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sabato 25 settembre 2010

PAOLO E FRANCESCA, FU DELITTO PASSIONALE O POLITICO?


Cari amici ed amiche.
Nel XIV secolo (precisamente tra il 1307 ed il 1321) Dante Alighieri scrisse la sua più celebre opera, la "Divina commedia".
Quest'opera era divisa in tre cantiche, l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso e vi era una rappresentazione dell'Oltretomba cristiano, unito ad una visione critica della società in cui visse il grande poeta fiorentino.
Nella cantica dell'Inferno, si parla anche di due amanti vissuti nel XIII secolo.
I loro nomi furono Paolo e Francesca.
Entrambi riminesi (anche se lei nacque a Ravenna), questi due giovani furono protagonisti di una storia atroce.
Lui, era il figlio cadetto della famiglia di Malatesta da Verucchio, famiglia nobile originaria di Verucchio (Rimini) che divenne la signoria di una vasta area che comprendeva le attuali Province di Rimini e di Pesaro e parte di quelle di Forlì e di Ancona.
Lei era la figlia del signore di Ravenna Guido III da Polenta.
Queste due famiglie dovettero stabilire un'alleanza ed il modo per fare ciò fu il matrimonio dei loro figli.
Francesca venne data in sposa a Giovanni Malatesta, detto anche "Gianne lo Sciancato" o "Gianciotto" (tra il 1204 ed al 1244-1304).
Fisicamente deforme e zoppo, Gianciotto sposò Francesca per procura e colui che "surrogò" il marito non fu niente meno che Paolo, detto il "Malatestino" e fratello minore di Gianciotto.
A differenza del padre e del fratello, Paolo non fu incline al potere ma amava la vita e la cultura. Inoltre, era di bell'aspetto.
Fu anche Capitano del Popolo nel 1282 e forse lì potrebbe avere conosciuto anche Dante Alighieri.
Il matrimonio si fece a Francesca diede al marito la figlia Concordia e forse il figlio Francesco.
Uso il termine "forse" perché qui successe l'avvenimento che scatenò la tragedia che ci fu.
Infatti, Francesca si innamorò di Paolo e lui la ricambiò.
Ebbero quindi una relazione extra-coniugale.
Gianciotto seppe tutto e decise di vendicarsi.
Nel 1285, Gianciotto venne a sapere da un suo sottoposto che Paolo e Francesca erano nella rocca di Gradara (Pesaro).
Nonostante la sua deformità fisica, lui salì alla camera di lei in gran fretta e trovati i due amanti, lui si mosse per uccidere Paolo.
Questi scappò verso una botola che conduce verso i locali dove si trovano le guardie, ove si sarebbe salvato.
Invece, egli rimase impigliato in un chiodo e Gianciotto sguainò la spada per colpirlo.
Francesca si frappose fra i due e la spada di Gianciotto infilzò sia lei che lui.
Un'altra versione dice che, in preda al raptus, Gianciotto volle fare pagare a Paolo l'omicidio della moglie.
Lo fece precipitare in uno dei "pozzi rasoi" (pozzi dalle cui pareti sporgono della lame) del castello.
Detta così, questa tragedia potrebbe sembrare "un delitto passionale" di un marito tradito, in realtà questo fattaccio potrebbe avere avuto altri risvolti.
Infatti, com'è stato detto, Gianciotto era un politico.
Secondo le cronache, lui fu una persona cinica, vendicativa e sanguinaria. Quindi, viste queste sue caratteristiche, pur di avere potere, egli sarebbe stato capace di fare qualsiasi cosa.
Ora, va detto che in Romagna la situazione politica cambiò e che Gianciotto vide l'opportunità di cambiare le proprie alleanze.
Infatti, lui puntò ad allearsi con la signoria di Faenza e a rompere con i da Polenta.
Come avrebbe potuto fare ciò?
Sposandosi con Ginevrina Zambrasi, figlia del signore di Faenza.
Quindi, per fare ciò avrebbe dovuto liberarsi di Francesca.
Quale fu, quindi, un pretesto migliore della relazione adulterina?
Quindi, l'uxoricidio, potrebbe non essere stato colposo o preterintenzionale ma doloso, se non premeditato. Quindi, il fratricidio potrebbe essere stato solo un modo per coprire il vero scopo dell'omicidio di Francesca.
Certo, solo i protagonisti conobbero la verità e seppero come andarono realmente le cose.
Oggi, su questa vicenda vi è tanta letteratura ma della storia vera si sa poco.
Vi è anche una storia soprannaturale.
Infatti, durante le notti di plenilunio, nel castello di Gradara compare il fantasma di una donna piangente che si presume essere quello di Francesca.
Io visitai il castello e spero di poterlo visitare di nuovo, perché mi piacque molto.
Vidi la Sala del Tribunale (con i suoi bassorilievi che raffigurano la giustizia), la camera della tortura (di cui ricordo con perfezione le "forchette" con cui si accecavano le persone) , la camera di Francesca, i "pozzi rasoi" e la bellissima cappella.
Del fantasma di Francesca non vidi nemmeno l'ombra, ma andai nel castello di giorno.
Certo, questa storia è densa di significati e di misteri e possono contribuire a rendere affascinante quel luogo in cui avvenne la tragedia.
Il fascino di ciò fa parte della natura umana.
Visitate il castello di Gradara.
Basta prendere l'autostrada A14 Bologna-Taranto ed uscire allo svincolo di Cattolica-Gabicce Mare-San Giovanni.
E' un luogo di arte e di storia.
Cordiali saluti.


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