Cari amici ed amiche.
Innanzitutto, vi auguro un buon 2011.
Voglio rivolgermi, in particolare, ai politici di estrazione cattolica e cristiana di altra confessione.
Lo voglio fare, citando un mio vecchio articolo scritto su "Italia chiama italia", che voi potrete leggere seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/11041/2008-09-27.html.
Questo articolo parla di San Tommaso Moro,un vero esempio di politico cattolico.
Oggi, più che mai, servono dei politici cristiani.
I cristiani devono impegnarsi di più nel mondo politico.
Il mondo in cui oggi viviamo è diviso in due parti.
In una parte (rappresentata dai Paesi in cui vi sono il fondamentalismo islamico, quello indù ed altri regimi dittatoriali) i cristiani vengono perseguitati. Ricordiamoci dei cristiani morti a Capodanno nella città di Alessandria d'Egitto.
Nell'altra, quella in cui viviamo noi (l'Occidente) il Cristianesimo è maggioritario ma, in nome del "politicamente corretto", per "garantire la pace" e per "non offendere chi non è cristiano", si tolgono i simboli cristiani dai luoghi pubblici, non si fanno cantare le canzoni di Natale ai bambini e né si fa fare il presepio nelle scuole.
Questo è un grave danno perché nega le nostre radici culturali legate alle tradizioni giudaico-cristiane.
I politici cristiani (e cattolici) devono essere attivi.
Anzi, devono svegliarsi!
Noi cristiani (uso il "noi" perché anch'io sono cristiano cattolico) non dobbiamo avere paura di dire la nostra per ciò che riguarda certi temi fondamentali come la famiglia, il diritto alla vita, le riforme, il lavoro, la cultura ed il rapporto tra fede e scienza.
Non possiamo lasciare tutto in mano a certe forze politiche laiciste e, magari, anticlericali, se non anticristiane.
Bisogna proporre un concetto di "laicità positiva", ossia il concetto di uno Stato che sia autonomo dalla Chiesa e dalle gerarchie religiose ma che non escluda la religione dalla vita pubblica, che non sia contro di essa e che con essa interloquisca.
Il termine "laicità" deriva da "laos", ossia "popolo".
La religione fa parte della realtà del popolo. Anzi, è una parte importante (per non dire fondamentale) del popolo stesso.
Toglierla o renderla possibile solo nel privato significa mortificare il popolo stesso.
Solo così si può creare uno Stato serio e noi cristiani dobbiamo contribuire a fare ciò.
Se noi taciamo o non ci impegnamo in politica tradiremmo la nostra fede.
Anche la politica (come il lavoro, il volontariato o il sacerdozio) è un servizio verso gli altri.
In fondo essere cristiani, vuole dire anche mettersi al servizio del prossimo ed agire per il bene.
Oggi si sta cercando di togliere la religione dalla vita pubblica.
Per esempio, a me vengono dette frasi come "Voi cattolici avete ucciso tante persone la Santa Inquisizione", "Fatti prete" o quant'altro.
A questi "signori" vorrei ricordare che la religione più perseguitata al mondo è quella cristiana e che ogni errore commesso in passato dalla Chiesa fu pagato, anche a caro prezzo.
Quindi, i "signori laicisti" non diano lezioni di moralità!
Non hanno il titolo per farlo!
Basti ricordarsi di quanto successe nella Francia rivoluzionaria, nei Paesi comunisti o nel Messico di Plutarco Elias Calles, che, addirittura, chiamò i suoi tre figli con i nomi Lenin, Satana e Lucifero.
Quanti uomini innocenti morirono in questi Stati in cui si voleva levare Dio.
La loro unica "colpa" fu quella di credere in questo Dio.
Pensiamo anche alla Germania nazista, in cui morirono preti come il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer o al gesuita padre Giuseppe Girotti oppure i giovani cristiani antinazisti della "Rosa Bianca".
