Cari amici ed amiche.
Voglio sviscerare il tema che non ho analizzato nell'articolo precedente, quello intitolato "Provincia di Mantova, mosse dei civici e mie osservazioni" (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/provincia-di-mantova-mosse-dei-civici-e.html), il tema del rapporto tra politica e territorio.
Incomuncio il tema togliendomi un "macigno" dalla scarpa. Molto spesso, qui dalle mie parti, c'è chi mi rimprovera il fatto di non fare un'azione politica esclusivamente (o prevalentamente) territoriale e mi viene detto, ad esempio, che dovrei smettere di scrivere su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/), su questo blog o sul "Minzolini Fan Club" di Facebook e di pensare a temi che con il territorio del mio comune (Roncoferraro, in provincia di Mantova) hanno poco a che fare. In pratica mi viene mossa l'accusa di "scarso amore" verso il mio territorio.
Da ciò, faccio partire la discussione.
Cosa significa "amare il territorio"?
Oggi, le realtà territoriali corrono due grossi rischi, apparentemente contrapposti.
Il primo rischio è la perdita di identità culturale.
Infatti, vi è un certo pensiero sbagliato in cui le tradizioni di una determinata realtà vengono viste come "puro folklore" e non vengono valorizzate. Anzi, secondo questo pensiero, esse devono essere cancellate in nome di una visione sbagliata della globalizzazione.
Vi è, però, anche un altro rischio, non meno grave.
Per contro, infatti, vi è anche il rischio di una campanilismo gretto ed esasperato che porta una realtà a chiudersi ad ogni innovazione e a rifiutare il confronto, arrivando a fenomeni estremi e beceri come il "NIMBY", acronimo inglese che significa "Not In My Back Yard" ossia "Non nel giardino di casa mia".
Anche questo è un rischio.
Infatti, quasi come se ci fosse una "teoria di Darwin", se una determinata realtà si chiude e non si adatta al mondo circostante, essa rischia di ridursi e di scomparire.
Ad esempio, ultimamente ho sentito che comune di Roncoferraro sia stato l'unico a dire no alla realizzazione della nuova tangenziale.
Mi pare di averla sentita pure dai telegiornali della Provincia di Mantova.
Se queste voci dovessero rispondere a verità sarebbe grave.
Si bloccherebbe un'infrastruttura che SERVE A TUTTA LA PROVINCIA DI MANTOVA!
A mio modo di vedere, questo non è "amore per il territorio" ma un atteggiamento poco responsabile di chi amministra.
Amare il territorio significa sì difenderne le peculiarità ma significa anche fare in modo che progetti importanti per tutti vengano resi fattibili.
Lo stesso discorso, ad esempio, vale anche per la TAV Lione-Torino, per le autostrade,per le centrali nucleari, gli acquedotti ed altro.
Certo, quando si fanno le opere importanti, bisogna che tutti gli "stakeholders" vengano convocati, per non ledere nessuno, ma non si possono bloccare progetti che servono a tutti.
Bisogna aprirsi all'innovazione, senza abiurare, però, le proprie tradizioni ed i propri valori.
Anzi, essi andrebbero diffusi.
Molto spesso, nel nostro caso, furono gli stranieri a fare ciò.
Ad esempio, nell'Inghilterra dei Tudor (1485-1603), l'Italia ebbe grande spazio.
Ad esempio, re Enrico VIII amava i vini toscani. La regina Elisabetta conosceva la nostra lingua.
Inoltre, vi fu un grande "propagatore" dell'Italia in William Shakespeare.
Questo non è il solo caso nella storia.
Perché noi siamo noi stessi a farci conoscere?
Per esempio, Roncoferraro fa parte della "Strada del Riso", insime a Castel d'Ario, Villimpenta, San Giorgio di Mantova, Bigarello e ai vicini Comuni veneti.
Ad esempio, potrebbero essere i roncoferraresi "esportare" la cultura del "Risotto alla Pilota" , come tutta la storia di Governolo.
Potrebbe fare quello che sta facendo il comune di Isola della Scala (Verona), con la "Fiera del Riso".
Invece, a Roncoferraro, si resta chiusi nei "vecchi canoni".
Dico Roncoferraro, che è la mia zona, ma posso fare altri esempi.
Servono dei progetti costruttivi.
Per fare progetti costruttivi servono idee prese anche da altre esperienze.
E qui si torna all'inizio del discorso.
Infatti, non si può solo guardare al "proprio orticello" ma bisogna anche guardare altrove.
L'idea di portare le "case dell'acqua" nel Mantovano, mi è venuta guardando l'esperienza milanese.
Ne ho parlato varie volte, come nell'articolo "Provincia di Mantova, serve una nuova progettualità!" (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/provincia-di-mantova-serve-una-nuova.html).
Oggi, grazie alla mia iniziativa, tutti parlano di "case dell'acqua" qui nel Mantovano.
Bisogna fare un po' come si fece per il "Mc Italy", il panino fatto dalla nota catena di fast food "Mc Donald" , in cui vi sono ingredienti della tradizione italiana, come ad esempio il formaggio "Asiago". Un grande merito fu del nostro governo e dell'allora ministro Luca Zaia
Qui vi è stato un "coniugio" tra tradizione e globalizzazione.
Noi dobbiamo unire il meglio della nostra cultura e farlo conoscere.
Solo così possiamo difendere il nostro patrimonio.
Qui, servono quindi le idee dei giovani.
Le "case dell'acqua" da me proposte sono un esempio ma posso citare anche il progetto dei giovani del Popolo della Libertà di Roseto degli Abruzzi che è ben illustrato nel link http://agroseto.blogspot.com/2010/06/roseto-nord-giovane-italia-pdl-e-popolo.html.
Questo progetto mi è appena stato rappresentato dall'amico Riccardo Di Giuseppe (che ringrazio) e serve a migliorare il turismo in una località che (come Roseto degli Abruzzi) è vocata ad esso.
Io, potrei dare dei suggerimenti ai ragazzi di Roseto degli Abruzzi, che vedo che si stanno impegnando. Sono disponibile a dialogare con loro anche in privato.
Qualcuno dovrebbe imparare da questi ragazzi che sono encomiabili!
Metto il loro link nella voce "Link preferiti" di questo blog.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento