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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 8 marzo 2011

PORTATEMI UN DENARO, PERCHE' LO VEDA...
















































Cari amici ed amiche.


Un popolo ed un Paese hanno dei simboli.
Guardando le monete della ma piccola collezione e leggendo il brano del Vangelo secondo Marco che fa parte del capitolo 12 (versetti-13-17), ho avuto l'idea di fare questo articolo.
In quel brano del Vangelo, i farisei vollero cogliere in fallo Gesù e gl chiesero se fosse giusto o meno pagare i tributi a Cesare. Infatti, la Terra Santa era sotto la dominazione romana.
Lui chiese loro una moneta (da qui deriva il titolo di questo articolo) e domandò loro chi fosse colui che era raffigurato sulla moneta.
Da qui ho avuto l'idea.
Ogni moneta ha i simboli della propria nazione.
Ad esempio, il Rublo russo (che si trova in alto) ha raffigurata un'aquila bicipite, reminscenza del periodo zarista e della memoria di una Mosca legata a Costantinopoli, la "Terza Roma", la Corona danese (che si trova sotto il Rublo) ha tre corone, simbolo della monarchia danese e forse del motto "l'aiuto di Dio, l'amore del popolo, la forza della Danimarca" o il Marco tedesco (per il quale ringrazio i miei parenti che stavano in Germania), con l'aquila che è un simbolo antico, sia delle tribù germaniche, sia della dominazione romana e sia del Sacro Romano Impero.
Prendiamo come esempio anche la moneta da 1/2 dollaro americano che si trova a sinistra, (nella seconda fila da due) e che ha raffigurata l'aquila che con una zampa regge un ramoscello di ulivo e con l'altra le tredici frecce, che simboleggiano rispettivamente la pace e le tredici colonie che si staccarono dal Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda, e la scritta "E pluribus unum", che simboleggia l'unità degli Stati Uniti d'America (pur nella loro complessità), le 50 Lire italiane del 1940, che sulla facciata qui rappresentata ha l'aquila con il "fascio littorio" (simbolo del fascismo) e sull'altra (che non è qui rappresentata) quella di re Vittorio Emanuele III, quasi a simboleggiare la diarchia di quegli anni, il dirham marocchino (che mi fu dato da amici, i cui parenti andarono in Marocco, e che è la quinta, partendo dall'alto) ha raffigurati il pentagono (sigillo di re Salomone) e la data, sia secondo il calendario islamico e sia secondo quello gregoriano, o la moneta israeliana da 10 agorot (la quarta, partendo dall'alto), con la menorah, simbolo della comune appartenenza al popolo di Israele.
Ogni moneta porta su di sé i simboli della storia e della cultura di un Paese.
Quindi su ogni moneta, c'è il simbolo dell'appartenenza culturale del popolo del Paese che l'ha adottata.
Per cultura non si intende solo la lingua ma anche la tradizione storica e la religione.
Quindi, la moneta non ha solo un valore economico ma anche culturale.
Lo stesso discorso valeva anche per le nostra Lira, prima dell'arrivo dell'Euro.
Sicuramente, un discorso analogo lo fanno anche i tedeschi, il cui Marco è stato sostituito dall'Euro, come gli Estoni, i Finlandesi, gli Slovacchi, gli Sloveni, i Francesi, i Lussemburghesi, i Belgi, gli Olandesi, gli Spagnoli, i Portoghesi, i Maltesi, i Ciprioti ed i Greci.
Certo, le monete da 1, 2, 5, 10 e 50 centesimi e da 1 e 2 Euro recano anche simboli nazionali ma non è la stessa cosa.
Oggi che la Lira non c'è più (e che è sostituita dall'Euro), noi italiani dovremo impegnarci di più a mantenere i nostri simboli culturali perché essi rappresentano la nostra identità.
Essere aperti al mondo, non significa dovere abiurare le nostre tradizioni.
Anzi, esse sono un ricchezza. Solo chi mantiene le proprie tradizioni e la propria identità culturale può essere realmente in grado di dialogare con gli altri.
Cordiali saluti.








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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.