 2008, avevo scritto un articolo su "Italia chiama Italia".
Cordiali saluti.

DAL "MINZOLINI FAN CLUB", EUROPA DEL CAVOLO!

Cari amici ed amiche.

Sul "Minzolini Fan Club" di Facebook, ho trovato questa foto, con questa didascalia:

"La Corte di Giustizia UE ha emesso sentenza a favore del divieto di commercializzare delle sementi delle varietà tradizionali e diversificate non iscritte nel catalogo ufficiale europeo.Tradotto: la commercializzazione delle sementi è vietata tra contadini e/o privati e riservata solo alle multinazionali, che hanno la forza economica di far brevettare le sementi e quindi di iscriverle nel catalogo UE.
Così spariscono tante sementi tradizionali, già così rare da ricevere tutela da alcune meritorie onlus, le quali, davanti a questo provvedimento, possono chiudere baracca e burattini!
Naturalmente i più penalizzati siamo noi italiani che abbiamo una meravigliosa tradizione locale, diversificata, alla base di colture di prodotti meravigliosi molto apprezzati nel mondo! Così l'UE ha fatto bingo: favorito le multinazionali e boicottato il PIL dell'Europa meridionale!
Che Europa del cavolo!
".

Personalmente, sono un sostenitore degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) ma ritengo che quelli tradizionali possano coesistere e che debbano essere tutelati.
Noi, qui in Italia, abbiamo prodotti di eccellenza.
Abbiamo importanti prodotti come il vitigno Grignolino, il Riso "Vialone nano mantovano", il Mais "Marano", i Fagioli di Lamon, i vitigni del Collio, le Olive di Gaeta  e le Arance rosse di Sicilia
Già ci sono le Quote Latte, che stanno penalizzando gli allevatori del nord.
Già ci sono delle norme europee assurde che stanno penalizzando i coltivatori di arance in Sicilia.
Ora, se dovessimo recipre anche questa sentenza assurda della Corte di Giustizia Europea, l'Italia potrebbe chiudere la baracca.
Ciò è inaccettabile!
Cordiali saluti. 



Oriana Fallaci e le cellule staminali

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, l'amica Irene Bertoglio (che stimo) mi ha fatto avere questa foto, con questa didascalia:

"«Non me ne importerebbe se le staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io, della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d'un bambino mai nato mi parrebbe d'essere un cannibale. Davvero non v'è limite all'incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali nei laboratori. Ora invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati. Accettano che le cellule di queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche il cui cinismo supera quello dei mercanti d'armi, accettano che gli embrioni vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un'automobile. Ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce un'estrazione di un ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa impiantare, lo stesso, grazie a una scienza che è sempre più tecno-scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno-medicina, quindi sempre più disumana» (Oriana Fallaci)".

Io penso che il vero problema non sia l'uso delle cellule staminali.
Esse possono essere utili per i trapianti di organi o per curare malattie come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson.
La ricerca sulle cellule staminali va incoraggiata, come va incoraggiata quella sugli ibridomi e sulla trasduzione dei virus batteriofagi.
Il problema è il modo in cui si vogliono ricavare queste cellule staminali.
Io trovo che sia inaccettabile volere ricavare le cellule staminali da ovuli fecondati.
Vanno trovate soluzioni alternative. 
Ora, un ovulo fecondato è una potenziale vita umana che nasce.
In nove mesi, se tutto va bene, esso diventa un feto e, a sua volta, quest'ultimo diventa un essere umano. 
Usarlo per le cellule staminali significa uccidere la potenziale vita che ne esce fuori.
Oriana Fallaci aveva ragione a parlare di cannibalismo.
Questo non deve essere interpretato come un ragionamento di fede ma, prima di tutto, come un ragionamento etico. 
Cordiali saluti. 



Autostrada A1 Milano-Napoli, tratto Barberino-Firenze sud, la tecnologia nella realizzazione delle gallerie "Melarancio" e "Pozzolatico"


Cari amici ed amiche.

Com'è noto, l'autostrada A1 Milano-Napoli è in fase di ammodernamento.
Alcune nuove opere sono state concluse, altre no.
Tra le opere concluse, vi è tanta parte del tratto compreso tra Barberino del Mugello e Firenze Sud.
Questi lavori sono stati caratterizzati in parte dall'ampliamento della sede autostradale attuale da due a tre corsie per carreggiata e in parte dalla realizzazione di una carreggiata a tre corsie per la direzione sud (Roma), con il riadattamento della sede autostradale esistente per la direzione opposta (verso Bologna).
Quest'ultima opzione è stata usata per i tratti coperti da gallerie, come mostra il video qui sotto.
In particolare, è interessante ciò che riguarda due opere, per l'appunto due gallerie.
Le gallerie in questione sono la "Melarancio I" e la "Pozzolatico".
Queste due nuove gallerie sono lunghe rispettivamente 1096 metri e 2418 metri.
Il sito "Strade e Autostrade online" parla chiaro:


Il sistema di ventilazione secondaria


Figura 1 » La sezione della galleria in corrispondenza delle uscite di sicurezza, con vista in pianta sul piano ...

La conformazione delle vie di fuga
Le via di fuga sono state realizzate con un cunicolo ricavato fra arco rovescio e piano stradale, cui si accede attraverso uscite ogni 300 m lungo il marciapiede destro della gallerie; le uscite portano, passando per una zona filtro a prova di fumo, ad una scala laterale che collega il piano carrabile con il piano del cunicolo, che conduce all’aria aperta.

