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giovedì 19 novembre 2020

Il nulla fatto politico


Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Romana Mercadante di Altamura che è intitolato "Di Maio è un fenomeno: del “nientismo”".
Questo ne è uno stralcio:

"Il dialogo è di quelli belli in un contesto intrigante: Lucia Annunziata e Luigi di Maio da Bianca Berlinguer a Carta Bianca. All’improvviso, così, dal nulla, spunta un noi, un plurale maiestatis, un senso di appartenenza. A cosa? Al Paese? Alla sinistra? Al Governo? Al fantastico mondo del fare, dell’entrare a gamba tesa nella situazione campana con l’esercito (e la Protezione civile, ma solo perché andava detto). Alla buon’ora.

Peccato che qui non si giochi a calcio, ma con la vita di milioni di persone che non sono i pupazzetti del calcio Balilla (e sempre che Balilla di questi tempi si possa ancora dire, ma questa è un’altra storia).

Insomma, stiamo assistendo ad una trasformazione da bruco a farfalla dell’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, e nuovo leader in pectore di un’ipotetica scissione del partito del vaffa, che potrebbe dare vita ad un piccolo Frankenstein tra grillini e chissà chi: è diventato decisionista, si è ringalluzzito, è diventato l’uomo forte, quello che dirige, quello tutto d’un pezzo che “io ho chiesto al Governo di intervenire”. Tutto questo accade dopo che al governo c’è stato anche lui per nove mesi, dove il massimo che ha sostenuto è stato il silenzio tombale in cui si era praticamente ritirato, senza neanche raccogliere gli stracci del sequestro dei pescatori mazaresi, lasciato cadere con tutta la nonchalance che gli appartiene. Ricordiamoci sempre, e magari erigiamo una stele, che dobbiamo a lui l’abolizione della povertà…".

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rappresenta di diritto la pochezza di questo Governo.
Basti pensare al fatto che l'Italia abbia votato le risoluzioni contro Israele all'ONU o al pasticcio dei commissari alla Sanità in Calabria. 
Basti pensare anche al caso dei pescatori siciliani sequestrati in Libia.
Di Maio rappresenta quel giovanilismo al quale tuttavia non corrisponde una maggiore capacità di fare politica.
Egli rappresenta chi ha contestato un sistema senza proporre una vera alternativa. 
Infatti, contestare è facile ma poi dare delle risposte è tutta un'altra cosa.
Di Maio rappresenta anche quella politica senza idee, quella politica che ricorre alle "alleanze variabili" pur di restare al potere.
Prima si allea con la Lega e poi con il Partito Democratico e la sinistra, pur di restare al potere.
Cosa può nascere da una politica del genere?
La risposta è ovvia: nulla.
Da una politica del genere non può nascere nulla...di buono.
Anzi, si vedono solo i vecchi trasformismi e privilegi di quella "casta" (la quale era contestata da coloro che la pensano come Di Maio) uniti all'incapacità.
La gente che oggi ci governa non sa cosa significhi aprire la serranda della propria azienda, lavorare e fare lavorare i propri dipendenti. 
Questo è il declino del nostro Paese.

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