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venerdì 17 giugno 2011

TERRONI, LA NOTA DI ALESSANDRA SPANO' E LA MIA RECENSIONE




Cari amici ed amiche.

Vi invito a seguire questo link, http://www.facebook.com/notes/alessandra-spano/terroni/10150224166691513.
L'amica Alessandra Spanò ha commentato il libro di Pino Aprile che è intitolato "Terroni".
Questo libro dà una visione critica di ciò che successe nell'Italia meridionale dall'unificazione (1861) ad oggi.
Vi faccio leggere l'inizio di un brano di questo libro che è stato riportato da Alesssandra e che dice:
"Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che fecero i nazisti a Marzabotto. Ma tante volte per anni.
E cancellarono per sempre molti paesi, in "operazioni anti-terrorismo" , come i marines in Iraq.
Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero la libertà di stupro delle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico, o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell'invasione da Sud, per redimere l'Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).
Ignoravo che, in nome dell'unità nazionale, i fratelli d'Italia ebbero pure il diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma." .
Ora, voglio fare una considerazione.
Effettivamente, a prescindere dai toni usati nel libro, in queste parole c'è un fondo di verità.
Non è possibile che città ricche come Napoli e Palermo e terre di grande cultura e storia come la Sicilia e la Campania Felix fossero diventate così povere.
Qualcosa successe.
Ora, provo ad analizzare le cause.
Di sicuro, fino al XVI secolo, l'Italia ebbe un ruolo centrale nell'Europa.
Roma venne vista come il cuore della cristianità (per la presenza del Papa) e città come Napoli, Bari e Palermo ebbero un ruolo fondamentale, accanto a Genova, a Venezia, a Pisa e a Firenze.
Tra l'altro, nel sud vi era una repubblica marinara, la Repubblica di Amalfi, che aveva fondachi anche a Costantinopoli e al Cairo.
Poi, ci furono eventi storici di grossa portata che rovesciarono la situazione.
La caduta di Costantinopoli (29 maggio 1453) indusse gli Europei a cercare altre vie per l'Oriente e da qui ci fu la scoperta dell'America (1492).
Questo spostò il baricentro di tutti i commerci dal Mare Mediterraneo all'oceano e la questione commerciale divenne sempre di più una questione tra Spagna ed Inghilterra, con la vittoria di quest'ultima nel 1588, nella sconfitta dell'Invencible Armada.
Oltre a ciò, ci furono in Italia sempre di più gli interessi dinastici delle corone europee (quella spagnola, in particolare). L'Italia era divisa in Stati e vulnerabile a guerre di vario tipo.
In pratica, l'Italia divenne il campo di battaglia delle potenze straniere.
A questo, si unì la questione religiosa.
Fino al XIV secolo, il Papato era al centro di tutta la cristianità.
Ad esempio, il Papa poteva scomunicare un sovrano e togliere ogni potere a quest'ultimo.
Con la "Cattività avignonese" (1309-1377), lo Scisma d'Occidente (1378-1417), il protestantesimo (1517) ed i realismi del XVIII secolo (come il giuseppinismo, il gallicanesimo ed il febronianesimo), le divisioni di pensiero (come il giansenismo), l'Illuminismo e la Rivoluzione francese, il Papato perse gran parte della sua influenza religiosa mentre quella politica si ridusse all'area italiana e non sempre fu forte.
Basti pensare a quello che successe nel Granducato di Toscana con il vescovo di Pistoia e Prato, Scipione de ' Ricci, ed il granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo nel XVIII secolo.
Lì si rischiò uno scisma da Roma perché il vescovo di Pistoia aderì al giansenismo e volle riformare la sua diocesi in quella direzione, contro il parere del Papa.
Anche le Leggi Siccardi che furono adottate nel Regno di Sardegna (Piemonte) nel 1855 furono anticlericali.
