Cari amici ed amiche.
Vi invito a leggere queso interessante articolo scritto dalla signora Margherita Genovese su "Italia chiama Italia", seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/25376/2001-03-18.html.
Effettivamente, sono d'accordo con quanto scritto nell'articolo.
I festeggiamenti dell'unità d'Italia hanno avuto i toni solenni delle grandi occasioni e si è vista una grande aggregazione di massa.
Ora, però, tutto è finito.
Si è tornati alle vecchie partigianerie e a "spararsi addosso".
Del resto, storicamente, l'Italia è il Paese delle divisioni.
Durante il periodo dell'Antica Roma, fu il Paese dei seguaci di Mario e di quelli di Silla. Nel Medio Evo fu il Paese dei ghibellini e dei guelfi. Nel XVIII secolo fu il Paese degli illuministi e degli anti-illuministi. Durante il fascismo, fu il Paese dei fascisti e degli anti-fascisti. Nel 1948 fu il Paese dei monarchici e dei repubblicani ed oggi è il Paese dei berlusconiani e degli anti-berlusconiani.
Questo Paese è davvero strano poiché sembra che queste divisioni siano etniche.
In poche parole, sembra che coloro che (come me) sono schierati con il centrodestra e coloro che gli sono contro siano di due etnie diverse.
Questo negli altri Paesi non avviene.
Nel Regno Unito, i cittadini possono essere laburisti o consevatori ma si sentono e sono sempre britannici.
Negli USA, i cittadini avere simpatie per il Partito Democratico o per quello Repubblicano ma si sentono sempre americani.
In Italia, invece, sembra quasi che noi di centrodestra e gli altri siamo di due etnie diverse.
Durante i festeggiamenti, coloro che sono contro il centrodestra hanno tentato di umiliare tale coalizione e in primis la Lega Nord, prendendo come pretesto ogni atteggiamento di questo partito.
Queste persone facevano peani sulla bandiera, mettevano fiori sull'Altare della Patria e cantavano canzoni dedicae alla patria.
Peccato che queste persone erano le stesse che in passato vedevano nel patriottismo un sentimento "becero", "reazionario", "fascista", "atlantista", "borghese" e "contraria al proletariato" e qualcuna di esse bruciò anche la bandiera italiana.
A casa mia, questo atteggiamento si chiama ipocrisia!
Personalmente, riterrei giusto non fare più queste feste che rischiano di diventare solo delle pompose manifestazioni di ipocrisia perché si celebra un sentire comune che non c'è.
Ora che tutto ciò è finito, si è tornati ai vecchi livori.
Non basta fare delle celebrazioni solenni (e spendere tanti soldi in esse) per dimostrare di essere un popolo solo.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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