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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 17 novembre 2020

Solidarietà ad Azzurra Barbuto


Esprimo la mia solidarietà umana e "professionale" (uso le virgolette perché non sono un giornalista, anche se vorrei esserlo, e non sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti) alla blogger e giornalista Azzurra Barbuto.

Un articolo di Max del Papa su "Atlantico Quotidiano" tratta ciò che è accaduto ad Azzurra.
Questo ne è uno stralcio:

"Così vanno le cose, così devono andare. Azzurra Barbuto è una giornalista, assai brava e sensibile, una delle ultime esemplari, e va inteso in ogni senso, che la notte, lockdown permettendo, si infagottano per bene ed escono per infilarsi nei meandri della città addormentata, frugando, a loro rischio e periglio, negli spiragli che non dormono mai. Sale su ambulanze, su auto di polizia, s’inoltra accanto agli ultimi, i barboni, i dimenticati, e ne denuncia e ne racconta l’impossibile vivere con lo sconcerto di chi soffre davvero. Ma tutto questo non conta, perché Azzurra scrive su Libero e quindi merita lo stigma, la lettera scarlatta di cialtrona, fascista, infame; o di quella “che non la conosce nessuno”, come l’hanno apostrofata quei campioni del varietà che rispondono ai nomi di Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli, due chiaramente ossessionati dalla fama, dai follower, quella fuffa lì. Con la stessa umanità arrabbiata, Azzurra ha scritto un tweet in cui si addolora, perché si addolora, per la morte di Yusuf, l’infante affogato nel Canale di Sicilia sotto gli occhi della madre. Si addolora, ma non offre ipocrisie un tanto al chilo, consolazioni avariate.

Che ha detto Azzurra? Semplicemente che partire su un gommone con un neonato equivale a condannarlo a morte quasi certa. Tanto è bastato per vedersi scaricare addosso l’odio umanitario di chi ha solo certezze. Un cafarnao di fraintendimenti, di farisei stracciavesti, di posseduti dal demone dell’indignazione. Tra questi, il citato Scanzi che, in una curiosa convinzione di impunità che forse non durerà a lungo, non ha esitato a segnalarsi col solito profluvio di insulti, “sadismo destrorso più becero, qualunquista e schifoso, viviamo in un’epoca vomitevole”, s’intende rappresentata da quelli come Azzurra, conditi dall’immancabile, e a questo punto preoccupante, “non la conosce nessuno”. Sotto, un invito grottesco: “il mio nuovo libro lo trovi qui”, con tanto di link. Si stupisca chi può"
.
 
La giornalista non ha scritto nulla di male.
Anzi, ella ha scritto delle parole veritiere.
Un giornalista deve fare questo.
Purtroppo, la dottoressa Barbuto è stata pesantemente insultata sui social network, con tanto di minacce. 



Un bravo giornalista deve scrivere cose vere perché deve informare la gente.
Partire su un gommone con un neonato significa inequivocabilmente condannarlo a morte.
Questo sarebbe noto anche ad un bambino.
Fate fare ad un neonato una lunga traversata sul mare, al freddo, ed egli è condannato a morte. 
Un neonato è un soggetto fragile. 
Dunque, Azzurra Barbuto ha scritto delle cose vere. 
Purtroppo, certa gente non ha il cervello per capire ciò.
Chi non vuole capire non capisce.
Così, ella è stata vittima di attacchi vergognosi, con tanto di auguri di morte e quant'altro.
Da quello che so, mi risulta che Azzurra Barbuto, che opera presso il quotidiano "Libero", sia una professionista integerrima.
Sicuramente, coloro che le hanno lanciato i messaggi di odio sono le stesse persone che parlano di "accoglienza dei profughi", coloro che dicono di "restare umani".
Forse, questi personaggi non sanno neppure cosa significhi restare umani.
Seguirò con piacere il blog "La Finestra di Azzurra". 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".