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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 2 giugno 2011

I E II QUESITO DEI REFERENDUM? NON VOTO!


Cari amici ed amiche.

Questo è il testo del I quesito del referendum che si terrà il 12 ed il 13 giugno:

"Volete voi che sia abrogato l'articolo 23-bis (servizi pubblici di locale rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività e la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia", e dall'articolo 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni uregenti per l'attuazione di obblighi comunitari per l'esecuzione delle sentenze della corte di giustizia della Comunità Europea", convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 delle Corte costituzionale?".

Questo è il quesito che riguarda la famosa "questione dell'acqua pubblica".
Ora, vorrei smentire alcune cose dette dai promotori di questo referendum.
Non è affatto vero che il "decreto Ronchi", il decreto del 25 giugno 2008, privatizza l'acqua.
L'acqua non può essere privatizzata!
Lo stesso discorso vale per gli acquedotti.
In realtà, il "decreto Ronchi" introduce un meccanismo nuovo di gestione di vari servizi pubblici, come l'erogazione, il trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti, ecc.
Questo nuovo meccanismo si basa sull'affidamento della gestione di tali servizi ad aziende che possono essere pubbliche o a capitale misto pubblico-privato.
Ergo, tramite un bando di gara, la gestione dei succitati servizi verrebbe affidata a questo tipo di aziende.

Questo porta una serie di vantaggi.
Il primo è il minore peso sulle casse dei Comuni.
Un'azienda privata che gestisce questi servizi fa sì che il Comune possa spendere soldi in servizi utili ai cittadini e nelle infrastrutture.
In pratica, la gestione pubblica dei vari servizi (come quello idrico) grava sui cittadini.
La gestione affidata ad un'azienda privata (o a capitale misto pubblico-privato) fa sì che il Comune possa erogare altri servizi essenziali che, altrimenti, sarebbe costretto a tagliare.
Quindi, non è vero che il "decreto Ronchi" privatizza l'acqua.
Esso, in realtà, liberalizza la gestione dei succitati servizi e toglie ai Comuni certi spese onerose, come quelle della manutenzione degli acquedotti.
Chi voterà SI' vorrà solo mantenere pubblica la gestione degli acquedotti.
Come ho già detto, ciò è un problema.
Se un Comune deve continuare a spendere soldi per gestire gli acquedotti, come potrà, ad esempio, sistemare le strade o erogare altri servizi essenziali, senza aumentare le tasse comunali?
Le gestioni pubbliche hanno solo fatto dei danni ai bilanci dei Comuni.
Per questi motivi, il 12 ed il 13 giugno ci si dovrà astenere!
Io non voterò e consiglio anche a voi di fare la stessa cosa.
Inoltre, non è affatto vero che una gestione pubblica è una gestione più sicura da un punto di vista legale.
Basta, ad esempio, che vi sia una Giunta comunale infiltrata dalla mafia e vari servizi, come l'erogazione dell'acqua, possono diventare un business per i malavitosi.
Quindi, il 12 ed il 13 non si voti!
Andate al mare, in montagna, dai parenti, al museo, in chiesa o dove volete ma non votate! Avrete molto da guadagnarci.
Lo stesso discorso vale per il II quesito che è collegato al primo e che recita:

"Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'articolo 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 03 aprile 2006 "Norme in materia ambientale" limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?".

Un'azienda privata deve guardare anche ai propri bilanci.
Se i suoi bilanci sono a posto, potrà ancora funzionare.
In caso contrario fallisce.
Quindi, non c'è niente di male se fa soldi anche gestendo il servizio idrico o quello del trasporto pubblico.
Quindi, anche è giusto astenersi!
La pubblica istituzione dovrà solo controllare che non vi siano cose illegali e a danno del cittadino.
Per potere assurgere a questo compito, la pubblica istituzione deve stare fuori dall'azienda che gestisce quel servizio di grande rilevanza economica.
Nella voce dei "Link preferiti" di questo blog troverete il sito http://www.gestionelibera.it.
Visitatelo, così saprete di più ogni cosa, senza certe mistificazioni fatte ad arte da chi usa i referendum come un'arma politica contro i propri avversari che oggi sono LEGITTIMAMENTE al Governo.
Cordiali saluti.









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