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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 29 giugno 2011

L'ARTE, LA SCIENZA E LA FEDE







Cari amici ed amiche.

Vi voglio parlare di arte, cosa di cui sono appassionato.
Ora, tra l'arte contemporanea e quella dei secoli passati, vi è una grossa differenza.
L'arte dei secoli passati ha un'anima.
Quella attuale no!
Nel Medio Evo, le chiese bizantine e le cattedrali romaniche e gotiche portavano con sé tutto l'amore per Dio e la spiritualità di un popolo.
Pensiamo agli ori e alle figure mistiche delle chiese bizantine, all'intimità della fede delle chiese romaniche e fino all'innalzamento verso il cielo delle cattedrali gotiche.
Tutto questo, nell'arte contempranea non c'è.
A tale proposito, ho messo qui sopra delle foto di chiese attuali scattate dall'amico Ivan Vassallo, che ringrazio per la cortesia.
Queste edifici non sembrano delle chiese.
Se non fosse per qualche croce messa lì come per caso, potrebbero sembrare una villetta di qualche eccentrico architetto o una fabbrica.
Quest'arte è senz'anima, perfino nei luoghi in cui l'anima di ciascuno di noi trova la cura, ossia la chiesa.
Se uno entra in una chiesa bizantina, coglie la solennità della liturgia. Se una persona entra in una chiesa romanica, coglie il rispetto verso Dio ed il timore tipici dell'Europa del IX, del X e dell'XI secolo.
Se una persona entra in una chiesa gotica, noterà l'elevazione spirituale verso Dio, nei suoi archi a sesto acuto e nelle sue volte.
Se una persona entra in una chiesa barocca, noterà il fasto della sovranità di Dio e la vera forza della Chiesa cattolica.
Se una persona entra in una chiesa di epoca contemporanea non riesce a sentire tutto questo.
Sembra quasi che la secolarizzazione sia entrata anche nelle nostre chiese.
Di norma, le pietre delle chiese antiche sono "pietre vive", pietre che raccontano, con le loro sculture, i loro affreschi, i loro dipinti e con le vetrate istoriate.
Quando, ad esempio, entro nel Santuario della Beata Vergine Maria di Grazie (Curtatone, in provincia di Mantova) percepisco la fatica e la fede di chi lo realizzò come la fede di tutti coloro che vennero a pregare lì prima di me.
Quando entro in una chiesa di epoca contemporanea non sento tutto questo.
Sento solo un freddo razionalismo di chi oggi ha paura di mostrare le proprie convinzioni e le proprie radici e vuole seguire le mode a scapito della fede.
In fondo, queste mie parole non sono molto diverse da quelle pronunciate in questo video, che ho preso da Youtube e che mostra uno spezzone della miniserie "Pilastri della Terra" (tratta dall'opera di Ken Follett), dal Priore Philip (interpretato dall'attore Matthew Mcfadyen).
Inoltre, non fu certamente vero che gli uomini del Medio Evo fossero meno razionali di quelli attuali.
Pensiamo alla chiesa di Haghia Sophia, a Costantinopoli.
Per costruirla furono fatti calcoli matematici e vari esperimenti.
Pensiamo alle cattedrali gotiche.
Per la loro costruzione, gli architetti si avvalsero di teorie matematiche importanti, come quelle di Euclide.
Basti pensare alla geniale idea dei contrafforti con archi rampanti, che evitavano le spinte degli archi a sesto acuto delle volte.
La differenza che c'è tra noi e loro è l'anima.
Loro, ci misero l'anima, nel costruire gli edifici legati a Dio.
Noi, confidiamo solo nella ragione e, pur avendo migliori tecnologie, siamo ridotti a fare edifici fatti più per mantenere un clima "politicamente corretto" che non per rendere realmente omaggio a Dio.
Anche questo è relativismo.
Anzi, sembra quasi che si voglia massificare tutto e che l'unicità che è tipica di ogni cosa sia un qualcosa da combattere.
E' il tipico atteggiamento di certe idee totalizzanti (e a volte totalitarie) come nazismo e comunismo.
Ora, voglio farvi leggere una mia poesia.
E' un po' diversa dalle altre, per la maggiore presenza di parole corse e per la forma diversa.
Questa è la poesia:

L'ABBAZIA DI JUMIEGES

Di more...il grido in questu nivellu,
co' so' canti...intra il musco et l'alastra...
come chì fubbenu in anni...in onne castellu...
nta bastiglia, ibi Jumieges, in Normandia,
nta ghjesgia...sente pò l'òmo...sì nta badia;

de' ministranti ibi vieti i canti et Missa,
de' cavalieri, chì nta Cicilia a vena...
ebbenu, et de' Francisi e a l'Inglesi...
come di loro, chì s'alzò la pena...
contan ora le mura...ibi et di so' mesi;

chì vote sò ora, di vuci divina...ancora...
nta ricchia sì di squille unu sonu move et fora...
nto celu poner paion le torri...in pavura...
di bufi lo stridor et di gufi lamentu...
chì d'infernu a piglià sò...nto ventu...
chì in so' tiempu...come fici un giacobino...
nta so' raggia, raggia di Dimoniu...com'ellu lorda,
chì mittìu l'orbe...tutta maladetta...contra il Divino,
nta nvidia...per Pascha, co' la so' orda!


Tutto quello che punta a togliere Dio dalla vita pubblica, distrugge ogni bellezza. Il caso di Jumieges e della Rivoluzione francese, che è citato in questa mia poesia, lo dimostra.
Ho scritto questo articolo anche per fare i miei omaggi al Santo Padre Benedetto XVI, che oggi vede il suo sessantesimo anno di sacerdozio. Il Santo Padre sa della pericolosità del relativismo. In fondo, l'arte è lo specchio della società. Del resto, hanno tolto ogni solennità alla liturgia. Le chiese che vengono costruite oggi vanno di pari passo con questa liturgia spesso opaca e priva di ogni solennità che ci deve essere nell'incontro con Cristo nel pane e nel vino.
Cordiali saluti.

Antonio Gabriele Fucilone



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