La pressurizzazione
Un semplice sistema di pressurizzazione impedisce il trafilamento di fumi dalla piattaforma: nella Melarancio, due ventilatori assiali di testa con girante da 800 mm immettono nel cunicolo una portata d’aria pari a 10 m3/s prelevata dall’esterno. In ogni zona filtro sono collocati due ulteriori ventilatori da 500 mm, che la portano in pressione aspirando aria dal cunicolo per evitare l’ingresso di fumi all’apertura delle porte. Stessa soluzione si trova nella Pozzolatico, con una seconda coppia di ventilatori di testa all’estremità Sud del cunicolo.
L’impermeabilizzazione ai fumi protegge, oltre agli utenti in fuga, anche il personale di manutenzione stradale, che può intervenire senza esposizione alle emissioni del traffico.
Le caratteristiche tecniche della ventilazione secondaria

Il dimensionamento
L’impianto è stato dimensionato riconducendo cunicolo, discenderia e galleria ad una rete aeraulica. Ai nodi è associata come incognita la pressione totale e come equazione la conservazione della massa; l’incognita sui rami è invece la portata che determina le cadute di pressione. Risulta un sistema non lineare dove equazioni ed incognite sono pari alla somma di nodi e rami. La prima perdita di carico a partire dalla testa del cunicolo è dovuta all’immissione dell’aria attraverso il canale del ventilatore. Sullo stesso ramo, il ventilatore incrementa la pressione totale, in funzione della portata elaborata che non può determinarsi a priori in forma esplicita. Ne è tuttavia nota la curva di funzionamento, che associa alla portata d’aria il rispettivo incremento di pressione, ed è inserita nel modello aeraulico mediante interpolazione della curva dichiarata a catalogo dal produttore.


Figura 2 » Lo schema funzionale del cunicolo

Percorrendo il cunicolo l’aria incontra altre perdite concentrate e distribuite. La ripartizione dei flussi dove il cunicolo interseca le discenderie è regolata dalla conservazione della massa.
Le zone filtro sono rappresentate in modo da descrivere, con un unico modello matematico, i diversi scenari di funzionamento. Il flusso si ripartisce su tre rami: il primo corrisponde alla porta interna della zona filtro, gli altri attraversano i ventilatori. I flussi ripartiti convergono nella zona filtro alla stessa pressione. Segue un’ulteriore ripartizione attraverso due rami, uno passante per la porta, l’altro per la serranda di regolazione, fino a raggiungere la galleria. Il modello permette di simulare il comportamento del sistema nelle condizioni critiche e dimensionare serrande e ventilatori. I risultati sono riassunti in tabella.
Le prove di collaudo

Il sistema è stato collaudato in ciascuna sede di impianto. Le misure raccolte evidenziano la corrispondenza con le simulazioni. L’impianto ha dato prova di efficacia anche nei test sul sistema di automazione della galleria Pozzolatico, svolti simulando un incendio con vasche di benzina/gasolio, dove l’attivazione della ventilazione secondaria ha mantenuto le vie di fuga agibili e visibilmente libere dai fumi che interessavano la galleria.".


Queste due nuove gallerie sono munite di cunicoli di fuga.
Questo è importante.
Le nostre vecchie non sono munite di queste strutture e ciò le rende pericolose.
I cunicoli possono essere gestiti sia in automatico e sia manualmente, grazie all'installazione di telecamere intelligenti e sensori di fumo.
Gli utenti, inoltre, possono comunicare con la sala radio grazie ad un sistema di colonnine SOS, tre installate nella galleria "Melarancio I" e nove nella "Pozzolatico".
Le gallerie, inoltre, sono illuminate a LED.
Ciò unisce confort e rispetto per l'ambiente.
Le gallerie sono munite anche di pannelli a messaggio variabile con lanterne semaforiche di corsie reversibili per gestire meglio il traffico.
Queste opere pubbliche sono il simbolo della volontà di migliorarsi del nostro Paese.
Tra l'altro,  queste opere sono state fatte tenendo conto delle difficoltà tecniche dovute anche ad una zona ricca di ville storiche ed importante sul piano paesaggistico.
Per saperne di più, visitate il sito del Gruppo Autostrade per l'Italia.
Cordiali saluti. 



domenica 29 luglio 2012

La difesa dell'ambiente? Non sia una cosa ideologica!

Cari amici ed amiche.


I giudici hanno deciso di chiudere l'ILVA di Taranto e c'è chi saluta ciò come una panacea e fa battaglie ideologiche, chiedendo (addirittura) la chiusura definitiva del complesso industriale.
Ora, una cosa del genere è assurda.
Infatti, se si chiudesse il complesso industriale non ci sarebbero più parecchi posti di lavoro.
A qualcuno, però, ciò non interessa e preferisce la chiusura totale senza proporre un vera alternativa.
E' chiaro che si debbano prendere dei provvedimenti.
Ad esempio, servirà una bonifica della zona.
Tuttavia, si dovrà anche fare in modo che coloro che lavorano nell'ILVA abbiano ancora un posto.
Per esempio, si dovrà ripensare l'impianto industriale, facendo in modo che le emissioni siano ridotte e le scorie siano controllate.
E' così che si lavora.
Lo stesso discorso vale anche per altre situazioni.
Un esempio è la TAV, la ferrovia ad Alta Velocità.
Non mi riferisco solo al tratto Lione-Torino ma anche a quello nella zona mantovana.
Infatti, è giunta una notizia che dice che i Comuni bresciani della zona del la Lago di Garda siano d'accordo nel realizzare la TAV ma nel Mantovano, la mia terra.
Nei Comuni della Provincia di Mantova ci sono coloro che si sono subito opposti e che sono tentati di fare quello che si sta facendo il Val di Susa.
Ora, anche sulla TAV c'è troppa ideologia.
Si dice di essere d'accordo nel fare la TAV ma "non sul giardino di casa propria".
Così, le infrastrutture non si faranno mai.
I bresciani hanno perso un'occasione mentre tra i miei conterrenaei mantovani c'è chi non vuole coglierla ed instilla spettri e paure di vario tipo.
Eppure, la Provincia di Mantova ha bisogno di infrastrutture.
Noi mantovani abbiamo strade e ferrovie messe male e la TAV potrebbe aiutare molto.
Abbiamo importanti stabilimenti di aziende tessili (che producono calze) e industrie alimentari.
Velocizzare il trasporto di questi prodotti non sarebbe male.
Inoltre, Mantova è città d'arte e la TAV potrebbe favorire il turismo.
Un altro esempio è rappresentato dagli impianti di produzione del biogas.
Qui nel Mantovano vi è il caso dell'impianto di produzione di biogas di Castelletto Borgo.
Ora, io trovo che sia ingiusto criticare l'imprenditore agricolo che vuole realizzare l'impianto sul suo terreno.
Semmai, sarebbe da criticare il Comune di Roncoferraro che nel suo piano regolatore aveva deciso di fare fare le case su un terreno contiguo a quello in cui sarà realizzato l'impianto, senza ascoltare il parere del suo proprietario.
Inoltre, sarebbe da criticare anche la decisione di usare del mais come substrato per i microrganismi che faranno funzionare l'impianto. 
Però, l'impianto in sé non va criticato. 
Difendere l'ambiente non significa bloccare il progresso.
Mi domando cosa c'entrino canzoni come "Bella ciao" o gli inni alla Resistenza con la TAV, l'ILVA di Taranto o il Ponte sullo Stretto di Messina.
Dalla sterile presa di posizione ideologica non nasce nulla di buono.
Cordiali saluti.

