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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 25 novembre 2010

VAIOLO, UNA POSSIBILE ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA


Cari amici ed amiche.
Vi voglio parlare di un argomento che era presente nella mia tesina che portai nell'esame di Stato del 1999.
Fu la tesina con cui mi diplomai ed uscii dall'Istituto Professionale per i Servizi Sociali "Don Primo Mazzolari" di Mantova.
In quella tesina, parlai dei virus e di alcune malattie virali. Tra queste, ci fu il vaiolo.
Il vaiolo è una malattia esantematica infettiva.
Il suo nome deriva dal latino "varius" che significa "chiazzato".
Il suo agente eziologico è, ovviamente, un virus che fa parte della famiglia delle Poxviridae.
E' un virus a DNA bicatenario (vi ricordate? Ne parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/cose-un-virus.html) e sono muniti di envelope.
Il suo nome scientifico è Variola virus.
Il vaiolo è una malattia esantematica che si caratterizza con un periodo di incubazione che dura dai 7 ai 12, fino ai 17 giorni.
In seguito, compaiono i sintomi che sono febbre fino a 40 °C (313 °K), emicrania, malessere diffuso ed in alcuni casi nausea e vomito.
Compaiono anche dei rash cutanei di tipo morbilliforme, specie nelle zone ascellari ed inguinali.
A completare il quadro clinico vi sono l'ingrossamento del fegato, un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi) e, in particolare, un aumento di monociti e linfociti, ossia una mononucleosi.
Il corpo reagisce all'attacco del virus.
Successivamente, la febbre si abbassa ed inizia il periodo esantematico.
Qui, iniziano a venire fuori delle macchie sulla pelle. Dapprima, l'esantema colpisce il viso e poi il tronco, gli arti ed i genitali. Macchie simili si formano anche nella mucosa oro-faringea, nell'apparato respiratorio e in quello digerente.
Queste macchie si trasformano in macule, poi in papule e in fine in vescicole.
Ogni stadio evolutivo dura 24 ore.
Dopo 3 giorni, vi è la fase di suppurazione.
Le vescicole diventano pustole ed iniziano a rompersi. Ritornano la febbre e tutti i sintomi iniziali. Qui possono esserci le complicazioni cardiache e respiratorie che possono portare alla morte. L'esito letale di questa malattia è preannunciato dal rash diffuso che assume il colore del gambero cotto.
Al nono e al decimo giorno dall'inizio dell'esantema, le pustole iniziano a seccarsi. Quelle nella faccia si rompono, lasciando croste giallo-brunasre che, cadendo, lasciano delle cicatrici deturpanti, le "stimmate del vaiolo". La febbre si abbassa gradualmente, fino alla completa guarigione (con l'apiressia) che si verifica dopo 4 o 5 giorni l'inizio dell'ultima fase della malattia.
Esistono delle forme cliniche del vaiolo e sono:
  1. Vaiolo abortivo. Questa forma di vaiolo ha scarsi sintomi e scarsa eruzione ed è seguita dalla guarigione. Il pericolo che essa può dare sta nel fatto che il malato possa non avere la percezione della malattia e che, quindi, possa diventare veicolo di forme più gravi.
  2. Vaiolo emorragico o vaiolo nero. Questa forma di vaiolo è caratterizzata da emorragie e sintomi gravissimi. Manca di eruzione papulo-pustolosa e può indurre ad errori di diagnosi.
  3. Vaiolo fulminante. Questa forma di vaiolo è caratterizzata da brividi, febbre, delirio e dolore lombare. In capo a poche porta alla morte.

Da un punto di vista storico, possiamo dire che questa malattia sia molto antica. Possiamo dire che vi furono notizie di essa già nella Roma imperiale. Infatti, espandendosi, l'Impero romano venne a contatto con altri popoli. Anzi, possiamo dire che questa malattia contribuì a fare cadere l'impero. Flagellò l'Impero, uccidendo parecchie persone. Parlai della caduta dell'Impero romano d'Occidente nell'articolo intitolato "La fine dell'Impero romano d'Occidente, http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/la-fine-dellimpero-romano-doccidente.html. Il vaiolo fu presente anche nel Medio Evo. In quel periodo, lo scienziato arabo-persiano Rhazes (864-930) individuò un possibile vaccino nell'uso delle secrezioni delle vescicole dei malati. Il vaiolo colpì personaggi illustri, come la regina Elisabetta I d'Inghilterra (1533-1603), che si salvò, ed il re di Francia Luigi XV (1710-1774) che morì. Solo nel XVIII secolo, con il medico inglese Edward (1749-1823), si trovò la vaccinazione, inoculando (tramite scarificazione) in un bambino il materiale estratto da una pustola colpita da vaiolo bovino. Nel 1979, il vaiolo venne considerato debellato. Alcuni ceppi del virus del vaiolo sono presenti nel laboratorio del Center for Disease Control and Prevention di Atlanta (USA, http://www.cdc.gov/ita) e nel Laboratorio di Profilassi del vaiolo, in Russia, sotto il controllo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, http://www.who.int/en/). Purtroppo, oggi vi è un pericolo. Dopo gli attacchi del'11 settembre 2001 e la presa di coscienza che vi è il terrorismo, questa malattia è tornata alla ribalta. Infatti, si teme il rischio che i terroristi possano creare un virus in laboratorio e, magari, proprio il virus del vaiolo. Proprio perché il vaiolo è considerato come debellato, dagli anni '80 del XX secolo non si fanno più le vaccinazioni antivaiolose. Noi non abbiamo le difese immunitarie adeguate. Dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti d'America fu allertato di rischio di bioterrorismo. Temendo epidemie, il presidente USA George Walter Bush, autorizzò i cittadini a vaccinarsi contro il vaiolo. Ad oggi, l'Italia possiede ben 5.000.000 di dosi di vaccino. Se dovesse esserci un simile attacco, potrebbe essere una tragedia. Per questo, si deve stare molto attenti e favorire una buona ricerca scientifica, con una grande cooperazione tra Stati. Ci sono Stati come gli USA, Israele ed altri, con cui l'Italia può cooperare, anche nel campo della ricerca scientifica, per fare un mondo migliore. Cordiali saluti.

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