Cari amici ed amiche.
Io trovo che sia stata una cosa sbagliata la laurea "honoris causa" data dall'Università di Genova allo scrittore Roberto Saviano!
In questi tempi, in cui si deve ristabilire il concetto di meritocrazia, è deleterio dare un titolo ad una persona che (con il dovuto rispetto) non ha frequentato quegli studi per il quale lo stesso dovrebbe essere conseguito.
Anche se questo titolo è un'onorificenza, il principio è sbagliato.
Infatti, si rischia di fare passare l'università per un "diplomificio", un luogo in cui, solo per avere fatto qualcosa degno di nota, si può avere un pezzo di carta chiamato "diploma di laurea", senza avere studiato e faticato sui libri e sulle "sudate carte", usando un'espressione del poeta Giacomo Leopardi .
Io penso che sia arrivata l'ora di smetterla di dare questi titoli a profusione.
Bisogna rispettare quei ragazzi e quelle ragazzi che studiano, si impegnano e che, magari, lavorano, anche per mantenere gli studi, perché le loro famiglie non possono pagare le rette e quant'altro!
Io preferisco quei giovani che si fanno in quattro per avere il "pezzo di carta" che li fa medici, avvocati, ingegneri, professori e quant'altro.
Inoltre, io non condivido quello che ha detto Saviano.
Egli, infatti, ha dedicato la laurea ai Pubblici Ministeri.
A Saviano, vorrei dire che è ora di smetterla con il giustizialismo!
Tutti noi vogliamo più legalità.
La legalità è il concetto più alto e nobile di senso dello Stato e non ha nulla a che fare con il giustizialismo.
Perché ci sia la legalità devono esserci sì il rispetto verso la legge e la sanzione, allorché vi sia un reato, ma deve esserci anche il garantismo, ossia il principio di "presunta innocenza" (fino alla sentenza definitiva) e di rispetto per la persona.
Solo così può esserci la legalità. In caso contrario, ci sarebbe solo il giustizialismo.
Il giustizialismo, infatti, è un concetto becero che porta solo odio tra persone.
Il giustizialismo, ad esempio, è quell'idea che porta a fare i processi mediatici (come quelli di questi giorni) e che è atta a distruggere una persona ancora prima del processo che si deve fare in tribunale.
Per il giustizialismo non esiste il principio di "presunta innocenza" ma quello di "presunta colpevolezza".
Il giustizialismo semina solo odio.
Inoltre, non è giusto fare passare la magistratura per unica parte sana delle nostre Istituzione.
Ci sono tanti magistrati bravi e che hanno senso dello Stato ma ve ne sono tanti altri che non fanno il loro dovere di fare rispettare la legge e che tendono ad influenzare la sfera politica.
E' logico che una cosa simile leda gravemente il principio democratico di separazione dei poteri dello Stato.
Vorrei terminare, ricordando la storia del noto rivoluzionario francese Maximilien de Robespierre (1758-1794).
Quando fece decapitare re Luigi XVI (21 gennaio 1793) e salì al potere instaurò il Terrore, regime di terrorismo di Stato, in cui il giustizialismo la fece da padrone.
Sapete che fine fece?
Quando tutti si stancarono del Terrore, lo stesso Robespierre subì lo stesso trattamento che riservò ai suoi oppositori. Fu ghigliottinato.
Il giustizialismo genera odio e si ritorce anche contro chi lo pratica.
Noi non abbiamo bisogno di "novelli Robespierre".
Cordiali saluti.
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