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mercoledì 7 settembre 2022

I nuovi schiavi: quelli che dichiarano più di 35.000 Euro l'anno


Un articolo di Guido Fontanelli su "Panorama" spiega la situazione nostra con le parole di Alberto Brambilla, già sottosegretario al Lavoro, con delega alla previdenza dei governi Berlusconi II e III, consigliere economico della presidenza del Consiglio dal 2018 al 2020.

Vi è una platea di italiani sulla quale grava tutto il peso delle imposte e dei servizi pubblici.
Si tratta degli italiani che guadagnano più di 35.000 Euro lordi l'anno.
Non sono i ricconi, i quali hanno le ville e possono andare via dall'Italia, ma sono coloro che fanno parte di quel ceto produttivo che è provato dal sistema. 
Brambilla ha accusato i politici di parlare di diritti.
Ora, questi italiani pagano le tasse e non godono di nessuno sconto e di nessun bonus.
Questa platea si sta assottigliando.
Le famiglie sono più povere ed il ceto medio sta diventando sempre meno forte numericamente.
Un ceto medio meno forte numericamente è sintomo di due cose: l'impoverimento della società e la mancanza dell'ascensore sociale.
Ergo, chi nasce in una famiglia povera resterà povero e chi nasce in una famiglia resterà ricco.
Difficilmente un povero diventerà ricco.
Un riccone, invece, può andare all'estero.
Molti dei politici che oggi fanno promesse dovrebbero tenere conto di ciò.
Purtroppo, sembra che facciano promesse più per avere il consenso che per proporre qualcosa di concreto.
Il problema è il fatto che l'Italia sia un Paese fortemente indebitato e si deve stare attenti ai conti pubblici.
L'attuale situazione (con la crisi del gas) la situazione non aiuta.
Noi rischiamo di finire come l'Argentina.
Si potrebbe rivedere il PNRR. 
Esso può essere rivisto.
In verità, noi paghiamo il fatto che in passato si sia fatto troppo debito cattivo, debito che non ha prodotto ricchezza.
Mi riferisco alle politiche di assistenzialismo e al ceto burocratico spesso usato per collocare gli "amici degli amici".
Si è vissuti al di sopra delle proprie possibilità.
Non si è implementata una politica energetica e si è preferito essere dipendenti dall'estero.
Dunque, la crisi energetica di oggi era più che prevedibile. 
Oggi, si paga il prezzo di tutto ciò ed il ceto medio paga il prezzo più alto.
Se la situazione non cambiasse il crack sarebbe una certezza e tutto andrebbe a catafascio. 

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