Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

domenica 20 febbraio 2011

COMMENTO SUL LIBRO "L'INGHILTERRA CONTRO IL REGNO DELLE DUE SICILIE"


Cari amici ed amiche.
Anche il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda ebbe la sua parte.
Leggete l'articolo sul blog dell'"Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie", http://istitutoduesicilie.blogspot.com/.
Ringrazio il mio interlocutore di Facebook Roberto Della Rocca che me l'ha segnalato e metterò il link nella voce "Link preferiti" di questo blog.
Nell'articolo del succitato blog si parla di una recensione del libro scritto da Erminio De Biase che intitolato "L'Inghiterra contro il Regno delle Due Sicilie".
Mi permetto di fare un commento sia sul libro che sull'articolo su blog.
Questo libro è sicuramente interessante.
Effettivamente, il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda (e non l'Inghilterra, poiché dopo gli Atti di Unione del 1707 e del 1800 ci fu la formale unificazione dei tre Regni di Inghilterra, Scozia ed Irlanda) ebbe una certa parte in questo controverso processo di unificazione dell'Italia.
Infatti, dal XVI secolo in poi, l'area italiana ebbe un declino.
Dopo il Rinascimento, infatti, l'area italiana perse d importanza, sia perché nel Mare Mediterraneo l'Impero Ottomano era un ostacolo per i traffici verso l'Oriente e sia perché, oramai, si consolidarono le rotte transoceaniche tra l'Europa e le Americhe, sulle quali, dal 1588 (anno della vittoria sull'Invencible Armada spagnola) l'Inghilterra assunse il controllo.
Tale controllo fu consolidato dall'Atto di Navigazione del 1651 che l'Inghilterra di Oliver Cromwell fece firmare ai Paesi Bassi.
Dopo il "boom culturale" del Rinascimento, l'area italiana ebbe un declino, anche a causa della sua frammentazione.
I commerci inglesi non erano di merci preziose o ricercate ma di prodotti di uso comune, come lo zucchero.
In questo modo, l'Inghilterra entrò con una certa spregiudicatezza anche nel Mediterraneo, tenendo conto del fatto che dalla vittoria cristiana nella Battaglia di Lepanto (1571) iniziò il declino dell'Impero Ottomano.
Tutto ciò trasformò l'Inghilterra in una potenza marittima molto forte che ebbe interessi anche in Italia.
Ne parlai proprio in un mio articolo, intitolato "Storia di una famiglia inglese in Sicilia", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/storia-di-una-famiglia-inglese-in.html.
Ora, chi ha degli interessi una determinta realtà, fa di tutto per mantenerli, tenendo conto anche della volontà di espansione da parte dell'Impero Austro-Ungarico e della Francia. Ad esempio, Vienna aveva messo gli occhi sulle terre balcaniche dell'Impero Ottomano.
Così fecero gli Inglesi.
Nell'aiutare la "Spedizione dei Mille", gli Inglesi videro la possibilità di aumentare la propria area di influenza.
Provo ad "entrare nelle teste" dei vari William Ewart Gladstone e di Henry John Temple, III visconte di Palmerston, i politici inglesi che furono tra gli artefici di ciò.
Essi capirono che l'Italia divisa era troppo debole ma che era anche un punto strategico per avere il controllo del Mare Mediterraneo.
Qindi, gli Inglesi avrebbero contribuito ad unire l'Italia, così avrebbero avuto un unico Stato a loro alleato e che avrebbe garantito i loro interessi.
Teniamo conto del fatto che nel 1717 si formò a Londra la Gran Loggia, il caposaldo della Massoneria.
Sia Giuseppe Garibaldi che Camillo Benso, conte Cavour, erano massoni, come lo era anche Massimo Taparelli D'Azeglio.
Di quest'ultimo ricordo un aneddoto che fu raccontato durante un'omelia da don Alberto Ferrari, che allora era parroco della parrocchia di Roncoferraro, in Provincia di Mantova, di cui faccio parte.
Don Alberto raccontò di un dialogo tra D'Azeglio e San Giovanni Bosco, che erano amici.
Un giorno, però, mentre don Bosco gli faceva visitare il suo istituto, D'Azeglio gli disse che la recita del Rosario era una perdita di tempo.
Questi gli rispose, dicendo:
"Ebbene, io ci tengo a tale pratica; e su questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; sarei disposto a lasciare altre cose pure importanti ma non questa.".
Poi aggiunse:
"E anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa , ma non mai alla recita del Santo Rosario.".
Le cronache dicono che da quell'episodio in poi, Massimo Taparelli D'Azeglio non si fece più vedere all'istituto di don Bosco.
La Massoneria, comunque, meriterebbe un discorso a parte perché il discorso ad essa inerente è più complesso di quanto si possa immaginare.
E' certo che la Massoneria italiana ebbe molte figure anticlericali.
Vi invito a leggere l'articolo intitolato "Magna Charta Libertatum, anche noi italiani avremmo dovuto averne una", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/magna-charta-libertatum-anche-noi.html.
Tramite contatti con i "franchi muratori" di Inghilterra, Garibaldi e soci ebbero buon gioco.
Infatti, secondo una certa teoria, gli Inglesi avrebbero potuto fare sì che si creasse anche una Chiesa protestante a loro legata proprio in Italia.
Sulla Chiesa anglicana, però, va detta una cosa importante.
Nel XIX secolo, prese corpo nell'anglicanesimo l'anglo-cattolicesimo, di cui fu esponente il Beato John Henry Newman, di cui parlai nell'articolo intitolato "Re Carlo I Stuart, il precursore dell'anglo-cattolicesimo", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/re-carlo-i-stuart-il-precursore.html.
In origine parroco anglicano, Newman si convertì, proprio durante un viaggio in Sicilia.
Quindi, questa teoria della protestantizzazione dell'Italia può essere, in parte, smentita.
Semmai, forse, ci sarebbe potuto essere il "rischio" di una cattolicizzazione del Regno Unito, propio perché l'anglo-cattolicesimo era seguito anche da persone di ceto importante. E poi, gli Inglesi tentarono già di protestantizzare l'Irlanda ma non ci riuscirono.
Certo, la storia con i "se", i "ma" ed i "forse" non si fa. Non c'è controprova. Però, in quegli anni, tutto sarebbe stato possibile.
Detto questo, una cosa è certa.
Gli Inglesi capirono l'importanza di un'Italia unita. Certo, lo fecero per un loro interesse ma capirono che l'Italia doveva essere unita.
Perché non lo capimmo noi italiani?
Avremmo potuto federarci, evitando così l'intervento violento di Garibaldi.
Forse, tante cose sarebbero andate diversamente.
Cordiali saluti.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate

L'unico problema è questa sinistra

© Khwanchai Phanthong's Images tramite Canva.com Come riporta " Atlantico Quotidiano ", questa sinistra si inventa un'emer...