Visitate il Lazio!

Cari amici ed amiche.

Su Facebook ho trovato questa pagina molto interessante dedicata a Frascati.
Su questa pagina, ho visto questa bella immagine, con questa didascalia:

"Durante una gita ai "castelli romani", soprattutto d’estate in cerca di fresco, mangiando in una fraschetta di Ariccia o di Frascati, le coppiette sono una immancabile apertura. Le fraschette sono da sempre il punto di vendita istituzionale del vino sfuso e già nel ‘700 erano frequentate dai “fagottari” romani durante le famose “gite fuori porta” o le “ottobrate”. Fornivano soltanto il posto a sedere ed il vino, e spesso erano prive di cucina: per questo gli avventori si portavano da casa il classico “fagotto”, fatto con una tovaglia o una semplice pezza di stoffa annodata, nella quale erano riposte le pietanze cucinate in casa: in genere insalatiere con zuppe di legumi o pasta e fagioli, salumi, formaggi, frutta e pane. Negli ultimi decenni anche le fraschette dei castelli romani si sono “evolute” e, continuando a fornire il coperto ed il vino della casa, hanno iniziato a proporre anche antipasti (appunto salumi, formaggi, verdure grigliate, sott’olio o sott’aceto, olive condite) ma anche primi piatti come la Gricia, Cacio e pepe, Amatriciana, Carbonara, le fettuccine (o pappardelle) con ragù, sugo di castrato oppure di lepre o di cinghiale. A tutto questo ben di Dio faranno seguito (spesso non è previsto alcun secondo, vista la quantità degli antipasti e della pasta) le immancabili ciambellette al vino con la "Romanella", un vino frizzante e “traditore”, dolce o secco, rosso o bianco.".

Io non ho mai avuto il piacere di visitare Roma ed il Lazio.
Ci sono passato tante volte, per andare Sicilia, ma non ho mai avuto occasione di fermarmici.
Eppure, dovrebbe essere bello vedere i "mostri" di Bomarzo (in Provincia di Viterbo),  il bel borgo di Civita di Bagnoregio (in Provincia di Viterbo), Viterbo, Nazzano (in Provincia di Roma), Frascati (sempre in Provincia di Roma),  Anagni (la città in cui nel 1303 Papa Bonifacio VIII fu schiaffeggiato da Sciarra Colonna e Guglielmo di Nogaret, in Provincia di Frosinone), le abbazie di Fossanova (in Provincia di Latina), quelle di Montecassino e di Casamari (sempre in Provincia di Frosinone) e, naturalmente, Roma.
Il Lazio è costellato di luoghi e città ricche di storia e di cultura.
Basti pensare alla città di Viterbo, la città dei Papi, con la sua Festa di Santa Rosa che si tiene in settembre.
Inoltre, basti pensare ai prodotti tipici.
Uno di questi è il vino "Est Est Est", un vino della zona di Montefiascone, in Provincia di Viterbo.
Il suo nome deriva da un fatto avvenuto nel 1111.
In quell'occasione, Enrico V di Franconia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, stava andando a Roma, insieme al vescovo Johannes Defuk.
Questi era un intenditore di vini e andò con il suo coppiere Martino a visitare le locande per trovare il vino buono.
Essi ebbero un codice per identificarlo.
Se questi fosse entrato in una locanda e vi avesse trovato il vino buono, egli avrebbe dovuto scrivere "Est" che in latino significa "c'è".
Se il vino fosse stato molto buono, il coppiere avrebbe dovuto scrivere "Est Est".
Arrivati a Montefiascone, Martino assaggiò il vino e ne rimase così incantato da scrivere "Est Est Est!".
Da lì venne il nome.
Un altro prodotto tipico è la Porchetta di Ariccia, un maialino arrosto con spezie varie.
Io l'avevo assaggiata in un supermercato qui nel Mantovano ma non aveva la stessa fragranza che avrebbe potuto avere sul posto.
In compenso, ho mangiato sul posto la porchetta abruzzese, che è ottima.
Caratteristico è il Pane di Genzano, un pane artigianale prodotto a Genzano (Roma) che è ricoperto con il cruschello.
Molto interessante è il Gran Cacio di Morolo, una sorta di caciocavallo affumicato prodotto a Morolo, nel Frusinate.
Sono da assaggiare anche i Bucatini all'Amatriciana o i Carciofi alla Giudìa, piatti tipici della cucina romana.  
Questi sono solo alcuni dei prodotti del Lazio, una Regione ricca di tesori.
Cordiali saluti. 




Buon Tisha b'Av agli amici ebrei!

Cari amici ed amiche.

