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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 22 marzo 2011

LIBIA, SERVE L'AIUTO DELL'UNIONE EUROPEA

Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://www.asca.it/news-LIBIA_MOZIONE_LEGA_SERVE_CONTRIBUTO_UE_DA_100_MLN_PER_IMMIGRATI_(RPT)-1001159-ORA-.html.
Come dice anche questo articolo, la Lega Nord ha fatto una mozione con cui ha proposto delle misure per fronteggiare l'invasione (così, infatti, deve essere chiamata) dalla Libia.
Qui non ci si rende conto, infatti, che questa iniziativa militare intrapresa da una coalizione formata da Francia, Regno Unito, USA ed altri Paesi, tra cui l'Italia avrà la conseguenza di aumentare i flussi di immigrazione dalla Libia e da tutto il Nord Africa a Lampedusa e alla Sicilia.
Ritengo che sia stato un grosso errore non valutare questo aspetto, prima di arrivare alle armi.
Gheddafi è un dittatore pericoloso e, in quanto tale, va fermato ma bisognava essere più attenti nel valutare le conseguenze di un simile attacco militare.
Ora, per la sua posizione geografica, l'Italia è esposta a questa vera e propria invasione.
Rischiamo di essere come l'Impero Romano d'Occidente che nel 406 AD fu invaso da Vandali, Burgundi, Alani e Suebi che attraversarono il Reno gelato.
Su questo punto, Gheddafi aveva ragione.
L'Italia da sola non può reggere questo flusso migratorio. L'Unione Europea non può lasciarci soli. Qui ci sono due gravi il rischi.
Il primo è un impoverimento dell'Italia.
Questi immigrati, infatti, non porteranno ricchezza.
Infatti, mentre noi esportiamo cervelli, con un grave depauperamento culturale, importiamo braccia.
Ora, molti dei nostri imprenditori (e non solo loro) dicono che questi immigrati sono braccia utili per certi lavori che i giovani italiani non vogliono fare. Molti di questi stessi imprenditori dicono che sono gli stessi giovani italiani che vogliono essere tutti dottori ed avvocati e non vogliono fare i netturbini, gli operai delle stalle o gli operai nelle catene di montaggio.
Ora, questa affermazione è in parte vera ed in parte no. Ci sono dei giovani svogliati ma ci sono altre situazioni che sono causate dalla miopia di certi imprenditori e anche delle vecchie classi dirigenti.
Infatti, negli anni passati, molte imprese italiane non puntarono sulla tecnologia che può essere usata anche per migliorare certi lavori e le classi dirigenti non incentivarono ciò, poiché non adottarono i principi di sussidiarietà.
Ora, è logico che il giovane italiano (che è più avvezzo alla tecnologia) possa avere delle difficoltà in questo contesto così arretrato.
Quindi, noi giovani italiani siamo stati messi in concorrenza con gli immigrati, che sono avvantaggiati.
Ora, la situazione che sta venendo fuori rischia di aggravare altre situazioni presenti qui in Italia, come la disoccupazione giovanile.
Penso di parlare con cognizione di causa, visto che sono giovane e in cerca di lavoro e che certe situazioni le ho constatate di persona.
Inoltre, un'immigrazione così massiccia è un costo per le nostre istituzioni perché questi immigrati vengono su delle "carrette del mare" e senza soldi e, spesso, senza documenti.
Inoltre, non sono un fattore di crescita ma di arretratezza. Provate ad immaginare una classe scolastica con tanti immigrati, magari di nazionalità diverse.
Rischia di non avere un apprendimento uniforme e ci saranno sempre degli alunni che rimarranno indietro.
La forza di una catena è rapportato all'anello debole.
Ora, noi rischiamo di essere una "catena con tanti anelli deboli".
Tutto ciò rischia di creare tensioni sociali.
Il secondo pericolo è rappresentato da un maggiore rischio di infiltrazioni di cellule del terrorismo.
Qui nessuno vuole esser xenofobo ma bisogna tenere conto di tutti i rischi.
Quindi, l'Unione Europea non può lasciarci soli.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".