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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 25 febbraio 2011

CATTOLICESIMO, MARTIN LUTHER E RIFORMA, PASSATO E FUTURO




Cari amici ed amiche.

Prendo spunto da un articolo dell'Unione Cristiani Cattolici Razionali (UCCR), il cui link è http://www.uccronline.it/2011/02/24/chiesa-anglo-luterana-%C2%ABannulliamo-la-riforma-e-torniamo-nella-chiesa-cattolica%c2%BB/.
In questo articolo si parla della Chiesa anglo-luterana americana che ha deciso di tornare in Comunione con Roma. La massima autorità di questa confessione religiosa, il reverendo A. Glad Felter, metropolita della Chiesa anglo-luterana, ha scritto al vescovo anglo-cattolico della Florida, monsignor Edward J. Steele, una lettera con cui affermava di volere annullare la Riforma e gli errori di Martin Luther e di tornare in piena e visibile comunione con Roma.
Da qui, ho avuto l'idea di fare questo articolo, anche riprendendo un mio scritto precedente, un articolo in cui trattai proprio il discorso inerente a Martin Luther (o Lutero, come dir si voglia).
Vi invito a leggere l'articolo intitolato "Lutero, chi era e che cosa ha lasciato?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/04/lutero-chi-era-e-che-cosa-ha-lasciato.html.
A mio modesto parere, Martin Luther ebbe ragione nel merito ma commise degli errori nel metodo.
Era fuori discussione il fatto che la Chiesa cattolica dei suoi tempi avesse dei problemi.
Ad esempio, certi vescovi (ed anche certi Papi) di allora erano signori ricchi e facevano fare grandi opere monumentali (e ciò fu anche una cosa positiva perché fu dato un impulso all'arte) ma trascuravano completamente la comunità cristiana a loro affidata.
Inoltre, i vescovi di allora non furono obbligati a risiedere nelle loro diocesi e potevano controllare anche più vescovati ed avere più rendite.
Questo li rendeva spesso latitanti e lontani dai bisogni della comunità.
Inoltre, la simonia (vendita di cariche ecclesiastiche) era una regola, come la corruzione del clero.
Già nel Medio Evo ci fu questa pratica e un esempio fu Papa Benedetto IX (1012-1055) che vendette la sua carica per due volte e che per altrettante volte la rivolle.
Oltre a ciò, molti sacerdoti non erano istruiti.
Questo era noto anche a Roma, come dimostra questo brano del 1513 che fa parte del "Programma di governo della Chiesa", opera scritta dai monaci veneziani Giustiniani e Qurini, su incarico di Papa Leone X.
Il brano recita:
"Di questi mali che abbiamo elencato nessuno può dubitare che l'ignoranza sia il più grande e il principio e la causa di tutti.
Troverai molte migliaia di religiosi i quali non sanno leggere ne scrivere mediocremente. Ancora, in tutta la numerosissima moltitudine di religiosi a stento troverai due su cento o dieci su mille che abbiano imparato quel po' di latino necessario per capire ciò che leggono nelle chiese ogni giorno.".
Questo fu molto grave, specialmente se tiene conto del fatto che in quegli anni si diffuse la stampa e che, quindi, inziarono ad esserci più persone istruite che potevano leggere anche la Bibbia.
Inoltre, vi erano anche preti che vivevano con donne e che violavano il voto di castità. Essi vivevano in concubinato.
Raccontano certe cronache che quando Roma venne saccheggiata nel 1527, i lanzichenecchi (mercenari tedeschi) entrarono in una stanza di uno dei palazzi e trovarono un prete che giaceva "in lectum" con una donna, forse una delle tante cortigiane, che oggi potremmo definire "escort".
Forse, qualcuno, nei giorni nostri, farebbe una figura decente, se non facesse il moralista.
Tutto ciò creò malcontento e la Chiesa era molto criticata.
Lutero capì questo fece una sua proposta di Riforma.
Certamente, egli agì in buona fede ma, a mio giudizio, commise due errori fondamentali.
Il primo fu di ordine culturale.
Lui puntò molto sul nazionalismo tedesco.
