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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 10 settembre 2010

LE PAROLE DI TONY BLAIR? SONO VERE!

Cari amici ed amiche.

Sono veritiere le parole detta dall'ex-Primo Ministro Britannico Tony Blair, durante un'intervista del quotidiano "Corriere della sera".
Blair aveva detto che la sinistra perde perché "ha paura del futuro e favorisce l'immobilismo".
Questa è una verità e vale soprattutto per la sinistra italiana.
Infatti, qui in Italia la sinistra punta a conservare lo status quo e non propone uno straccio di riforma seria.
Anche lo stesso Partito Democratico si è mostrato fallimentare.
E' ancora troppo ancorato ai vecchi schemi della politica italiana, una politica che in passato si reggeva sul consociativismo tra forze politiche di maggioranza e di opposizione e spesso al trasformismo e che tanto male ha fatto al nostro Paese.
Pensiamo ai rapporti tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, nella I Repubblica.
Per questo motivo, i partiti di sinistra di oggi osteggiano tanto il presidente Berlusconi ed il centro destra.
Il presidente Berlusconi inaugurò uno schema politico nuovo, più vicino a quelli delle grandi grandi democrazie europee ed occidentali.
Con lui venne il bipolarismo e si abbandonò lo schema delle maggioranze fatte in Parlamento e spesso con accordi non capiti dalla popolazione e lontani dal suo sentire.
Con quanto portato dal presidente Berlusconi, chi governa è scelto dal popolo e con un accordo chiaro.
Alla sinistra questa cosa non va a genio perché è ancorata a quella vecchia e rancida politica della I Repubblica.
E così, ad esempio, la sinistra fu quella che nel 2006 fece bocciare con il referendum la riforma proposta dal centro destra che avrebbe portato il federalismo e resa più veloce l'approvazione delle leggi in Parlamento.
Noi siamo l'unico Paese ad avere un bicameralismo perfetto in cui la Camera dei Deputati e quella del Senato fanno le stesse cose ed una legge deve passare attraverso di loro per essere approvata.
L'Iter di approvazione delle leggi è quindi molto lungo.
Se fosse passata quella riforma le leggi sarebbero state approvate solo dalla Camera mentre il Senato si sarebbe occupato del rapporto Stato-Regioni.
Inoltre, vi sarebbe stata anche la "norma anti-ribaltone" che avrebbe impedito il trasformismo.
La sinistra fece bocciare tutte queste innovazioni, agitando certe paure come quella delle secesione o di una svolta autoritaria.
In realtà, la sinistra punta a mantenere questo "vecchio e barocco sistema" perché è erede di quel vecchio sistema che le permette di sopravvivere.
Se il sistema cambiasse, questa sinistra rischierebbe di essere marginalizzata.
E così, essa inizia ad indicare il presidente Berlusconi ed il centro destra come i nemici da abbattere.
Chi cerca di toccare un sistema consolidato viene visto come "pericoloso".
E poi, questa sinistra è troppo legata al suo passato comunista.
Essa è lontana da una logica di una sinistra moderna ed occidentale, tipo quella proposta proprio da Tony Blair.
La sinistra italiana è marxista nella sua cultura e nella sua "golden share".
In cuor suo, essa è ancora populista, anticlericale, anticapitalista e massimalista.
Quella di Blair è invece riformista.
La sinistra di Tony Blair non era antiamericana e né anticapitalista.
Quella italiana è antiamericana ed anticapitalista.
Del resto, Blair si è formato in un ambiente in cui la politica è "un'aristocrazia democratica" in cui vi sono idee e partiti che si scontrano ma senza mai arrivare a certi eccessi. Essa è l'espressione di un grande documento come la "Magna Charta Libertatum" del 1215.
La politica italiana (come gran parte di quella europea) è figlia Rivoluzione francese, con i suoi scontri esasperati ed inclini all'insulto personale e alla volgarità. Inoltre, con i suoi eccessi, la politica figlia della Rivoluzione francese portò anche ai totalitarismi come Nazismo e Comunismo.
Concludo, dicendo che la sinistra italiana non vuole il cambiamento del sistema poltico.
Se ci fosse un cambiamento nel sistema politico, essa sarebbe costretta ad adattarsi alle nuove condizioni ma non ha gli uomini e né il bagaglio ideologico e culturale per farlo.
Come in natura, anche in politica valgono le teorie di Charles Darwin.
Quindi, un sistema rinnovato potrebbe marginalizzarla e farla scomparire.
Cordiali saluti.

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