Pensiamo anche alla martire cristiana anglicana del Sudafrica Manche Masemola o a monsignor Luigi Padovese.
Certa gente dovrebbe riflettere, invece di tentare di rinchiudere noi cristiani nelle sagrestie.
A questa gente, vorrei dire di andare, ad esempio, a Butovo, distretto residenziale a sud di Mosca (in Russia) ove Stalin fece uccidere molti cristiani.
Citando San Paolo, noi cristiani dobbiamo "combattere il buon combattimento" impegnandoci anche nella vita politica e portando quei valori che ci furono inculcati.
Non dobbiamo fare politica per "cercare la gloria" ma per contribuire a migliorare la società in cui viviamo.
Del resto, Gesù Cristo stesso ci insegnò questo.
Lui, Dio, si fece umano ed assunse la condizione umana in tutto e per tutto, anche nella debolezza e nella paura. L'unica eccezione fu il peccato.
Infatti, Dio non ha il peccato.
Questo fu un grande servizio per l'umanità.
Se Egli fece un servizio così grande, facendosi piccolo e debole, cosa impedisce a noi di fare il nostro servizio, anche "sporcandosi le mani" nella politica?
Certo, anche noi cattolici (e cristiani in generale) dobbiamo essere d'esempio.
Per esempio, non fanno onore atteggiamenti in cui quando una persona critica un errore palese, questa viene isolata, le si "spara alla schiena" (in senso figurato, ovviamente, e non in quello letterale), la si esclude (o la si cerca di escludere) da tutti gli avvenimenti e, in qualche caso, fa in modo che le venga tolto anche il saluto, quasi come se fosse una "damnatio memoriae".
Nemmeno un bambino si comporterebbe così!
A perderci sono la persona che si comporta così (che si fa solo dei nemici) e la politica stessa.
Questo è un atteggiamento che non nobilita la politica.
Come nella vita normale, anche in politica, i rapporti umani hanno il loro peso.
Una persona che fa politica deve parlare con la gente ed ascoltarne i bisogni così come deve parlare con coloro che sono in "squadra" con ella per operare insieme.
E quando una persona che è in "squadra" con ella fa una critica (perché vede un problema reale) deve essere ascoltata e non isolata!
Come ho già detto, in politica i rapporti umani contano!
Non nobilita la politica nemmeno l'atteggiamento di chi, pur di avere un po' di visibilità, provoca scissioni nel proprio partito e mette in crisi i governi.
Noi cristiani dobbiamo essere d'esempio per creare rapporti umani veri e sinceri in cui anche una critica, purché costruttiva, venga vista come uno stimolo per migliorare.
Del resto, il ognuno è il "compagno ed il fratello con cui Dio opera attraverso Cristo".
Ho sentito questa frase molto bella durante l'omelia della Messa che è stata celebrata oggi alla Casa di Riposo "Antonio Nuvolari" di Roncoferraro, in Provincia di Mantova, liturgia a cui ho presenziato con molto piacere.
Noi cristiani dobbiamo essere il sale della politica.
Termino, esprimendo il mio più sentito cordoglio per Matteo Miotto, il giovane soldato caduto in Afghanistan.
Sono umanamente vicino alla sua famiglia e a tutti i suoi cari.
Cordiali saluti.
Antonio...spero che certi tuoi articoli vengano letti e soprattutto meditati da certi nostri politici ( o meglio politicanti) che dicono di essere cattolici..dimenticando, però' che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare! Certo è che da quando i Valori "Dio, Patria e Famiglia" non fanno più parte del loro dna (ho detto loro perchè pur essendo il peggiore tra i cristiani ancora non ho rimosso i valori su esposti) tutto va a farsi benedire! Ed i risultati sono quelli a cui assistiamo ogni santo giorno.....
RispondiEliminaDi certo, un politico cattolico deve portare avanti determinati valori.
RispondiEliminaAltrimenti, che politico cattolico sarebbe?