Trovo che paragonare la questione del Green Pass con la Shoah sia una cosa improponibile.
Tuttavia, deve essere detta anche un'altra cosa.
Le leggi razziali del fascismo e del nazismo colpirono gli ebrei.
Quelle leggi colpirono gli ebrei in quanto ebrei, a prescindere dal loro comportamento come singole persone.
Quelle leggi vergognose colpirono delle persone per la loro appartenenza religiosa. La questione del Green Pass è diversa ma non deve essere sottovalutata nella sua pericolosità.
Infatti, una procedura analoga è stata implementata in Cina.
In Cina, vi è un "lasciapassare" che di fatto tiene sotto controllo le persone, valutandone i comportamenti e la condotta.
Ora, se lo Stato valutasse la condotta della persona controllata come "negativa", ci sarebbero delle conseguenze per la persona stessa.
Per esempio, quest'ultima potrebbe avere delle restrizioni nella libertà di movimento.
Un articolo di Stefano Magni su "La Nuova Bussola Quotidiana" ne parla.
Questo è un abominio.
Ora, il Green Pass potrebbe aprire la strada ad una simile procedura.
Le nostre libertà rischiano di essere limitate.
Rischiamo una deriva simile a quanto pronosticato da George Orwell.
In nome della "salute", si limiteranno le libertà individuali.
Una persona non potrà andare ad eventi pubblici o a stare con gli amici senza avere rogne.
Il rischio è che poi le libertà si restringano progressivamente.
Per questo, si deve avere paura del Green Pass.
Tuttavia, il paragone con i campi di concentramento nazisti resta improponibile.
Non è giusto fare un uso distorto della memoria dei tragici fatti della Shoah, rischiando di favorire chi veramente vuole limitare la nostra libertà.
Oltretutto, questa gente fa già un uso distorto della memoria, strumentalizzandola ogni giorno.
Basti pensare alla questione dei clandestini.
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