Questo errore fu grave perché portò alla nascita di quella corrente di pensiero che (unita alla secolarizzazione) nel XX secolo causò delle tragedie.
Certo, quanto detto da Lutero va contestualizzato e, di sicuro, lui non ebbe nulla a che fare con il nazismo ma le sue parole vennero prese come spunto dai nazionalisti tedeschi dei secoli XIX e XX.
Lutero avrebbe dovuto fare un discorso in chiave universale.
Il secondo errore di Lutero fu di ordine religioso.
Egli non tenne suffcientemente conto della Tradizione della Chiesa.
Egli, infatti, avrebbe dovuto fare un progetto di riforma che confermasse il Primato del Papa, la funzione dei vescovi e della gerarchia ecclasiastica (con il celibato degli uomini di Chiesa) e la Successione apostolica, i Sacramenti, la Transustaziazione, i culti della Vergine e dei Santi e la Solennità della Liturgia, senza togliere innovazioni, come un maggiore rigore, la possibilità da parte di ogni fedele di leggere la Bibbia e, magari, la traduzione di alcuni canti liturgici e delle omelie in lingua, mentre le letture e le celebrazioni dei Sacramenti sarebbero rimaste in latino, vista la loro solennità e vista anche l'universalità della Chiesa cattolica.
Purtroppo, quei due errori generarono situazioni non belle.
Se del nazionalismo ho già detto tutto, della mancanza di attenzione verso la Tradizione si deve dire molto.
Essa generò la frantumazione della cristianità.
Si formarono Chiese separate che spesso erano in guerra anche tra loro.
Inoltre, essa fece sponda anche ai sovrani e principi che usavano le dottrine protestanti per separarsi dalla Chiesa cattolica e controllare i beni ecclesiastici.
Oggi, i rapporti tra protestanti e cattolici devono forti.
Noi cristiani non possiamo permetterci di essere divisi di fronte a questa secolarizzazione.
Dobbiamo valorizzare ciò che ci unisce.
Del resto, anche nel protestantesimo vi è una rinascita di certi valori.
Pensiamo anche alla devozione mariana.
Vi invito a consultare il sito http://www.kanaan.org/.
Questo sito mi è stato segnalato dall'amico Arild Kare Edvardsen su Facebook, che ringrazio.
Inoltre, alcune Chiese protestanti, come la Chiesa luterana svedese (su cui dovrò documentarmi), hanno una gerarchia episcopale.
Termino con una mia poesia, una preghiera rivolta a Santa Brigida di Svezia, poesia che porterò all'VIII edizione del "Pranzo dei Poeti Mantovani" il 06 marzo prossimo. Una copia di questo articolo, con la poesia, sarà regalata al signor Sergio Aldrighi presidente del cenacolo di poeti dialettali mantovani "Al Fogolèr", che mi ha invitato come ospite.
Del resto, la terra di Santa Brigida, la Svezia, è una terra di grande tradizione cristiana ma, dal 1527 (sotto il regno di re Gustavo I Vasa, 1496-1560, nell'immagine in basso), la sua Chiesa è separata da noi.
Nel testo è raccontata la storia della cristianità svedese e sono citati personaggi comi Giovanni Magno (1488-1544), l'ultimo arcivescovo cattolico di Uppsala.
E' anche una preghiera per tutti coloro che caddero vittima delle guerre di religione di quegli
anni ed è anche un modo per riavvicinare a noi un Paese come la Svezia. E' anche una preghiera per voi che leggete, cattolici, ortodossi, protestanti, vecchi cattolici o non cristiani che siate.

A SANCTA BRIGIDA DI SVEZIA

Comu fù nti li tempi antiqui...cusì vinni pè a vena l'anni...
cusì fattu 'n "rustica lingua romana a thiotisca" la cantu...
a Diu...chì stesi fin'a l'ultimu vescu Ghjuvanni...
et a cantà voi, o pia Brigida, cusì da Valdstena...
et certu 'n tutta l'Europa vinni...com'ancu 'n Roma...
ma su la tarra voscia fù cusì un autru Calvariu...
quandu di sangue lu Malaren si fici...pè vulè di lu rè...
chì fù strangeru...et poscia vinni un autru lariu...
cù da lu mari venuti li dui fratelli...dui curati...
chì tedescu ficiru lu Cridu...et sangue fù ancora...
et ché cusì visti la tarra voscia...pè li nosci martiri priati!
Amen.

Cordiali saluti.











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