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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 11 aprile 2011

L'IMPERO ROMANO, L'ITALIA E L'EUROPA, LA STORIA POTREBBE RIPETERSI!




Cari amici ed amiche.
Guardate questo video che ho scaricato da Youtube. Esso è uno spezzone di un documentario storico che, tra l'altro, vidi nella sua versione in italiano nella trasmissione "Atlantide, storie di uomini e di mondi" che va in onda su LA7.
Questo video mostra la storia di Ricimero (405-472), un generale (precisamente, un "Magister Militum") dell'Impero Romano d'Occidente.
Proprio iniziando da questo video, voglio riprendere il concetto che ho illustrato ieri, nell'articolo intitolato "Unione Europea, ha ragione il presidente Berlusconi", articolo che è stato pubblicato anche su "Italia chiama Italia" e che potete leggere, seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/25637/2011-04-11.html.
Come ho già detto, Ricimero fu un generale dell'Impero Romano d'Occidente.
Egli, però, non fu un romano ma un barbaro.
Egli fu di origine visigota e cristiano ariano.
Negli anni '60 del V secolo AD, egli fu, di fatto, il detentore del potere nell'Impero Romano d'Occidente. Di questo suo potere fecero le spese imperatori come Avito (anch'egli voluto dai Visigoti), Maggioriano, Libio Severo, Antemio e Anicio Olibrio che vennero uccisi o deposti.
Con la sua politica, lui dissanguò l'Impero Romano d'Occidente ma ad esso fu legato perché pochi anni dopo la sua morte l'impero crollò.
Proprio da ciò, prendo lo spunto per fare una riflessione.
A partire dal III secolo AD, l'Impero Romano iniziò ad avere una fase di declino.
Questo declino colpì, soprattutto, l'esercito. Esso fu il cardine del potere nell'Impero. Oramai abituati ai lussi, molti giovani romani non volevano più entrare nell'esercito. Inoltre, stava calando anche il numero di schiavi ed iniziò a mancare la manodopera per fare certi lavori usuranti.
E così, le autorità romane iniziarono a fare entrare i barbari che diventarono "foederati".
Questi, entrarono nell'esercito e in seguito divennero generali, come, per l'appunto Ricimero.
Qui fu il problema.
Infatti, nel 410 AD, Roma fu saccheggiata da Alarico, re dei Visigoti.
Dapprima, Alarico fu un soldato dell'esercito romano, come altri suoi compatrioti visigoti.
Egli morì in Calabria ma il suo popolo riuscì a creare un regno che copriva gli attuali Portogallo e Spagna e parte della Francia.
Anche i Vandali ebbero la stessa storia. Anch'essi furono "foederati" ma poi, con il loro re Genserico (389-477) presero il Nord Africa. In pratica, da manodopera a basso costo, i vari popoli barbari divennero dominatori di territori dell'oramai decrepito Impero Romano d'Occidente. Essi formarono i regni romano-barbarici, regni in cui i barbari comandavano ed i Romani amministravano ma erano in una posizione di sudditanza. Alla fine, 476 AD, presero anche l'Italia e Odoacre (434-493), il capo degli Eruli, depose l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo.
In pratica, i barbari si ribellarono ai Romani e divennero i loro nuovi signori.
Ora, la stessa situazioni potrebbe riproporre ai giorni nostri.
Non voglio alimentare paure e né essere razzista ma qui vi è una situazione in cui vi sono degli immigrati che vengono da Paesi con problemi e degli imprenditori italiani che, come ho scritto, ieri cercano una manodopera a basso costo e che non hanno puntato sulla tecnologia.
Gli imprenditori usano come pretesto il fatto che i giovani italiani non vogliano fare determinati lavori e per questo assumono gli immigrati.
Ciò è in parte vero ma è spiegato dal fatto che, come ho scritto poc'anzi, molti imprenditori non abbiano investito nella tecnologia.
Infatti, ove si usano le tecnologie nuove, i giovani italiani vanno a lavorare volentieri e l'azienda produce ed è efficiente.
Quindi, serve una "riforma del modo di pensare della società", oltre a quella della politica.
L'Impero Romano cadde perché continuò a mantenere quel sistema, nonostante i grandi cambiamenti.
Infatti, l'Impero Romano basava la sua forza sul "binomio esercito-schiavi". Ora, con la cessazione delle guerre di conquista, gli schiavi non affluirono più a Roma ed i giovani romani, oramai abituati a vari lussi, non entravano più nell'esercito, il cuore pulsante dell'Impero.
Questo indebolì lo stesso esercito e la figura dell'imperatore (su cui tutto il potere era incentrato) che non fu più grado di governare. I barbari, che entrarono nell'esercito, divennero una "lobby" che poté controllare anche lo stesso imperatore . Inoltre, con l'indebolimento dell'autorità, coloro che erano nelle classi più umili videro nei barbari dei liberatori e si ribellarono. Ergo, se Spartaco fosse vissuto nel V secolo AD avrebbe vinto.
Noi dobbiamo trarre lezione da tutto ciò.
Per troppi anni non si fecero riforme e, a causa di certi compromessi fatti, ad esempio, con i sindacati, si continuò a mantenere uno status quo che oggi non possiamo più permetterci di mantenere.
La politica ha prodotto delle buone riforme. La "Legge Biagi" ne è un esempio. Il problema è che nella nostra società vi sono sacche di resistenza e soggetti che fanno un cattivo uso di tali riforme.
Da qui nasce anche il precariato.
Qui rischiamo di trovarci un giorno con degli immigrati che potrebbero costituire una loro "lobby" e magari fare pressioni sulla politica per ottenere determinate cose. Un giorno potremmo trovarci anche con la sharia. E' un'ipotesi estrema ma potrebbe essere realistica, anche se è remota.
In pratica, rischiamo una vera e propria "terzomondizzazione".
Noi dobbiamo cambiare mentalità, puntando sulla tecnologia e sulla meritocrazia.
Ad esempio, trovo giusta la Riforma dell'università portata avanti dal Ministro dell'Istruzione, onorevole Mariastella Gelmini. Essa punta sulla meritocrazia, facendo sì che siano finanziate quelle facoltà che sono utili.
Bisogna puntare sugli stages che però non dovranno essere fini a sé stessi (cosa che sono oggi) ma che dovranno avere uno sbocco nel mondo del lavoro.
Qui serve un cambio di mentalità.
Inoltre, dobbiamo "recuperare" i nostri "cervelli", i nostri giovani ricercatori e professionisti emigrati all'estero, e magari attrarre anche qualche dottore o ricercatore straniero. I nostri ricercatori e professionisti sono andati in Paesi come gli Stati Uniti d'America ed il Regno Unito. Non dovremmo fare in modo che vi sia un ritorno di essi e, magari, che possa venire qualche ricercatore o professionista britannico o statunitense. In questo caso, vi sarebbe un'"immigrazione di qualità".
Il rischio che si corre è che si ripeta la stessa situazione che ci fu proprio nell'Impero Romano d'Occidente.
A forza di importare povertà (per avere manodopera) rischiamo di diventare poveri anche noi.
L'Europa dovrà tenere conto di tutto ciò.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.