Oggi, gli ebrei festeggiano il Tisha b' Av.
E' più o meno simile al nostro Venerdì Santo ed è un giorno triste.
Tisha b'Av o Tisha BeAv (in ebraico: תשעה באב o ט׳ באב), o più semplicemente 9 di Av, è un giorno di lutto e digiuno nel calendario religioso luni-solare del Giudaismo che può cadere a luglio o agosto. Il suo nome denota il nono giorno (Tisha) del mese giudaico di Av. Il giorno è stato chiamato il "più triste giorno nella storia ebraica". [1] Quando il giorno nove di Av coincide con il sabato, l'osservanza del digiuno avviene dal tramonto del Sabato alla Domenica del dieci del mese di Av (anche se si riferisce al giorno con lo stesso nome di Tisha B'Av): non essendo permesso digiunare durante il giorno del Sabato per preservare la gioia e la santità del giorno tutti i digiuni vengono spostati al giorno successivo ad esclusione del digiuno di Yom Kippur la cui santità è superiore a quella del Sabato ed ha quindi priorità Halakhica.
Esso ricorda le cinque maggiori calamità subite dal popolo ebraico, che sono :


I dodici esploratori inviati da Mosè per osservare le terre di Canaan ritornano dalla loro missione. Due degli esploratori, Giosuè e Caleb, riportarono un riscontro positivo mentre gli altri dieci parlarono in modo disparato di quelle terre, cosa che fece piangere i Benè Israel, precipitati nel panico e nella disperazione, già poco prima di entrare nella "Terra Promessa". Per questo, sarebbero stati puniti da Dio circa il fatto che la loro generazione non sarebbe entrata nella Terra Promessa e avrebbe continuato la sua marcia nel deserto per altri 39 anni (per un totale di 40 anni, corrispondenti ai 40 giorni della missione degli esploratori). A causa della mancanza di fede degli israeliti, Dio decretò che per tutte le future generazioni questa data (in cui piansero senza motivo) sarebbe stata contrassegnata dal pianto, motivato dalla malasorte e dalle persecuzioni subite dai loro discendenti: il popolo ebraico. (Vedi Numeri Cap. 13–14)
Il primo Tempio di Gerusalemme costruito da Re Salomone durante il Regno di Giuda, venne distrutto dai babilonesi comandati da Nabucconodosor I nel 586 a.C. e i giudei vennero deportati verso l'esilio babilonese.
Il Secondo Tempio è stato distrutto dalle legioni romane comandate dall'imperatore Tito Flavio Cesare nel 70 d.C., distruggendo il regno di Giuda e provocando la Diaspora degli ebrei per tutto il mondo, specialmente verso le terre barbariche dei germani non romanizzati, della Sarmazia e Scizia, ed attraverso l'Arabia e la Persia fino addirittura in India, nelle città di Mumbai e Cochin.
Le legioni romane completarono l'opera radendo al suolo quasi tutto il Secondo Tempio, meno la parete occidentale da allora chiamata Muro del Pianto (in ebraico: "Kotel"), l'anno dopo l'assedio di Gerusalemme.
La rivolta di Bar Kokhba contro Roma fallì in questa data nel 135 a.D., Simon Bar Kokheba venne ucciso, e la città di Betar distrutta.

Ne ricorda anche altre, come la deportazione degli ebrei dal Ghetto di Varsavia nel 1942.
Le comunità ebraiche digiunano per 25 ore.
In fondo tra gli ebrei e noi cristiani c'è molto in comune.
Anche noi abbiamo il senso del lutto per i momenti tragici.
Non a caso, ho citato il Venerdì Santo.
Cordiali saluti.

Dal sito "CulturaCattolica.it", eliminate Formigoni!

Cari amici ed amiche.

Sul sito "CulturaCattolica.it", ho trovato questo articolo intitolato "Eliminate Formigoni!":

"Eliminate Formigoni! L’ordine è partito da tempo. Micidiale. Come quelli lanciati da Lavrentij Pavlovič Berija, il potentissimo capo della polizia segreta stalinista, un cinico e crudele confezionatore di falsi dossier, esperto nell’arte raffinatissima di rimestare nel fango, utilizzare il braccio armato dei pubblici ministeri e dirigere sapientemente l’informazione giornalistica. Nonostante siano trascorsi più di settant’anni, i metodi, mutatis mutandis, non sembrano essere passati di moda. I mandanti, invece, non appaiono sempre facilmente identificabili, e amano agire nella penombra. Scherani e sicari, al contrario, non hanno paura di mostrarsi pubblicamente e di porre la propria firma sotto il corsivo di un quotidiano che conta.Quattro sono i buoni motivi per eliminare il Presidente della Regione Lombardia.
1) Formigoni per ben quattro volte si è sottoposto al giudizio elettorale del popolo, e per tutte le quattro volte è stato acclamato vincitore con percentuali di consenso inossidabili. Tutto ciò appare inaudito e inconcepibile per chi, come ai tempi di Berija, nutre un profondo disprezzo per il popolo, salvo poi ergersi a suo paladino e tutore. Del resto, lo stesso Berija presiedeva il Commissariato del Popolo per gli Affari Interni (NKVD), l’organismo che vigilava, sorvegliava e difendeva la sicurezza del popolo. Con i metodi ben noti.
2) Formigoni guida una Regione che è considerata, anche dai nemici, seppur obtorto collo, un modello d’eccellenza. E’ bravo, forse il migliore, e inattaccabile dal punto di vista della gestione amministrativa, brillando, tra l’altro, in uno dei settori più delicati e più importanti per il bene comune, qual è quello della sanità. Per questo è odiato. Evidenzia disfunzioni altrui, costituisce un parametro di valutazione, introduce criteri meritocratici nella pubblica amministrazione, in un ambito, cioè, in cui essi sono stati da sempre banditi per colpa di una cultura di sinistra egualitaria e stracciona. Anche in questo odio i nemici di Formigoni scimmiottano i metodi del loro antico maestro Berija, noto per il disprezzo nei confronti di tutti coloro che riuscivano ad emergere per intelligenza, carattere, cultura.
Al momento giusto arrivava sempre un dossier, un pubblico ministero, la Pravda, un processo farsa e, olé, il gioco era fatto. Una vittima illustre fu Grigory Ordzhonikidze, dirigente che si distinse dagli altri leader del Cremlino, ridotti a grigi burocrati e meri esecutori degli ordini di Stalin, perché intelligente, sincero, con tendenze democratiche, leale verso i compagni e avversario feroce di ogni forma di menzogna l’ipocrisia. E’ finito stritolato dagli intrighi e le macchinazioni del NKVD.
3) Formigoni ha tutti i numeri per assumere un ruolo politico preminente a livello nazionale. E ciò è ritenuto pericolosissimo dai suoi nemici, perché il Presidente della Lombardia sarebbe perfettamente in grado di interpretare e rappresentare quel Volksgeist cattolico, mortalmente inviso alle potentissime lobby del politically correct. Per questo deve fare la fine che Lavrentij Pavlovič Berija destinava a tutti coloro che minacciavano di fare ombra al Capo.
4) Formigoni è un cattolico in fasce, anzi un embrione di cattolico, se il parametro dell’essere “adulti” è costituito dal soi-disant cattolicesimo democratico in salsa prodiana dell’onorevole Rosy Bindi. Formigoni è un papista, uno che crede davvero nei ratzingeriani valori non negoziabili, uno che prende sul serio il Magistero della Chiesa Cattolica, uno capace di difendere la vita, la famiglia e la libertà d’educazione, uno che ha ripescato il concetto di sussidiarietà dal vocabolario ottocentesco di Leone XIII, uno che ha attaccato le unioni gay invitando i cattolici del PD ad uscire dal partito, uno che ha pensato di vivere la propria fede in modo integrale e totalizzante al punto di far parte dei memores Domini. Insomma, una bestemmia per quel groviglio di interessi e poteri che va dal mondialismo economico all’europeismo massonico, dal radicalismo chic all’anticlericalismo politicamente corretto, dallo statalismo accentratore all’assistenzialismo paternalista, dalle lobby eugenetiche agli interessati imprenditori della dolce morte, dai potentissimi gruppi omosessuali alle consorterie libertarie anticristiane. Tutti uniti da un unico comune denominatore: l’odio viscerale verso tutto ciò ha il vago sentore di cattolico. Del resto, per tornare al passato, nella sistematica persecuzione della religione come “oppio dei popoli”, il nostro Berija si distinse per il particolare accanimento contro «il cattolicesimo romano papista». La lotta contro la Santa Sede divenne oggetto di un vero e proprio piano strategico del NKVD, in cui si evidenziava il «carattere reazionario, antipopolare dei Vescovi romani», bollati come «anticristiani, antidemocratici e antinazionali». Stalin in persona, nel dicembre 1943, chiese a Berija un rapporto dettagliato sulla «situazione delle Chiese cattolico-romane» nel territorio sovietico, stabilendo che di esse avrebbero dovuto occuparsi gli Agenti dei Servizi di sicurezza e il Soviet per gli Affari dei culti religiosi, appositamente costituito nella successiva estate del 1944.

