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mercoledì 10 novembre 2010

CROLLO DI POMPEI, E' COLPA DEL MINISTRO BONDI? NO, E' COLPA DEL SISTEMA!




Cari amici ed amiche.
Sono solidale con il Ministro dei Beni Culturali, l'onorevole Sandro Bondi.
Com'è noto, il 07 novembre scorso è crollata la "Casa dei Gladiatori", edificio della zona archeologica di Pompei, la città che fu distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 AD, durante il regno del'imperatore Tito.
Da lì sono seguite polemiche a non finire.
L'opposizione chiede le dimissioni del ministro Bondi.
Anche nel partito "Futuro e Libertà per l'Italia", il partito di Gianfranco Fini, c'è chi chiede le dimissioni del ministro.
Sinceramente, io trovo ridicole queste posizioni.
I soldi per Pompei vennero dati. Il problema è che non furono usati bene.
E' una conseguenza delle politiche di assistenzialismo che vi furono negli anni passati.
Noi sappiamo che qui in Italia vi sono delle criticità come rischio sismico, rischio vulcanico e rischio idrogeologico.
Non è una cosa nuova ma si conosce da secoli.
Certe misure si sarebbero dovute prendere parecchi anni prima.
Invece, le cose non si fecero.
I soldi furono dati. Inoltre, furono fatte opere che non migliorarono la situazione, come ad esempio, le coperture in cemento armato sulle ville.
Oggi, noi paghiamo le conseguenze di quella pessima politica degli anni passati.
Per questo, dico che serve il federalismo.
Con il federalismo verrebbero abolite quelle pessime politiche di assistenzialismo e verrebbero resi più responsabili tutti i livelli di governo, dallo Stato al Comune.
Inoltre, io trovo non giusta un'altra cosa, il sistema.
Oggi, si chiedono allo Stato i soldi per la cultura.
Io credo che la cultura debba essere finanziata almeno in parte da fondi privati.
Invece di continuare a chiedere soldi allo Stato, sarebbe ora di iniziare a "fare impresa" della cultura.
Noi italiani avremmo molto da imparare da quel mondo anglosassone e protestante che fa impresa.
Ora, i cattolici ultratradizionalisti e lefebvriani chiederanno la mia scomunica, per avere scritto una cosa simile che ai loro occhi sa di eresia.
Intendiamoci, non ho detto che noi dobbiamo convertirci al protestantesimo (anche perché sono cattolico praticante) ma dobbiamo solamante acquisire il senso dell'imprenditorialità di quel mondo anglosassone e riformato.
In quel mondo conta molto anche l'apporto del capitale privato che investe anche nella cultura.
Pensiamo all'università.
In quei Paesi, la scuola e l'istruzione sono legate al mondo del lavoro dell'impresa.
A tal riguardo, feci degli articoli su "Italia chiama Italia".
In quei Paesi la meritocrazia è una scelta obbligata, proprio perché vi sono anche gli investimenti privati.
Qui in Italia, invece, si aspetta sempre l'investimento dell'istituzione pubblica.
Ciò è un grosso danno, sia economico che culturale.
Infatti, è un danno economico perché lo Stato non può investire i soldi in altri settori come le infrastrutture, ed è anche un danno culturale, perché i "finanziamenti a pioggia" di questa politica dell'assistenzialismo non favorisce una cultura meritocratica e non premia le "realtà virtuose".
Quindi, quando si dice che in Italia si investe poco in cultura non bisogna attaccare sempre il governo ma bisogna criticare il sistema perché manca il capitale privato che potrebbe fare impresa anche della cultura.
Ad esempio, a fondi privati si potrebbero affidare i restauri di chiese e castelli e si potrebbe affidare in parte anche la conservazione di siti come Pompei.
Questo potrebbe diventare un volano per l'economia.
Quindi, trovo ingiusti gli attacchi contro il ministro Bondi. Proprio a Pompei, il ministro fece una grande opera di pulizia. Prima di lui vi erano cani randagi che giravano, sporcizia e ristoranti abusivi. Oggi, tutto questo non c'è più.
Cordiali saluti.

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