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venerdì 29 aprile 2011

IL MINISTRO ROMANO, DIFENDIAMO IL MADE IN ITALY!

Cari amici ed amiche.

Due giorni fa, c'è stato a Mantova un summit della Confagricoltura. E' stato argomento del mio colloquio di ieri con Franco Carreri, segretario della Lega Nord di Roncoferraro, Mantova.
Tra i partecipanti vi erano il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Saverio Romano, ed il candidato alla presidenza della Provincia di Mantova e parlamentare della Lega Nord, l'onorevole Gianni Fava.
Proprio il ministro Romano ha lanciato un vero e proprio allarme sulla tutela del prodotto "Made in Italy".
Le parole del ministro sono state le queste:
"Nessuna battaglia ideologica e pregiudiziale sui prodotti OGM, ma piuttosto una politica di mercato, una strategia che sposa la difesa della qualità, la lotta alla contraffazione, la promozione del'etichettatura, la tutela del Made in Italy. La qualità dei nostri prodotti è vincente perché ha una propria identità che va tutelata e preservata. Questa è la linea che intendiamo promuovere nel rispetto del confronto con le organizzazioni, come Confagricoltura, che svolgono un prezioso lavoro.".
Potete leggere il testo integrale, seguendo il link http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3386.
Il ministro ha pienamente ragione.
Riguardo agli OGM (Organismi Geneticamente Modificati), io ho detto e scritto molto.
Vi invito a rileggere, ad esempio, l'articolo intitolato "Ingegneria genetica e OGM? Sono risorse!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/ingegneria-genetica-e-ogm-sono-risorse.html.
Verso gli OGM non bisogna avere dei pregiudizi ideologici.
Pensate, c'è chi sostiene che l'invenzione dell'ingegneria genetica sia il frutto di un satanico complotto ordito da oscuri massoni per creare malattie ed annientare l'umanità. Questa è pura follia, come sono pura follia tutte le altre "teorie del complotto" che ho citato nel mio articolo intitolato "Basta con le teorie del complotto!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/04/basta-con-le-teorie-del-complotto.html.
Le persone che sostengono queste teorie sono persone di vedute limitate, per non dire ignoranti, e sono pericolose per sé stesse per gli altri.
In realtà, l'ingegneria genetica può servire molto e lo dico io, che, pur essendo attualmente disoccupato, sono diplomato in chimica e biologia.
Dopo di che, il fatto che non si debbano avere pregiudizi ideologici verso gli OGM non deve impedirci di difendere le tipicità dei nostri prodotti agroalimentari.
L'Italia ha una vasta gamma di prodotti agroalimantari.
Pensiamo, ad esempio, ai vini come il Barolo, lo Sciacchetrà, il Lambrusco mantovano ed emiliano, l'Amarone, lo Schiava dell'Alto Adige, il Prosecco, i vini del Collio Friulano, il Sangiovese di Romagna, il Chianti, il Montepulciano d'Abruzzo, l'Aglianico del Vulture, il Negramaro del Salento, il Nero d'Avola o la Vernaccia sarda.
Pensiamo ai prodotti di carne, come i salumi. Vi posso citare, ad esempio, il Prosciutto di crudo di Bossess (in Val D'Aosta), il Salame Piemonte, la Salsiccia di Bra, la Bresaola della Valtellina, la Soppressa veneta, il Prosciutto Euganeo, il Prosciutto di San Daniele, il Salame cremonese, lo Spallotto mantovano, il Salame piacentino, il Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma, lo Zampone di Mirandola, il Ciauscolo marchigiano, il Lardo di Colonnata, la Ventricina abruzzese, la Corallina romana, il Salame Napoli o la Nduja calabrese.
Non parliamo poi dei formaggi, come il Castelmagno, il Grana lodigiano (quello con la crosta nera), il Grana Padano, la Formagella di Tremosine, il Parmigiano Reggiano, il Pecorino di Pienza, il Pecorino Romano, il Provolone del Monaco, il Caciocavallo silano, quello ragusano o il Pecorino pepato siciliano o il Pecorino sardo.
Non parliamo poi dei prodotti come la frutta e la verdura, tra le quali si possono citare l'aglio di Vessalico, il cardo gobbo di Nizza del Monferrato, le mele del Trentino-Alto Adige, le ciliegie della Valpolicella, le pesche Nettarine di Romagna, il cavolo nero toscano, la mela Annurca campana, i limoni di Sorrento, i lampascioni pugliesi, le arance del Gargano, i cedri calabresi, le cipolle di Tropea e le arance siciliane.
Questi sono solo alcuni dei nostri prodotti agroalimentari che sono esempi di eccellenza.
Purtroppo, essi sono minacciati da una concorrenza estera che spesso è spietata.
Addirittura, c'è chi copia i nostri prodotti e li spaccia per prodotti italiani.
Pensate vi è il vino Chianti che è prodotto in California o il Pecorino che è prodotto in Cina e per giunta con latte di vacca.
Non è uno scherzo!
Questo è, ovviamente, inaccettabile!
Noi dobbiamo tutelare i nostri prodotti e per farlo dobbiamo farci sentire in tutte le sedi, compresa quella europea.
Purtroppo, è proprio l'Unione Europea a fare i maggiori danni.
Essa si preoccupa (in maniera quasi maniacale) della grandezza di un pisello, del peso di un melone o della lunghezza di una zucchina ma non cura quella che è la tipicità di un prodotto.
Ad esempio, dovrebbe fare in modo che, ad esempio, il nostro Parmigiano-Reggiano sia tutelato come l'ottimo Cheddar inglese, il nostro Prosciutto di San Daniele sia tutelato come lo Jamon Patanegra spagnolo o che il nostro Prosecco sia tutelato come lo Champagne.
Invece, queste tutele non ci sono.
Anzi, l'Unione Europea ha fatto delle direttive molto discutibili, come quella di dare la possibilità alle aziende di fare le aranciate senza le arance.
Direttive come queste sono deleterie perché danneggiano sia gli agricoltori e sia i prodotti agricoli stessi.
E' ora di mettere regole serie come, ad esempio, l'indicazione geografica della provenienza ed il metodo di realizzazione di un prodotto di un prodotto quali vincoli per l'identificazione.
Per farvi capire meglio, un culatello di Zibello, per essere chiamato così, deve essere prodotto solo ed esclusivamente nella zona di Zibello e dintorni e deve essere prodotto solo in un determinato modo indicato dai norcini della zona.
Qualsiasi altro culatello prodotto in altra zona e con altri metodi non potrà essere chiamato "Culatello di Zibello", pena pesanti sanzioni per il produttore.
Lo stesso discorso può valere per il Riso "Vialone nano" mantovano.
Per essere tale, questo riso deve essere prodotto solo ed esclusivamente nel Mantovano.
Bisogna fare così con tutti i nostri prodotti.
Noi italiani dobbiamo alzare la voce, anche in sede europea.
Se noi non facciamo così, rischiamo di essere divorati dalla concorrenza estera.
L'acquisto di Parmalat da parte dei francesi è già un segnale più che eloquente.
Se ciò che ho detto dovesse accadere, sarebbe un bel guaio e non servirebbe più a nulla mettere le bandierine italiane sui davanzali delle nostre finestre.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.