Cari amici ed amiche.
Vi voglio parlare della Sicilia, non parlando di Palermo, di Catania, di Messina o delle altre città importanti ma parlando di un piccolo borgo, Galati Mamertino.
Conosco abbastanza bene questo borgo che si trova in Provincia di Messina, sui Nebrodi.
Infatti, mia madre è originaria di quel paese arroccato su un colle che si trova a 800 sul livello del mare.
In esso, come in tanti altri borghi, vi è la storia della Sicilia, una storia che vide incontrarsi e scontrarsi varie civiltà e dominazioni.
Le sue origini risalgono al periodo arabo. Il nome stesso pare che derivi dall'arabo "qal'at", che significa "la rocca". Il termine "mamertino", pare che, invece, riconduca ai Mamertini, popolo che abitava la Sicilia e che si riteneva discendente del dio Marte.
Effettivamente, a Galati Mamertino ci sono i ruderi di un castello, nella sua parte più alta.
Pare che l'origine di questo castello fosse proprio saracena.
Inoltre, anche la pianta stessa del centro abitato ricorda le città arabe, con le sue case-torri attaccate l'una all'altra viuzze spesso tortuose ed i suoi saliscendi.
Certamente, su Galati Mamertino ebbe l'influenza anche il periodo normanno della Sicilia, periodo che iniziò nel 1061 e finì nel 1194.
Nel 1124, Adelasia d'Aragona fece di Galati Mamertino la sede di un priorato dedicato a Sant'Anna, a cui ella era devota. Di questo priorato resta una testimonianza nel nome dato ad una zona che si trova andando verso il vicino Comune di San Salvatore di Fitalia.
Questa zona si chiama Sant'Anna ed è caratterizzata dalla presenza di una sorgente di acqua potabile.
Dopo il periodo di Federico II di Svevia (1198-1250), durante il regno aragonese (1282-1410), Galati Mamertino ebbe delle vicissitudini.
Nel 1644, durante il periodo della dominazione spagnola in Sicilia, Galati Mamertino passò al Filippo Amato, che ne divenne il signore.
In seguito, ivi si creò un Comune autonomo.
Anche l'architettura, testimonia i vari passaggi storici.
Oltre i ruderi del castello, nella vicina valle del fosso Milè vi sono dei mulini che sono una testimonianza del periodo arabo.
Un esempio è il Palazzo de Spuches, un edificio risalente al XVII secolo, nel periodo spagnolo.
Esso reca una bella loggia che è attribuita al Montorsoli.
Monumento simbolo di Galati Mamertino è la Chiesa Madre, la parrocchiale che si trova in Piazza San Giacomo.
Essa risale al 1575, durante il periodo spagnolo, ed è dedicata Santa Maria Assunta.
Molto belle da vedere, in quella chiesa, sono le statue dell'Addolorata e di San Giacomo Maggiore Apostolo.
Di quest'ultima statua e della leggenda che la riguarda, parlai nell'articolo intitolato "Da Buenos Aires alla Sicilia, l'arte e la devozione", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/da-buenos-aires-alla-sicilialarte-e-la.html.
Pregevoli sono anche le rappresetazioni della Trinità e del Martirio di Sant'Agata, opera di Pietro Novelli.
Da visitare è anche la Chiesa della Madonna del Rosario.
Essa si trova non lontano dalla Via San Martino, la via in cui si trova la casa di mia nonna.
Al suo interno, vi è una bellissima statua marmorea della Madonna della Neve, una statua lignea (presumibilmente fiamminga) di San Sebastiano ed un'altra (molto bella) che riffigura San Rocco.
Alcune statue sono attribuite ad Antonello da Messina.
Molto bella è anche la piccola Chiesa di Santa Caterina.
In essa si trovano la statua del Crocifisso di frà Umile da Petralia e la statua del Bagnasco.
Chiusa al culto, invece, è la Chiesa di San Luca.
Essa si trova nella "Kiazza" e risale ad un periodo compreso tra il XVII ed il XVIII secolo.
A causa di un terremoto, essa fu parzialmente ricostruita nel 1908.
Il paese nasconde altri tesori.
Sotto le vie sono state trovate ossa e tombe antiche.
Galati Mamertino fu anche la città natale di personaggi illustri come l'abate Giovanni Crimi, un patriota, ed i medici Giuseppe Argeri, Raffaele Resta e Luigi Stefanini.
Un altro galatese noto noto è anche il Beato Francesco Zingales, un Minore conventuale che fece dono alla Chiesa Madre della reliquia del legno della Croce.
Noto è anche Ludovico Capritti, comandante militare che cadde eroe nel 1125, durante l'assedio della rocca di Taormina.
Nel XIX e nel XX secolo, Galati Mamertino fu anche terra di emigrazione.
Molti galatesi, infatti, emigrarono negli USA, in Germania, in Francia, in Canada, in Argentina, in Brasile ed in Uruguay.
Se dovesse esserci uno statunitense, un canadese, un argentino o un uruguaiano che per cognome ha "Campisi" o Messina", potrebbe essere imparentato con il sottoscritto.
Tra l'altro, anche la famiglia di mia madre ha una storia.
Mio nonno, che non conobbi (perché morì prima che io nascessi) era un Messina ed era di San Salvatore di Fitalia.
Mia nonna, buonanima, era una Campisi ed era di Galati Mamertino.
Secondo alcuni, pare che i cognomi che rievocano città (come per l'appunto "Messina") siano d'origine ebraica.
In realtà, posso dire che i miei bisnonni erano dei massari, dei contadini che possiedevano terre, parecchi ettari di terra.
Pare però, che ci siano dietro anche titoli nobiliari, che ovviamente dovrebbero essere decaduti.
Galati Mamertino è anche questo.
Vi invito a leggere il libro intitolato "E il palazzo bruciò".
Esso è stato scritto da Nina Giardinieri Emanuele e parla della storia, dei fatti e delle leggende di Galati Mamartino.
E' un bel libro.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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