Quello che sta accadendo oggi a Roberto Formigoni non può non interrogare la coscienza di tutti i cattolici italiani.

Sta a loro scegliere. Possono decidere di difendere l’unica esperienza politico-istituzionale del nostro Paese in cui si opera con successo per il bene comune, e si consente uno spazio culturale a quei principi e a quei valori in cui gli stessi cattolici si riconoscono. Oppure, possono decidere di capitolare, consegnando quell’esperienza a chi fino ad oggi ha dimostrato una disastrosa capacità di gestione, ma soprattutto a chi oggi sta attuando a tappe forzate una vera e propriakulturkampf contro quei principi e quei valori in cui gli stessi cattolici si riconoscono. Non c’è molto tempo per reagire, e questo è uno di quei momenti storici in cui tutti sono chiamati a fare una chiara e netta scelta di campo. Ciò che è in gioco è infinitamente più grande del destino personale e politico di Roberto Formigoni.
Chiudo con un’esperienza personale. Nel 2007 mi trovavo a Londra invitato ad un convegno pro-life in cui vi erano persone provenienti da varie parti d’Europa. Con mia somma sorpresa, molti dei presenti cominciarono a chiedermi di Mister Formigoni. Lì per lì non riuscivo a comprendere il motivo della notorietà internazionale del Presidente della Lombardia in quel contesto, fino a quando qualcuno cominciò ad esternarmi la sua piena ammirazione nei confronti di un governatore che era riuscito a far approvare un regolamento per dare sepoltura e funerale ai corpi straziati dei bimbi abortiti. Per loro una tale idea era fantapolitica. Continuavano a ripetermi: «How lucky you are to have such nice politicians», come siete fortunati ad avere simili politici in Italia. Simon Calvert del Christian Institute mi confessò che da loro, in Gran Bretagna, uno come Formigoni non avrebbe potuto sopravvivere politicamente più di un quarto d’ora. Da noi ha resistito per quasi vent’anni, e ora vorrebbero farlo uscire di scena, senza la fisiologia del voto democratico, ma semplicemente con un golpe mediatico-giudiziario a suon di dossier appositamente confezionati, nel miglior stile di Lavrentij Pavlovič Berija.
Non consentiamoglielo. Anche perché i cristiani d’Europa ci guardano, e non meritano di essere delusi.
".

Come lombardo di Roncoferraro (Mantova) e come uomo del centrodestra, io sto con il presidente Roberto Formigoni.
Nell'articolo, c'è anche un appello in suo favore. Sottoscrivetelo.
Formigoni è una persona "pericolosa" per un certo tipo di mondo cattolico impegnato in politica.
Questo mondo cattolico è cattolico di nome ma di fatto ha contaminato la propria idea ed i propri valori con il marxismo ed il secolarismo.
Così, questi "pseudo-cattolici"  vanno a messa alla domenica ma quando sono in Parlamento o in qualsiasi altra sede istituzionale non si schierano quando si parla di matrimoni e adozioni ai gay, di aborto e di eutanasia.
Quedsti "pseudo-cattolici" sono dei mediocri, degli utili idioti di chi vuole stravolgere una società.
Formgoni, invece, ha le idee chiare.
Egli è contrario all'eutanasia, ai matrimoni e alle adozioni gay e all'aborto.
E' chiaro che un avversario forte (qual è il governatore della Lombardia) non si possa attaccare direttamente.
Così, si ricorre alla calunnia contro di lui.
Un mio amico dice che il comunista è uno spalatore di letame.
E' vero!
Il comunista, infatti, ricorre alla calunnia per mettere in cattiva luce il proprio avversario, quando non riesce a batterlo con gli attacchi diretti.
Pertanto, io firmerò l'appello in favore di Formigoni.
Cordiali saluti.

Le prossime Olimpiadi? Siano fatte a Gerusalemme!

