Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Stefano Magni che è intitolato "Social Network da spazi di libertà a nuovi censori: si sono piegati alle pressioni della sinistra e dei media tradizionali".
Questo ne è uno stralcio:
Oramai, i social network si sono piegati al regime "politicamente corretto" della sinistra e della stampa tradizionale, che con la sinistra ha un rapporto incestuoso.
In origine i social network erano delle piattaforme virtuali che davano spazio a tutti.
Oggi, purtroppo, non è così.
Infatti, i social network (come Facebook e Twitter) hanno dato spazio ai censori, poiché sapevano delle armi della sinistra, le armi del boicottaggio.
Se la sinistra avesse avesse iniziato a boicottare i social network, "rei" ai suoi occhi di dare troppo spazio alla destra, tanta parte dei loro fatturati sarebbe andata a farsi benedire.
Così, essi hanno iniziato una vera campagna censoria ai danni della destra.
I post di coloro che non sono di sinistra sono stati bollati come "fake news" e rimossi.
Basti pensare ai post del presidente americano (ancora in carica) Donald Trump che sono stati rimossi da Twitter.
I blog di coloro che non sono di sinistra (come il mio) sono stati più volte bloccati su Facebook.
Anche gli account sono disattivati.
In questo senso, i gestori dei social network si sono dimostrati deboli.
I Repubblicani americani hanno tutto il diritto di chiedere l'abrogazione del paragrafo 230 dalla legge americana in materia di editoria.
Infatti, i social network non sono considerati editori ma mere "bacheche" virtuali sulle quali pubblicare dei contenuti.
Ora, dato che essi stanno facendo delle cernite esattamente come come fanno i mass media tradizionali, i social network non sono più mere "bacheche" ma veri e propri giornali, con tanto di linea editoriale.
Dunque, i social network debbono assumersi la responsabilità di ciò che è pubblicato su di essi.
Forse, com'è scritto nell'articolo di Magni, social network come Facebook e Twitter saranno meno liberi.
Però, questo favorisce la nascita di altre piattaforme, come Parler, che sono di indirizzo diverso.
Dunque, se il paragrafo 230 saltasse non ci sarebbe più l'oligopolio dei soliti, come Faceboook e Twitter, ma ci sarebbero tante piattaforme e più concorrenza.
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