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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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venerdì 12 novembre 2010

CASO FINI? E' FALLITO IL PARLAMENTARISMO ITALIANO!











Cari amici ed amiche.
Quanto sta accadendo in questi giorni nella politica italiana non è il fallimento del Popolo della Libertà (che, anzi, sta facendo cose egregie) ma è il FALLIMENTO DEL REGIME PARLAMENTARE ITALIANO.
E' proprio così! Questa è un'amara verità che deve fare riflettere.
Già nella I Repubblica, c'erano dei problemi grossi.
Troppo spesso, i governi non duravano cinque anni e cadevano perché non avevano più una maggioranza in Parlamento.
Inoltre, le maggioranza erano spesso create in Parlamento, dopo il voto.
Purtroppo, qui in Italia c'è un male oscuro e vecchio, il "trasformismo", ossia i cambi di partito e di schieramento, spesso per motivi ed interessi personali, come la visibilità.
Questo male si sta protraendo anche ora e spesso determina la caduta di governo democraticamente eletti.
Anche quanto sta accadendo ora, con "Futuro e Liberà per l'Italia", può essere ascritto tra le situazioni di "trasformismo".
Già in precedenza parlai di questo problema, nell'articolo intitolato "Vogliamo il vincolo di mandato", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/vogliamo-il-vincolo-di-mandato.html.
Una soluzione a questo problema può essere proprio il "vincolo di mandato", ossia la creazione di una norma nella Costituzione che imponga ai parlamentari di stare nel partito in cui sono stati eletti, pena il dimissionamento dal seggio in Parlamento.
L'alternativa sarebbe una riforma totale del sistema, CON IL SUPERAMENTO DEL PARLAMENTARISMO CHE VERREBBE SOSTITUITO DAL PRESIDENZIALISMO, preferibilmente "all'americana", ossia con il Capo dello Stato eletto del popolo (e non dal Parlamento come qui da noi) e che è anche capo del Governo.
Già, qui in Italia ci sono dei "presidenzialismi in piccolo". Prendiamo, per esempio, le amministrazioni regionali. In quel caso, il Presidente di Regione è capo della Giunta, che è il "Governo della Regione". Quindi, la Giunta è svincolata dal Consiglio regionale, che equivale al Parlamento.
Lo stesso dicasi per le Province e per i Comuni.
In Sicilia, addirittura, nei Comuni con più di 10.000 abitanti, l'elezione del Sindaco è svincolata da quella del Consiglio comunale. E' una norma riconosciuta dallo Statuto della Regione Sicilia.
Di conseguenza potrebbe succedere che vengano eletti, ad esempio, un Sindaco di centro destra ed un Consiglio comunale di centro sinistra.
E', quindi, molto simile al sistema presidenziale americano.
Perché non fare la stessa con gli organi elettivi nazionali.
Il Presidente della Repubblica potrebbe essere eletto dal popolo e potrebbe essere il capo del Governo.
I contropoteri, che sono atti ad evitare che il potere del Presidente della Repubblica diventi troppo forte, potrebbero essere creati dando le Presidenze le Commissioni parlamentari, quelle del Copasir e della Commissione di Vigilanza e la metà più uno dei membri della Corte costituzionale a membri dei partiti che stanno all'opposizione, ossia quelli che non esprimono il Presidente della Repubblica.
Anche il Parlamento stesso può diventare un contropotere, quando i partiti di opposizione sono maggioranza al suo interno.
Lo stesso dicasi per le Regioni e gli altri enti locali.
Il Presidente della Repubblica sarebbe il capo del governo, il capo delle forze armate ed avrebbe il potere di nominare il Presidente del Consiglio di Stato .
Avrebbe il potere di nominare e deporre i ministri e il suo governo non avrebbe più bisogno della fiducia in Parlamento, che manterrebbe il potere legislativo. Verrebbe abolita la carica elettiva del Presidente del Consiglio, le cui funzioni passerebbero al Presidente della Repubblica.
Ovviamente, non potrebbe più sciogliere le Camere del Parlamento, anche perché un Governo in queste condizioni sarebbe più stabile.
Questo sarebbe un bene sia per il Parlamento che per il Governo.
Inoltre, in quanto capo del potere esecutivo, il Presidente della Repubblica non sarebbe più il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che per 2/3 resterebbe costituito da giudici mentre i "membri laici" passerebbero da 15 a 14, sette di questo sarebbero del partito (o della coalizione) di opposizione e gli altri di quello del Presidente della Repubblica.
Tale carica, potrebbe essere trasferita al Presidente del Senato (che sarebbe anche il Vicepresidente della Repubblica) e a quello della Camera dei Deputati, che sostituirebbe il quindicesimo "membro laico". Entrambi presiederebbero in modo collegiale il Consiglio Superiore della Magistratura. A diventare Presidente della Camera sarebbe il parlamentare più votato.
Potrebbe essere un'idea di riforma per superare l'attuale situazione di empasse.
Parlando da persona di centro destra, vedrei molto bene il presidente Berlusconi come Presidente della Repubblica, con il sistema sopra descritto.
Comunque, l'attuale sistema dimostra di non garantire la governabilità.
Il rischio è che vi sia lo scollamento tra politica e cittadini e ciò sarebbe molto grave se si verificasse.
Cordiali saluti.

