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martedì 22 marzo 2011

DESERTO DEL SAHARA, ERA UNA FORESTA...E POTREBBE TORNARE AD ESSERLO!

Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere quanto scritto nel sito http://www.telespazio.com/calendar10/messak_ita.html.
Questo sito parla di una scoperta che può avere dell'incredibile.
Guardando delle immagini satellitari del deserto del Sahara, si è notato che vi sono tracce di fiumi e di antichi corsi d'acqua.
Il sito qui succitato lo spiega bene.
Fino a circa 35.000.000. di anni fa, quell'area, oggi desertica, era coperta da foreste!
Addirittura, nel tardo periodo Ordoviciano (circa 400.000.000 di anni fa), fu coperto anche da ghiacciai.
Questa tesi è testimoniata dal fatto che nel massiccio del Messak (Libia) vi sono delle pitture rupestri risalenti a 10.000 anni fa.
Questo significa che il processo di desertificazione fu lungo e complesso.
Proviamo a capire ciò.
Com'è noto, milioni di anni fa, la Terra non ebbe questo aspetto.
I continenti avevano un'altra conformazione ed il motivo è spiegato nel mio articolo intitolato "La Terra e l'energia nucleare", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/la-terra-e-lenergia-nulceare.html.
La crosta terrestre è divisa in placche che, come delle zattere, galleggiano sul mantello.
Di conseguenza, spostandosi, le placche cambiano le posizioni dei continenti e le loro conformazioni.
Ora, 35.000.000 di anni fa ci fu un grosso cambiamento che modificò la situazione all'altezza del Sahara.
Si formò la Rift Valley, una formazione geologica che parte dalla Siria e finisce in Monzambico e che è ancora in movimento, tant'è che, secondo certi esperti, in futuro potrebbe esserci il distacco del Corno d'Africa.
La nascita di questa formazione geologica determinò la formazione di catene montuose che bloccarono alcuni venti umidi. La foresta divenne una prateria.
Oltre a questo, però, ci fu un cambiamento ancora più forte.
Infatti, ci fu anche una mutazione dell'inclinazione dell'asse terrestre.
Questo determinò l'estinzione del monsone che alimentava i fiumi ed i laghi di quella zona.
Ci furono una nutazione (un'oscillazione dell'asse) ed una precessione, un cambiamento di direzione dell'asse di rotazione.
Cambiando l'inclinazione dell'asse cambiò l'insolazione delle zone della Terra.
Le zone del Sahara furono meno soleggiate. In realtà, è una leggenda metropolitana dire che il deserto sia più soleggiato.
La mutazione dell'inclinazione dell'asse terrestre mutò le fasce climatiche e, di conseguenza, le stagioni ed i venti.
Fu questa mutazione a trasformare la prateria in un deserto.
Il fatto che il Sahara fosse stato diverso è dimostrato dalla presenza di idrocarburi (come petrolio e gas metano) ed acqua proprio sotto quel manto di arida sabbia.
Il petrolio fu scoperto da Ardito Desio (1897-2001) in Libia, tra gli anni '20 e gli anni '40 e si formò grazie ad un particolare processo di trasformazione delle sostanze organiche.
Quanto all'acqua, la presenza di oasi dimostra che vi sono giacimenti di "acqua fossile", la cui captazione veniva fatta con mezzi ingegnosi come i Qanat, una serie di cunicoli verticali collegati ad un tunnel sotterraneo.
Di recente, la Libia ha fatto un acquedotto costituito da una galleria drenante che porta l'acqua a Tripoli.
Certo, quest'opera sta avendo anche dei problemi.
Infatti, l'acqua captata è tanta ed il "cuneo salino", ossia l'acqua di mare che entra sotto la terra, penentra sempre di più.
Ora, però, vi è un progetto che prevede la possibilità di trasformare il deserto del Sahara in una foresta.
Vi invito a leggere l'articolo del "Corriere della sera", seguendo il link http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_settembre_03/sahara_foresta_sole_bbb3bbfc-79b6-11dd-9aa0-00144f02aabc.shtml.
Questo progetto è promosso dall'ingegnere britannico Charlie Paton e prevede un sistema di raffreddamento che sfrutta l'acqua marina ed i pannelli solari.
L'acqua dissalata viene poi convogliata nel deserto che viene riforestato.
Ora, già in Israele vi sono degli interessanti processi di riforestazione di aree desertiche. Mi interesserebbe saperne di più. Se qualcuno ha delle nozioni me le dia pure.
Riforestare il Sahara è tutta un'altra cosa.
Certamente, se progetti simili prendessero piede, si creerebbero anche posti di lavoro (io, che sono un tecnico dell'ambiente e in cerca di lavoro, saluterei la cosa come una benedizione) e penso che anche noi italiani faremmo meglio a seguire tali progetti, anche per poterne fare di simili qui in Italia e risolvere i problemi di zone che, come alcune aree della Sicilia, hanno problemi di approvvigionamento idrico, o per migliorare l'agricoltura qui nel nord dell'Italia, evitando problemi come la subisidenza.
Cordiali saluti.





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