Cari amici ed amiche.

Vorrei lanciare una "provocazione" o (a seconda del punto dei vista) un'"idea".
Perché non fare a Gerusalemme le Olimpiadi del 2016?
Io penso che la capitale israeliana (non che città santa della grandi fedi monoteistiche) possa essere una buona cosa.
Le Olimpiadi in quella città aiuterebbero molto lo Stato di Israele e le comunità che vi risiedono.
Le Olimpiadi sono segno di pace e farle nella città che avvicina a Dio sarebbe una cosa commendevole.
Cordiali saluti.

sabato 28 luglio 2012

Romney promette guerra all'Iran, per la sicurezza di Israele

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo scritto su "Rinascita.it" ed intitolato "Romney promette guerra all’Iran per l’amico Netanyahu".
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney ha dichiarato al quotidiano israeliano Ha 'retz  di non volere escludere anche l'opzione militare contro la minaccia proveniente dall'Iran.
E' chiaro che nessuno voglia la guerra.
La guerra è sporca e provoca la morte di molte persone.
Tuttavia, se c'è un pericolo reale, bisogna intervenire.
Ergo, se l'Iran dovesse minacciare Israele e se dovesse avere le armi atomiche, una guerra potrebbe diventare inevitabile.
Bisognerà fare di tutto per evitarla ma se l'Iran continua a minacciare uno Stato legittimo (qual è Israele), la guerra potrebbe diventare inevitabile.
Non ci si rende conto che l'Iran di Mahmud Ahmadinejad non è diverso dalla Germania di Adolf Hitler?
Vorrei citare una frase di Winston Churchill che recita:

"Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.".

Questa frase fu pronunciata nel 1938, alla fine dell'accordo di Monaco, accordo che fu stipulato tra Hitler, il Primo Ministro Inglese Chamberlain ed il Presidente della Repubblica Francese Daladier e che permise ad Hitler di invadere la zona dei Monti Sudeti, una zona che faceva parte dell'allora Cecoslovacchia e che oggi fa parte della Repubblica Ceca.
Chamberlain e Daledier speravano di calmare Hitler.
Invece, lo rafforzarono e sappiamo tutti come andò la storia.
Non vorrei che ciò si ripetesse con Ahamdinejad.
Cordiali saluti.



SAGGIO E RIFLESSIONE SUL DECAMERONE



Ubi Mors Nigra domina et in spada…
et in falx a trebbiare dura…
i colli varcante fuit et le mura…
per reparare, ubi nullo di certo…
in spirare malo stette per tempo…
tale spirto, in agro a fugare…
meste le genti presero;

et diece furono in bona…
alba come del sole i giovini…
in tale fare con loro rege…
o reina, per lezzo tale di Morte…
lasciare, in novellare altrui ventura…
mossero per diece tramonti et vagare;

et in tale lectura acuto…
colse cantore et magister…
et novelliere Ioannes…
che in contare la vita facendo nova…
si grama la vecchia et vera…
nullo porta a gnuno patire.

ANTONIO GABRIELE FUCILONE
RONCOFERRARO (MANTOVA)

Dal blog "Bugie dalle gambe lunghe", Non per niente hanno ammazzato Gesù Cristo…

Cari amici ed amiche.

Non posso non commentare questo articolo del blog "Bugie dalla gambe lunghe" che è intitolato "Non per niente hanno ammazzato Gesù Cristo…":

"Un esempio piccolo piccolo del modo di fare “informazione” in Italia. Sta girando viralmente, sulle pagine di “contro informazione” questa foto:





Che cosa mostra? Due macchine parcheggiate vicino a una barriera di filo spinato, bambini, ragazzi e adulti, due dei quali guardano dentro un binocolo. L’articolo che accompagna questa foto, se articolo si potesse chiamare, è stato ripreso pari pari daqui, un blog che alla voce “chi siamo” scrive: “Cadoinpiedi.it nasce il 1 dicembre 2010 come portale multimediale di approfondimento dei temi di attualità con la collaborazione di molti autori. L’iscrizione al sito permette di ricevere giornalmente una newsletter con un estratto dei principali contenuti”. Come dire? Nulla. E va bene. Ma leggiamolo questo “articolo”:

“Macchine cariche di israeliani, lasciano la calura della pianura sottostante, e alla brezza rinfrescante delle alture, armati di binocolo, barbacue e attrezzatura varia di pic-nic, si godono lo spettacolo oltre confine, lanciando gridolini soddisfatti quando esplode un colpo di mortaio o si alzano i fumi dei combattimenti tra le forse di Assad e le armate dei ribelli, che, a prezzo di più di 20.000 morti, 200.000 prigionieri politici, più di 120.000 rifugiati, stanno pagando un alto prezzo di sangue alla loro richiesta di libertà. Le alture del Golan sono un altopiano dall’altezza massima di 2.000 metri, appartenenti alla Siria, ma occupate militarmente da Israele dal 1967 e annesse unilateralmente. Nonostante con una risoluzione, n. 497, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu abbia dichiarato nulla l’annessione, Israele continua l’occupazione del territorio, abitato in larga parte da drusi che hanno rifiutato di rinunciare alla cittadinanza siriana.”







Ecco, questa è la “notizia”! A parte il penoso sbaglio di scrivere “forse” al posto di ”forze” (esplicativo del livello del “giornalista”!) cosa dice? NULLA. Cosa mostra? NULLA! Evoca, e tanto basta. Come si fa con un canocchiale a vedere combattimenti che si svolgono a 400 km di distanza? O a 200? O a 50? Come si fa a sentire i “gridolini di gioia” degli israeliani, notoriamente, questo si deve evincere, assetati di sangue e felici quando possono assistere a un bel massacro? Sembra una barzelletta vero? Eppure c’è chi, leggendola, l’ha presa molto sul serio. Alcuni commenti apparsi sotto questo “articolo” in una pagina che si vanta di essere “Libera Informazione”:

1) Si confermano per quello che sono…(come volevasi dimostrare! Gli ebrei, ops scusate, gli israeliani godono alla vista del sangue, anche quando non si vede ma si immagina!)

