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domenica 26 giugno 2011

I "DUE SUD" E LA MASSONERIA


Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere questo articolo scritto sul blog dell'Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie.
Il suo titolo è "L'opera di Delassus/3: La massoneria durante la monarchia orleanista (1830-1848)".
Da questo articolo, voglio prendere spunto per fare una mia riflessione sul Sud Italia di oggi e su quello del XIX secolo, il periodo in cui in Francia fu contemplata anche la celebre "Monarchia di Luglio", quella monarchia che iniziò nel 1830, con la deposizione di re Carlo X di Borbone, e finì con i tumulti del 1848.
Questa monarchia, il cui re fu Luigi Filippo d'Orleans, aprì la strada a quel Napoleone III che nel controverso processo che portò all'unità d'Italia ebbe una parte non indifferente.
La mia osservazione è quella di una persona che, pur avendo origini meridionali, è a tutti gli effetti del Nord Italia, quel Nord che alcuni vedono come "rapinatore" ed altri come "liberatore". E', quindi, un'osservazione di un non meridionale sul Mezzogiorno del nostro Paese. Voglio cercare di capire e fare capire fino le cose
Ora, incomincio a fare le mie considerazioni.
Oggi non esiste un Sud Italia. Oggi esistono "due Sud Italia".
Esiste un "Sud storico, umano e culturale" , un Sud ricco di valori e di cultura, le cui città più importanti, come Napoli, Bari, Salerno, Palermo, Messina e Catania, nulla hanno da invidiare ad altre come Torino, Milano, Mantova, Venezia, Bologna e Firenze, o i cui luoghi importanti, come ad esempio l'Abbazia di Padula, reggono il confronto con altri analoghi nel nord-Italia, come l'Abbazia di San Benedetto in Polirone, qui nella provincia di Mantova.
Esiste anche un "Sud politico".
Quest'ultimo, invece, è molto arretrato e non coincide per nulla con il "Sud storico, umano e culturale".
Questi due Sud coesistono e la differenza che c'è tra di loro stride agli occhi di un attento osservatore.
Perché c'è questa situazione?
Questa situazione è figlia di quanto successe in quel 1860, anno in cui Giuseppe Garibaldi sbarcò a Marsala e diede inizio all'annessione del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna.
Come ho cercato di fare notare altre volte, Garibaldi fu mandato da Cavour per creare scompiglio, facendo leva sull'indipendentismo e sul malcontento siciliano verso Napoli.
Così, il Piemonte (Regno di Sardegna) ebbe il pretesto per muovere guerra al Regno delle Due Sicilie ed annetterselo.
Il governo del neonato Regno d'Italia ebbe la "golden share" del Regno di Sardegna.
Il Sud divenne terra di conquista e subì una vera e propria spoliazione.
E così, mentre il "Sud storico, umano e culturale" rimaneva nelle persone, quello "politico" era annientato e sempre più in degrado.
E' logico che ciò generasse un vero e proprio impoverimento del Sud.
La politica, infatti, regola la vita civile delle persone.
Però, questo processo controverso che portò all'Unità d'Italia cercò anche di distruggere il Sud anche sul piano culturale.
Qui entra in gioco la massoneria.
Infatti, il Nord era già molto più secolarizzato rispetto al Sud.
Pensiamo alle "Leggi Siccardi" del Regno di Sardegna o all'anticlericalismo diffuso in Romagna.
Inoltre, nelle fabbriche andavano diffondesi le idee del socialismo.
Il Sud, invece, mantenne una maggiore sensibilità religiosa.
Ancora oggi, c'è questa situazione. Tra l'altro, a causa di ciò, qui da me ho perso anche qualcuno dei miei amici.
Si sa che la massoneria di quel periodo era fortemente antipapista.
Era ben lontana, ad esempio, da quella concezione cavalleresca a cui disse di rifarsi, quella concezione che fu, ad esempio, del Cavaliere Andrew Michael Ramsay, di cui parla questo interessante articolo del sito "Riflessioni.it", articolo che è stato scritto da Gianmichele Galassi e che è intitolato "Riflessioni iniziatiche sull'uomo, lo spirito e l'infinito", di cui scrissi anch'io nell'articolo intitolato "La massoneria, il trono e l'altare".
Quella massoneria fu contro la cattolicità ed ostile al clero e alla mistica.
Basti pensare a quello che successe intorno alla vicenda di Lourdes, vicenda che avvenne in quella Francia dell'imperatore Napoleone III.
Ora, l'Italia che nacque da quel processo di unificazione fu un'Italia contro la Chiesa.
Se andate a Roma e guardate il famoso "Altare della Patria" (o "Macchina da scrivere") noterete questo.
Non ha raffigurato nessun simbolo che possa fare riferimento alla cattolicità o anche alla cristianità in generale.
Inoltre, vi erano processioni massoniche contro il Vaticano e che inneggiavano a Satana.
Garibaldi definì Papa Pio IX "un metro cubo" di letame e chiamò i suoi asini Pionono e Santissima Trinità.
Ora, chi fece l'Unità d'Italia puntò anche a distruggere quel tessuto culturale del Sud Italia che nella tradizione cristiana aveva il suo fondamento.
Quindi, tutti i mali di oggi sono figli di quanto successe allora.
Oggi, cosa possiamo fare per migliorare le cose?
Il federalismo è una soluzione ma accanto ad esso serve una nuova mentalità che sappia prendere il meglio del Nord e quello del Sud.
Cordiali saluti.









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