Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

venerdì 25 febbraio 2011

TRIPOLI, SINAGOGHE E CHIESE, UN PATRIMONIO IN PERICOLO






Cari amici ed amiche.
Vi invito a visionare questo video preso da Youtube che mostra la città di Tripoli, capitale della Libia, negli anni '60.
Vi invito anche a visitare il sito di Paolo Cason, http://www.paolocason.it, uno degli esuli italo-libici.
Le foto che sono qui sopra provengono dal suo sito, il cui link figura nella voce "Link preferiti di questo blog.
Cason è uno dei tanti esuli italiani che furono costretti a lasciare la Libia, con il colpo di Stato del 1970, golpe che portò Mu'ammar Gheddafi al potere e che stravolse il Paese.
Da persona a cui piacciono la storia e l'arte (specialmente quella sacra) non potevo non parlare di quello che successe nella Libia di quegli anni e di quello che potrebbe accadere, alla luce di quanto sta accadendo.
Prima del 1970, Tripoli era una città in cui gli italiani coesistevano con gli arabi.
Anzi, la comunità italo-libica era bene integrata nella società ed era vitale.
Accanto alle moschee,vi erano chiese e altri edifici di pregevole fattura.
Oltre alle chiese, vi era anche una bella sinagoga, per la comunità ebraica.
Purtroppo, quanto successe nel 1970 stravolse la situazione.
Mandati via gli italiani, il numero di ebrei e di cristiani presenti in Libia si ridusse drasticamente.
Prima del 1970, la Chiesa libica era costituita da due diocesi (Tripoli e Bengasi), dal Vicariato apostolico di Derna e dalla Prefettura apostolica di Misurata.
Dal 1970, la Chiesa venne ridotta ad un massimo di 10 sacerdoti e a due chiese, una a Tripoli ed una a Bengasi.
Oggi, vi sono il Vicariato aspostolico di Tripoli ed il Vicariato apostolico di Bengasi che sono retti, rispettivamente, dal vescovo veronese, quasi mio conterraneo, monsignor Giovanni Martinelli, e dal vescovo argentino, monsignor Sylvester Carmel Magro.
Purtroppo, tanta parte del patrimonio cristiano in Libia è andata perduta.
Ne è un esempio la Cattedrale del Sacro Cuore.
Essa era una bella chiesa di stile neoromanico che fu fatta negli anni '30 dall'architetto Saffo Panteri.
Le forme ricordavano un po' il duomo di Modena ed aveva una cupola di 43 metri.
Gli interni erano solenni.
Pregevole era una scultura che rappresentava la Pietà, in cui vi era raffigurata la Vergine Maria che teneva in braccio suo figlio Gesù morto.
Nel coro, la chiesa aveva un grandioso organo a canne.
Purtroppo, di tutto ciò resta ben poco.
La Chiesa fu trasformata in moschea.
Tutti gli arredi che aveva all'interno furono tolti come fu demolita la guglia del campanile (che fu sostituita dal minareto) e la cupola fu riadattata in forme islamiche.
La sua facciata, decorata con logge ed un'elegante trifora romanica, fu completamente cambiata ed oggi reca iscritti i versi del Corano.
Purtroppo, non fu l'unica chiesa a venire tolta ai cristiani.
Anche la Chiesa della Madonna della Guardia non è più dedicata al culto cristiano.
Anch'essa di stile neoromanico e con un grandioso rosone al centro, oggi è utilizzata come palestra di judo.
Nella "città vecchia", vi è la Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Questa chiesa fungeva da cattedrale, prima ce venisse realizzata la Cattedrale del Sacro Cuore.
Oggi, grazie alla mediazione di monsignor Martinelli, la chiesa è ancora aperta al culto cristiano. Essa, infatti, fu affidata alla Chiesa anglicana, che, comunque, concede ai cattolici di celebrarvi le liturgie per la festa della Madonna.
Potete leggere l'intervista a monsignor Martinelli, seguendo il link http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/131q07a1.html.
Vi è anche la Chiesa di San Francesco in Dahra.
Questa è l'unica chiesa cattolica rimasta a Tripoli.
Pregevol è la pala (nella foto in alto) che fu dipinta dal pittore napoletano Mancinelli e donata da Ferdinando II, re delle Due Sicilie nel 1857.
Oltre alle chiese, vi è il Cimitero cristiano di Hammanji.
In esso riposano molti italiani ma è in stato di degrado.
Vi è anche una sinagoga.
La Sinagoga di Slat Bar Bishj fu ricostruita dall'architetto fu ricostruita dall'architetto Umberto di Segrè ed era il luogo di culto della nutrita comunità ebraica presente a Tripoli.
Oggi, essa è in cattive condizioni e pare che la si stia trasformando in moschea.
Anche il Cimitero ebraico rischia di scomparire.
Purtroppo, quanto sta succedendo ora, rischia di spazzare via quel poco che resta della comunità ebraica di quella cristiana presenti a Tripoli.
Noi italiani, che tanto demmo sia alla comunità cristiana che a quella ebraica della Libia e che in esse fummo protagonisti, non possiamo non fare nulla.
Quel patrimonio che si trova a Tripoli è anche nostro, così com'è anche nostro il patrimonio rappresentato dalla vicina città romana di Leptis Magna, che fu la città natale dell'imperatore Settimio Severo (146 AD-211 AD).
Tutto questo patrimonio è a rischio.
Vorrei fare una proposta.
Mi rivolgo ad eventuali lettori italo-libici di questo blog.
Se hanno delle foto, dei documenti storici, delle monete o quant'altro sugli italiani in Libia, li passino pure sullo scanner e mi inviino le copie.
Così, farò un articolo (con una piccola photogallery) su questo blog.
A me piace parlare di storia.
Se si conserva e trasmette la memoria degli errori passati, si evitano quelli futuri.
Cordiali salut.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.