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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 febbraio 2011

I SIMBOLI DELL'ITALIA UNITA














































Cari amici ed amiche.


Ringrazio la signora Alessandra Spanò che, su Facebook, mi ha inoltrato questo articolo, commentando quanto da me scritto su Vincenzo Gioberti, http://thecandelabra.blogspot.com/2011/02/se-avessero-dato-ascolto-gioberti.html.
Da qui, voglio prendere lo spunto su una questione, incominciando a porre una domanda.
L'Italia unita ha dei simboli?
Molti vedono nella figura di Giuseppe Garibaldi un simbolo dell'Italia unita.
In realtà, Garibaldi non può essere considerato un simbolo dell'Italia unita.
Infatti, molti lo vedono come colui che unì l'Italia.
In realtà, quando sbarcò a Marsala, egli fece stragi di innocenti e ciò è documentato.
Vi invito a visionare questo video preso da Youtube.
Ancora oggi, c'è chi dubita di Garibaldi e questi dubbi sono pienamente legittimi.
Un simbolo è qualcosa che unisce, come dice l'etimologia del termine che deriva dal greco "symballein", ossia "ciò che unisce". Il suo opposto è "diaballein" , ossia "ciò che divide". Da qesto vocabolo deriva il termine "diavolo".
Quindi, Garibaldi è più "diavolo" che "simbolo" e questo paragone mi sembra azzeccato, visto il noto anticlericalismo del personaggio che chiamò i suoi asini Pionono e Santissima Trinità, che definì Papa Pio IX "un metro cubo di letame" e che urlava slogan che dicevano frasi come:
"Preti alla vanga!".
Garibaldi non può essere considerato un simbolo dell'Italia unita.
I veri simboli sono altri e la storia ce li consegnò.
Uno di questi è, senza dubbio, Giulio Cesare (101-100 BC-11 BC).
Perfino Dante Alighieri, lo citò tra le persone positive. Infatti, nella sua "Divina Commedia", egli lo mise nel Limbo, il luogo in cui andavano le anime buone non battezzate.
Cesare fu un grande condottiero e scrittore. Citato anche da uomini di cultura di grande respiro europeo (come Geoffrey Chaucer), Cesare portò la cultura di Roma nel mondo ed unì l'Italia sotto un'unica bandiera ed un'unica identità.
L'Italia, però, non fu solo Giulio Cesare.
Roma fu "Caput mundi" ma divenne anche il cuore della cristianità.
San Pietro, il vicario di Cristo sulla Terra, vi si insediò e tutti i suoi successori, i Papi, ne fecero il loro centro.
Quindi, il Crocifisso è simbolo dell'Italia, un simbolo imperituro che qualcuno, in nome del "politicamente corretto" vorrebbe rimuovere.
Di conseguenza, anche la Vergine Maria, a cui molte delle nostre chiese disseminate dalle Alpi alla Sicilia sono consacrate, ed i numerosi Santi e Beati (come San Benedetto da Norcia, San Francesco d'Assisi, Santa Chiara, Santa Caterina da Siena, Beato Giovanni XXIII e San Pio di Pietrelcina) sono simboli dell'Italia.
Può essere considerato un simbolo dell'Italia anche l'imperatore bizantino Giustiniano I (482 AD-565AD).
Egli salvò il diritto romano e con lui l'Italia fu unita sotto un'unica bandiera, prima che arrivassero il Longobardi nel 568 AD.
Con i Longobardi, l'Italia si divise per tredici secoli restò divisa.
Ma ci sono ancora altri simboli.
Uno di questi, fu l'imperatore Federico II di Svevia (1194-1250).
Egli favorì le scienze e le arti.
Promosse la "Scuola siciliana", da cui Dante Alighieri attinse molto per le sue opere.
Quindi, questo imperatore contribuì a forgiare la nostra lingua, l'italiano, ed ebbe il progetto di unire l'Italia e la Germania in un unico grande impero universale che avesse proprio nell'Italia il suo centro.
Le sue idee furono troppo avanti rispetto al periodo in cui visse.
Anche l' Ordine dei Cavalieri Templari può essere considerato un simbolo dell'Italia. In esso si riunivano molti italiani provenienti da varie parti.
Le sue "mansioni" e le sue "precettorie" erano dislocate ovunque, dalle Alpi alla Sicilia.
Lo stesso si può dire per l' Ordine degli Ospitalieri.
Anche lo stesso Dante Alighieri (1265-1321), il "padre della nostra lingua" può essere considerato un simbolo della nostra terra.
Lo stesso si può dire di Cristoforo Colombo (1451-1506), di Leonardo da Vinci (1452-1519), di Galileo Galilei (1564-1642), di Alessandro Volta (1745-1827) e di tanti altri pittori, scrittori, poeti, uomini di scienza ed esploratori che si succedettero fino ai giorni nostri e che oggi tutti ci invidiano.
Da ciò si può desumere che l'Italia non avrebbe avuto bisogno di Garibaldi per essere unita.
Peccato che nessuno lo capì in tempo.
Lo capirono, invece, gli architetti che fecero la Concattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta, capitale di Malta.
Vi invito a guardare la foto in alto, che avevo trovato su Facebook e che mi era piaciuta e che avevo salvato sul mio computer. Sono appassionato di arte.
Spero che l'autore della foto non si dispiaccia se la metto qui.
In questa foto è raffigurata una statua di un angelo che decora l'interno della Concattedrale.
Questa statua regge uno scudo che reca la scritta "Italia".
Questa chiesa risale al XVI secolo.
Questo significa che l'idea di un'Italia unita era preesistente a Garibaldi.
Termino con una mia poesia, poesia che porterò anche ad un evento che si terrà domenica 06 marzo presso il ristorante "Il Nespolo" che si trova a San Biagio, in Provincia di Mantova.
Questo evento è l' "VIII Pranzo dei Poeti Mantovani" ed è organizzato dal cenacolo dei poeti mantovani "Al Fogolèr". L'evento inizierà alle ore 10:00.
Io sarò tra gli ospiti. Per partecipare, ci si deve prenotare.
La poesia è dedicata allo sbarco a Marsala ed è intiatolata "L'ARVULU DI MENNULI NSANGUINATU", ossia, "IL MANDORLO INSANGUINATO".
Buona lettura.
L'ARVULU DI MENNULI NSANGUINATU
Cusì...comu dissi l'Apostulu chì lu Signuri amete...
da lu Mare vinni la Fera...di miricanu sangue vestita...
et cusì 'n Marsala fù la porta di lu Nfernu...
et vinni...cù lu focu...la Morti...
pè tanti nnucenti...poscia la Candelora...'n finisce di mmernu...
et cuntru Diu...finìu unu regnu di sèculi...
et russi vinniru...li janchi ciuri d'onne àrvulu di mènnuli!
Cordiali saluti.










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