2) Odio Israele con tutto il cuore…….(esplicito e deciso)

3) ci sara un motivo se da 3000 anni ce l hanno con loro !!! (ah, Israele esiste dal ’48! Allora di chi parla?)

4) Leggermente stronzi ? e poi fanno anche le vittime (uffa! questi ebrei! fanno sempre le vittime!)

5) gente malata,come si fa a guardare come la gente muore???? (dov’è la gente “che muore”? e la domanda presuppone una risposta implicita: non sono umani)

6) .sempre detto sono anche peggio dei nazi…(eh… strano che invece l’effetto nazi lo creino questi commenti)

7) gli israeliani sono peggio dei nazzisti della seconda guerra…(questo in ossequio all’articolo sgrammaticato)

8) ‎…..sara una notizia sbagliata…ma se continuano cosi…continuano a dare ragione alla storia (questo è interessante. Prende in considerazione la possibilità che la notizia non esista, ma subito dopo afferma che comunque “la storia” -quale? quella di Auschwitz?- qualche ragione ce la possa e debba avere)

9) certamente gli ebrei non fanno nulla per rendersi simpatici ai più, poi ci tacciano di antisionismo!! (ma che assurdità cara! Chi mai penserebbe a trattarti da antisionista! certo che gli ebrei se la cercano! non fanno mai nulla per restare “simpatici” a quelli come te!)

10) non per niente hanno ammazzato GESU CRISTO (evergreen)

11) magari stanno tifando per i ribelli cosi’ possono invadere e colonizzare anche la siria (la nota smania colonizzatrice israeliana)

12) Gli ebrei sono il popolo eletto da Dio, quindi possono massacrare tutti i popoli che vogliono, perché hanno Dio che gli guarda le spalle. Ma quando morirà Dio, vedrai che carneficina di ebrei!!!! (no comment, un po’ di messianesimo non fa mai male)

Ecco, questo è il livello. E che cosa è bastato a “Libera Informazione” per scatenare il più bieco antisemitismo di questi “cittadini normali”? Una foto di gente con un binocolo!

La discussione, per chi avesse interessi socio/antropologici è QUI
".

Io penso che qui ci sia uno stupido pregiudizio contro Israele e gli ebrei.
Purtroppo, l'occasione delle Olimpiadi lo sta dimostrando.
Cosa sarebbe costato dedicare un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato che ci fu nel 1972 a Monaco di Baviera?
Non sarebbe costato nulla!
Invece, quelli del Comitato Olimpico hanno preferito fare diversamente.
Questa è una vergogna.
Ad una vergogna se ne unisce un'altra.
Subito, vari mass media e tutto il mondo della cultura di sinistra anticapitalista, come quelli legati a certi partiti di estrazione neofascista e neonazista hanno iniziato ad attaccare gli ebrei ed Israele con le solite tiritere antisemite.
Anche su Facebook certi personaggi si muovono in questo senso.
Alcuni di loro che sono in contatto con me hanno già messo foto e slogan contro Israele.
Io li ho subito contestati.
Tra l'altro, ci sono alcuni dei miei correligionari cattolici che sostengono tesi assurde.
Qualcuno di loro ha contestato la mia posizione pro-Israele, quasi come se fossi un eretico.
Io vorrei rispondere dicendo una cosa.
Il mio sostegno ad Israele e la mia simpatia verso gli ebrei non sono incompatibili con la mia fede cattolica.
Anzi, per molti versi, io sono più tradizionalista di certi presunti tradizionalisti.
Questi ultimi si attaccano tanto ai riti latini ma essi guardano più alla forma che non alla sostanza.
Tra l'altro, ricordo che Papa Pio XI definì l'antisemitismo incompatibile con la tradizione cattolica.
Queste furono le sue parole pronunciate nel 1938:

" Ma l'antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti!".

Ne ho anche per i cattolici di sinistra, quelli che sono amici di don Gallo e soci.
Essi mi considerano "amico" dell'israeliano che sfrutta e vessa il "povero" palestinese.
A questi vorrei dire una cosa.
Ricordo che tra gli Arabi vi sono persone che vogliono distruggere lo Stato di Israele, uno Stato legittimo.
Preferisco sostenere il soldato israeliano che difende il suo Paese e non il terrorista  che uccide persone innocenti.
Tra l'altro, i terroristi vogliono eliminare anche i cristiani.
Se qualcuno ha dei problemi vada da chi di dovere e chieda la mia scomunica.
Dubito che ciò avverrà!
Termino parlando ancora dei giochi olimpici ed invitandovi a leggere l'articolo de "Il Giornale" intitolato "La torcia accende i Giochi più antidemocratici di sempre". 
Cordiali saluti. 


Camillo Langone, "Ripartiamo da Itaca, non da Predappio", in 'Libero' del 18/07/12, pag. 11

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, quel genio qual è l'amico Filippo Giorgianni ha messo questo testo di Camillo Langone:

«Purché non sia nostalgia. La mia paura è che l’indispensabile rifondazione culturale della destra italiana si rattrappisca in una sorta di rifondazione missina. Non tanto perché missino io non lo sono mai stato: non ne faccio una questione personale. Ma perché, molto evidentemente, di tutto l’Italia ha bisogno fuorché di un ritorno agli anni Settanta, anche se solo nei termini di un vintage intellettuale. Purtroppo invece leggo la lista dei promotori e dei partecipanti di “Ritorno a Itaca”, il convegno pro-destra tenutosi l’altro giorno ad Acquasanta Terme, e mi sembrano davvero poche le persone che non abbiano trascorso qualche remoto anno nel Fronte della Gioventù. Nonostante il toponimo cattolico e lo svolgimento dei lavori in un monastero benedettino, in quella località delle Marche mi sarei sentito spaesato e in tanti devono averla pensata come me, siccome l’appello di Marcello Veneziani “a tutte le destre” è stato raccolto da una destra sola, quella con Benito nell’album dei ricordi. Dov’era la destra cattolica? Dov’erano Giovanni Cantoni e Giovanni Lindo Ferretti, Angela Pellicciari e Costanza Miriano? Dov’erano Alleanza Cattolica e Antonio Socci, il giurista Francesco D’Agostino e Magdi Allam? E Roberto Dal Bosco gran di svelatore del nichilismo buddista? E dov’era la destra libertaria di Oscar Giannino, degli economisti dell’Istituto Leoni e dei ragazzi dei Tea Party? Non pervenuti nemmeno loro. Su quel palco piceno mi sarebbe piaciuto vedere Giancarlo Gentilini, leghista e patriota, e poi Pier Carlo Bontempi, sommo architetto della tradizione, e Ida Magli, una che di euro e di Europa aveva già capito tutto nel 197, e Claudio Risé con i suoi maschi selvatici, e un poeta di sicuri sentimenti nazionali come Aurelio Picca… Niente da fare. Non poteva andare altrimenti perché l’appello di Veneziani aveva un titolo includente ma un testo escludente che si rivolgeva esplicitamente solo alla Destra di Storace, a quel poco che resta di Futuro e Libertà e alla componente aennina all’interno del PdL. Dando la sensazione, più che di un ritorno a Itaca, di un ritorno a Predappio. La nostalgia è la grande malattia dell’intero centrodestra (ha colpito quindi non solo gli amici di Veneziani) e per diagnosticarla anziché Omero serve Jack London e il suo Richiamo della foresta. Tutti improvvisamente smaniano di tornare all’origine, sulle posizioni di quando erano giovani (o meno vecchi), e quindi c’è chi parte per Forza Italia, chi per Alleanza Nazionale. È un fenomeno anche comprensibile, visti i chiari di luna, però patetico (Premio Disperazione a Carmelo Briguglio che ieri ha proposto di rifare AN e di rimetterci a capo Gianfranco Fini). Purtroppo per loro, al posto della grande foresta i ritornanti troveranno solo radi boschetti, defogliati dal tempo. Se non addirittura singoli alberi, assediati dalla vecchiaia e dal cemento, incapaci di fornire qualsivoglia riparo. Contenti loro… Concludo qui la lista delle inevitabili critiche, che poteva perfino essere più lunga, per venire alla pars costruens: l’inevitabile condivisione della necessità, anzi dell’urgenza, di una rifondazione culturale della destra. Per uscire dall’intellettualismo e dal settarismo di Acquasanta, mantenendo però il medesimo format, propongo di intitolare il prossimo convegno “Ritorno alla Nazione”. Allora sì. Sul tema della sovranità (“politica, monetaria, internazionale” come precisato da Veneziani a Borgonovo su queste pagine) possono confluire tutte le destre possibili e immaginabili, e forse pure quelle inimmaginabili che al momento se ne stanno ben nascoste perché intenzionate a combattere Monti e la finanza mondiali sta ma non a partecipare ai raduni dei vecchi camerati. In fondo lo slogan giusto esiste già da qualche tempo, si tratta solo di dargli una bella lucidata. Verrà rilanciato in un libro in uscita a settembre per Mondadori, firmato proprio da Veneziani e felicemente intitolato Dio, patria e famiglia. E se qualcuno storce il naso di fronte alla grande triade delle “cose permanenti” (per citare Eliot) faccia la cortesia di accomodarsi altrove: abbiamo scoperto che è di sinistra.».

Io penso che essere di destra sia una cosa ed essere fascisti sia un'altra.
Come uomo di destra, io ho sempre cercato di fare una distinzione.
Specialmente ai miei conterranei di Roncoferraro (Mantova) ho sempre cercato di fare capire che la destra è una cosa ed il fascismo ne è un'altra.
La dimostrazione di ciò fu quello che accadde nel 1945.
Dopo la caduta del fascismo, ci furono molti tentativi di inglobare pezzi di quest'ultimo nei partiti antifascisti.
Ad esempio,  il Partito Comunista Italiano volle inglobare quella parte "rivoluzionaria" del fascismo.
La Democrazia Cristiana, invece, puntava ad inglobare il fascismo di governo, quello borghese.
Quindi, il fascismo non può essere definito "di destra".
La destra, invece, esiste da prima della venuta del fascismo.
Essa deriva dalla volontà dell'uomo di difendere le proprie radici contro il progressismo che puntava a distruggerle.
Il progressismo, in realtà, generò regresso.
Per esempio, nel Medio Evo i re avevano l'ebreo di corte, ossia un dignitario di religione ebraica che fungeva      
da "ambasciatore" della comunità ebraica presso la corte.
Nel  XX secolo, invece, ci furono governi che fecero morire parecchi ebrei. 
Eppure, dal Medio Evo al XX secolo ci furono "progressi". 
La destra vuole mantenere saldi quei valori che fondarono una civiltà come la nostra.
Essa, quindi, vuole attingere a quel punto di incontro tra le varie radici della nostra civiltà, la radice greco-latina e quella giudaico-cristiana.
Il Medio Evo fu quel punto di incontro.
La destra, per esempio, deve parlare di sussidiarietà (concetto che nacque nel Medio Evo) e deve ritornare a quella purezza iniziale di certi mestieri.
Ad esempio, le banca nacque nel Medio Evo, attraverso i Cavalieri Templari, come "Monte di Pietà".
La destra deve parlare di ciò ed abbandonare certe ampollose celebrazioni come quelle di stampo fascista.
La destra deve parlare di famiglia e di difesa della proprietà privata.
La destra non deve essere egualitaria ma meritocratica.
Ad esempio, nel Medio Evo, un re dava un feudo ad un signore per la sua fedeltà.
La destra può parlare di dialogo tra i popoli ma secondo le comuni radici (e senza rinnegare la propria cultura) e non secondo il pensiero massonico-illuminista.
Per esempio, re Carlo I Stuart (1600-1649)  era di destra.
Infatti, egli voleva il dialogo con gli altri, puntando però sulle radici comuni e senza rinnegare la cultura del proprio Paese, e, nel contempo, rifiutando la Rivoluzione, ossia il protestantesimo che minava le basi stesse della monarchia inglese.
Questo sarebbe stato il ritorno alla "cattolicità", ossia all'universalità della tradizione cristiana, secondo il canone del Medio Evo.
Questa è la vera destra.
Cordiali saluti. 



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.