Quindi, l'Italia perse ogni influenza ed il meridione ne fece le spese.
Di certo, per il sud, il colpo di grazia avvenne nel 1861, quando i Piemontesi si annetterono il Regno delle Due Sicilie, con una sorta di "operazione di intelligence" in cui Giuseppe Garibaldi fu mandato in Sicilia per destabilizzare il regno e fare sì che, "in nome dell'ordine e della pace", i Piemontesi lo conquistassero.
Con un centralismo spinto e con una spoliazione copiosa, il sud fu così annichilito.
Quella che fu proposta come un'unificazione, in realtà fu un'annessione.
Vi invito a leggere la bellissima nota dell'amica Stefania Ragaglia, seguendo il link http://www.facebook.com/notes/stefania-ragaglia/unificazione-o-conquista/10150677976640721.
In questa nota vi sono delle considerazione dell'arcivescovo emerito di Bologna e cardinale Giacomo Biffi, uno degli ultimi veri esponenti della più nobile tradizione della Chiesa ambrosiana.
Il cardinal Biffi è stato chiaro.
Questo processo di unificazione fu una vera e propria annessione da parte del Piemonte dei vari Stati italiani e fu contro la Chiesa.
Ad esempio, alcuni gravi episodi li ho citati in un mio precedente articolo, quello intitolato "Magna Charta Libertatum? Anche noi Italiani avremmo dovuto averne una!", come il triste episodio della processione massonica in cui si inneggiava a Satana e di cui fu testimone un giovane polacco che divenne poi padre Massimiliano Kolbe, martirizzato da un altro regime satanico, il nazismo.
Tutti i grandi Stati si formarono intorno alle loro Chiese. L'Italia si fece contro la Chiesa.
Il sud pagò per tutti.
Il resto, è storia recente.
Dopo il fascismo e la devastazioni della II Guerra Mondiale, le classi politiche della I Repubblica fecero delle pessime politiche di assistenzialismo verso il sud, politiche che, in realtà, non crearo sviluppo ma favorirono il clientelismo e la criminalità organizzata.
Per il sud Italia sarebbe servita una politica di sussidiarietà che, ad esempio, avrebbe fatto sì che fossero stati finanziati solo i progetti sicuri ed utili.
Oggi, però, a pagare questi errori è anche il nord.
Con un sud non in grado di produrre, il nord è sotto una fortissima pressione.
Questo centralismo non aiuta.
Da qui, nasce l'esigenza del federalismo, che farebbe bene a tutti sia al nord che al sud.
Certamente, se qui al nord si conoscesse meglio la realtà del meridione, forse, certi stupidi pregiudizi nei confronti dei meridionali sarebbero smentiti.
Tra l'altro, in tal senso, se mi è permesso, voglio togliermi un "sassolino dalla scarpa".
Io sono mantovano (un lumbard, un mantuan o mantoan, a seconda delle zone) ma di origini sono meridionale. Mio padre è abruzzese di Tossicia (in provincia di Teramo) e mia madre è siciliana di Galati Mamertino (in provincia di Messina).
Con certe persone della mia zona ho avuto qualche problema.
Esse parlavano di me e dei miei come dei "terroni" ed usavano epiteti poco carini.
Paradossalmente, però, coloro che facevano così non erano quelli della Lega Nord, con cui, per altro, ho buonissimi rapporti sia politici che personali.
Molti di quelli che facevano certi commenti avevano anche la tessera dei sindacati. Quindi, facevano parte della sinistra.
Del resto, il Mantovano è terra di sinistra.
Quindi, mi veniva da ridere quando, qui a Roncoferraro (un Comune risorgimentale, perché patria di Giuseppe Nuvolari), c'erano i festeggiamenti dell'Unità d'Italia, con tanto di benedizione della bandiera.
Oggi, quelle stesse persone erano quelle che festeggiavano di più.
Non aggiungo altro. La cosa si commenta da sola.
E allora, sarebbe bene leggere il libro "Terroni" di Pino Aprile che è edito dalla Piemme Editori.
Cordiali saluti.

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