4 commenti:

  1. IO SONO UNA PERSONA IGNORANTE...(NEL SENSO CHE NON HO STUDIATO) PERO' QUESTO E' SEMPRE STATO CHIARO PER ME...DA QUANDO HANNO LASCIATO CHE UCCIDANO L'ON. MORO..E IO HO INCOMINCIATO A INTERESSARMI DI POLITICA.....GRAZIE ANTONIO....

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  2. Di nulla!
    Io penso che oggi la democrazia sia a rischio.
    Se la cittadinanza dovesse scollarsi dalla politica, ci sarebbe il solo il caos.
    Cordiali saluti.

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  3. Condivido analisi e soluzione. Occorre far diventare questi temi battaglia politica e non solo riflessione intellettuale. Cercasi proposte.
    Giorgio Stracquadanio

    RispondiElimina
  4. Onorevole Stracquadanio, mi trova assolutamente d'accordo.
    Oggi, noi vediamo i limiti del sistema parlamentare e dello stesso Parlamento che, com'è noto, è in un regime di bicameralismo paritario.
    L'attuale sistema era funzionale alla I Repubblica, perché quest'ultima si reggeva due grosse forze, la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, che a volte si contrapponevano e spesso facevano compromessi tra loro.
    Infatti, la DC governava, perché era vista dagli italiani come la sola forza leale verso l'Occidente e l'alleanza italo-americana, ma i comunisti avevano (di fatto) le casematte della cultura e di larga parte della società, spesso con il tacito accordo con la DC. Pensiamo al "Compromesso Storico" degli anni '70. Quindi, la politica fu molto torbida. Negli anni '80 e all'inizio degli anni '90 vi era il pentapartito (DC, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico, Partito Repubblicano Italiano e Partito Liberale Italiano) e lì la situazione si fece ancora più torbida. Infatti, vi erano maggioranze che si facevano e disfacevano in Parlamento. Da lì si inziarono a vedere le crepe del sistema.
    Era, quindi, un sistema funzionale a quel tipo di Stato e quando questo iniziò a sgretolarsi esso incominciò a mostrare le pecche.
    Oggi, la situazione politica è diversa.
    Vi è una destra che (nel Popolo della Libertà)è forza di governo e la sinistra (se pur, spesso e volentieri, solo nominalmente ma non nella cultura e nel modus operandi) non è più il Partito Comunista Italiano.
    Purtroppo, ci sono ancora forze legate alla I Repubblica. Basti pensare al Partito Democratico, all'Alleanza Per l'Italia, piuttosto che all'UDC o a "Futuro e libertà per l'Italia", che guarda caso, non vogliono le elezioni in caso di crisi di governo.
    Queste forze vogliono rispolverare le vecchie pratiche del trasformismo e della maggioranza fatta in Parlamento, anche contro quello che è il volere popolare.
    Questa situazione, in realtà, rischia di portare solo l'ingovernabilità.
    Per questo, penso che si dovrebbe rivedere il sistema nel suo complesso.
    Prima di tutto, si deve portare avanti il federalismo, perché oggi ci sono degli squilibri pazzeschi che l'attuale sistema rischia di aggravare. Poi, bisognerà rivedere il bicameralismo perfetto.
    Oggi, la situazione che vede le due Camere che fanno la stessa cosa è inefficiente, sia per ciò che riguarda la tenuta del governo (e la situazione attuale ne è la dimostrazione) e sia per ciò che riguarda l'iter di approvazione delle leggi.
    Inoltre, si dovrà rivedere il ruolo del Capo dello Stato, passando dal parlamentarismo al presidenzialismo. Nei grossi comuni della Sicilia, c'è già una situazione simile.
    Perché non fare ciò con le istituzioni nazionali?
    Tenga conto anche del fatto che, con il presidenzialismo, verrebbe tolta una carica elettiva, quella del Presidente del Consiglio.
    Quindi, vi sarebbe anche una semplificazione delle istituzioni stesse e vi sarebbero anche minori costi delle stesse.
    Io sto cercando di portare avanti queste idee.
    Certo, per esse soono stato criticato (anche aspramente) ma ritengo che se non si cambia sistema, si rischia l'ingovernabilità.
    Anzi, c'è già l'ingovernabilità.
    Cordiali saluti.

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