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venerdì 26 novembre 2010

IL CASO DI NATUZZA EVOLO, UN ESEMPIO DI VERA RICCHEZZA

Cari amici ed amiche.

Ieri, su Rete 4, ho visto una trasmissione che parla di Natuzza Evolo, la nota veggente calabrese morta il 01 novembre 2009.
Nata a Paravati, frazione del Comune di Mileto, in Provincia di Vibo Valentia, il 23 agosto 1924, Fortunata (detta Natuzza) Evolo visse in povertà.
Suo padre emigrò in Argentina e non tornò.
Sua madre dovette lavorare e lei ebbe un'infanzia dura e dovette accudire i propri fratelli.
A 14 anni andò a lavorare presso la famiglia dell'avvocato Silvio Colloca, come domestica.
Lì, iniziò ad avere i primi fenomeni inspiegabili.
Natuzza iniziò a riferire di visioni di persone defunte.
Un giorno ci fu il fatto più evidente.
Due persone erano andate a fare visita alla signora Alba Colloca, che ordinò a Natuzza di fare del caffè.
Quandò tornò, Natuzza aveva con sé quattro tazzine invece di tre.
Ad un certo punto chiese alla signora il perché non avesse servito anche il sacerdote ma nella stanza non vi era nessun prete. Natuzza, descrisse la figura del curato ed i due ospiti confermarono di avere conosciuto quel sacerdote che era morto due anni prima.
La situazione inquietò le persone che le erano accanto.
Vide anche parenti ed amici defunti dei Colloca ed iniziò ad avere dei colloqui con Gesù Cristo, Maria e gli angeli. Riferì anche di avere parlato con l'anima di Dante Alighieri che sarebbe finito in Purgatorio per le sue critiche eccessive alla società del suo tempo.
Un giorno, quando andò a Messa, prese la Comunione e l'ostia consacrata le sanguinò in bocca.
I Colloca pensarono di licenziarla e ci furono altri problemi.
Fu portata in manicomio ma i medici che la esaminarono non riscontrarono nulla di anomalo.
Il parroco, don Antonio Albanese, provò ad esorcizzarla.
Lasciato il lavoro, Natuzza andò a vivere da sua nonna e pensò di farsi suora.
Invece, la madre la fece sposare ad un figlio di amici, un giovane falegname che le restò accanto fino alla morte di lui, avvenuta nel 2007. La coppia ebbe cinque figli.
Intanto, i fenomeni paranormali si verificavano.
Natuzza parlò con la Gesù, la Vergine Maria e gli angeli ed iniziò ad avere le stimmate, da cui usciva sangue, in particolare nel Venerdì Santo.
Intanto, la gente iniziò a conoscerla e a venire da lei per sapere qualcosa riguardo i defunti o per chiederle un consiglio.
Inoltre, vi furono dei fatti ancora più strani.
Natuzza non ebbe un'istruzione. Non aveva nemmeno una grande padronanza dell'italiano.
Eppure, i fazzoletti macchiati con il suo sangue (le emografie) recavano immagini e scritte di carattere religioso in lingua italiana, inglese, latina ed altre.
Inoltre, poteva individuare la malattia fisica di una persona, ancora prima che i medici la diagnosticassero.
Non trasse nessun profitto materiale da tutto ciò ma anzi, nel 1987, fondò un'associazione con la mission di creare a Paravati un santuario mariano e delle strutture di assistenza per disabili, centri per malati e per giovani.
Questo complesso, secondo quanto riferito da Natuzza, fu voluto dalla Madonna.
Nel 1994, fondò anche dei "cenacoli di preghiera", che furono riconosciuti dalle gerarchie ecclesiastiche.
Ci furono anche delle guarigioni miracolose che avvennero grazie all'intercessione di Natuzza.
Inoltre, parlava anche con gli angeli custodi delle persone.
Morì il 01 novembre 2009, proprio nel centro anziani da lei fondato.
I suoi funerali ebbero una partecipazione straordinaria, degna di un personaggio.
Che dire di questa mistica?
Tra Natuzza Evolo ed altri mistici ci fu molto in comune.
Fu legata a Padre Pio e come lui ebbe visioni e combatté contro il diavolo ed ebbe le stimmate!
Inoltre, dovette subire l'iniziale diffidenza delle gerarchie ecclesiastiche e la scienza fu molto scettica verso di lei.
Come il grande frate di Pietrelcina, lei fece grandi opere benefiche e non si arricchì, nonostante la grossa quantità di denaro.
Natuzza è, sicuramente, un esempio di vera ricchezza!
Si può essere poveri materialmente ma ricchi spiritualmente.
Natuzza fu esattamente questo.
Oggi, la vera povertà non è quella del portafogli ma quella del cuore.
La povertà materiale è certamente brutta ma non distrugge l'anima.
Quella del cuore, invece, porta l'uomo a distruggere sé stesso e, spesso, anche gli altri.
Forse, questa può essere la più grande lezione di questa piccola donna di quel piccolo borgo della Calabria che il buon Dio ha fatto grande!
Vi invito a leggere il sito della Fondazione di Natuzza Evolo, seguendo il link http://www.fondazionenatuzza.it/.
Lo metterò anche tra i "Link preferiti" di questo blog.
Dedico a Natuzza anche questa mia poesia. La sua epigrafe è una mia "libera traduzione in volgare" di un pezzo del Vangelo secondo Luca, capitolo 10, versetto 21.

I ROSI 'N PARAVATI

" In quell'ora stessa di laetitia trasalì Gesù...
ne lo Santo Spirito et disse:
"Gratia ti rendo, o Padre,
de l'aere et de la terra Domine,
ché a li dotti et a li sapienti queste cose hai celate
et innanzi a li minuti da 'l velame l'hai Tu levate."."

Cusì 'n quella tarra di sangue et di duluri...
tarra di Calabria...cusì pia...
induve mancu lu diavule a teme ebbe la ghjenti...
chì di San Paulu vinni...ma megghiu di la Virgini Maria!

Ché forse di soffre...da quellu sangue stissu vinniru dui rosi...
una rossa pè la Passiuni et una bianca com'una palumma...
quandu a nasciri hà l'Agnellu...comu nta Pascha...
et di sutta mai a cunnosce ùn ebbenu la xhiamma!

Sì! Puru ani di ncenzu lu sciauru...
pè livari cusì onne mali...puru ntra l'alastra...
et una donna pè quelli dui rosi la vita ci desi...
chjuca 'n carne...ma l'alma chì mai ùn ebbe nta castra!

Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Una bellissima storia! La cosa che più mi ha colpito è stata vedere come lei accettava di incontrare tutte le persone che si presentavano a casa sua senza dire mai di no a nessuno. Questo mi ha ricordato che anche per i veggenti di Medugorje è stato ed è ancora così! Figure come quelle di Natuzza Evolo non possono altro che fare bene al mondo.

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  2. Grazie!
    Quello che dici è un po' una "costante" di tutti i mistici.
    Il mistico (come Padre Pio, Suor Lucia, Natuzza Evolo, i veggenti di Medjugorie ed altri) non punta mai arricchire sé stesso ma a farsi servo tra gli uomini.
    Anche il semplice ascolto dell'altro è un modo di essere "servi".
    E' esattamente uno spirito di fede autentica.
    Cordialità.

    RispondiElimina

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Ringrazio un caro amico di questa foto.