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venerdì 10 giugno 2011

ACQUA, QUELLO CHE LA SINISTRA NON DICE

Cari amici ed amiche.

Oggi, tramite il sito "Forzasilvio.it", mi è pervenuta una nota dell'onorevole Antonio Palmieri (responsabile delle comunicazione del Popolo della Libertà) che ritengo molto interessante.
In questa nota è riportato che anche il centro sinistra fece una riforma che avrebbe previsto che la concessione del servizio di distribuzione dell'acqua potesse essere data anche ai privati.
Il 07 luglio 2006, il Governo di Romano Prodi presentò un disegno di legge simile a quegli articoli del "decreto Ronchi" che con i referendum si vogliono abrogare.
I firmatari furono l'allora premier Romano Prodi ed i ministri Linda Lanzillotta, Pier Luigi Bersani, Giuliano Amato, Emma Bonino ed Antonio Di Pietro.
Che strano. Oggi, queste stesse persone sono contrarie a quei succitati articoli del "decreto Ronchi" che propongono la stessa cosa.
Inoltre, chi sostiene che quegli articoli del "decreto Ronchi" privatizzeranno l'acqua" dice una grande fesseria!
L'acqua non può essere privatizzata!
Può essere affidata a capitale privato la gestione dell'acqua e degli acquedotti!
Inoltre è falso dire che "gestione pubblica è uguale a gestione virtuosa".
Basti pensare al famoso "Acquedotto Pugliese", gestito secondo il "modello Vendola", per dirla com'è scritta nella nota dell'onorevole Palmieri, che perde circa il 40% dell'acqua ed aumenta le tariffe di oltre 10%.
Situazioni simili mettono a rischio il diritto del cittadino di avere l'acqua.
Ora vorrei dire anche un'altra cosa. C'è chi sostiene che il fatto che ci sia un quorum sia di per sé un danno per la democrazia.
Io rispondo dicendo che ciò non è vero!
Ora, vi faccio un esempio.
C'è un referendum abrogativo e va a votare il 20% dei cittadini mentre il rimanente 80% rimane a casa.
Ora, in questo 20% di coloro che hanno votato, il 70% sono sì ed il 30% sono no.
Se non ci fosse il quorum, quella legge approvata dal Parlamento sarebbe abrogata da una minoranza.
In pratica, una minoranza avrebbe il potere di abolire una legge.
Questa non sarebbe più una democrazia ma una "dittatura di una minoranza".
Inoltre, votare non è un obbligo ma è un diritto. Anche il non voto è un diritto.
Pur rispettando il referendum, dico che uno che non vuole votare ha il diritto di farlo.
Intanto, pur di distruggere il presidente Berlusconi ed il centrodestra, la sinistra direbbe tutto ed il contrario di tutto e si alleerebbe anche con il Diavolo.
Non mi sembra un atteggiamento affidabile e coerente!
Cordiali saluti.

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