Cari amici ed amiche.
Prima di incominciare a parlare dell'argomento, esprimo il mio saluto a Luca Sanna, il nostro soldato morto in Afghanistan. Egli è morto da eroe perché ha lavorato per portare la pace.
Che Dio lo benedica e stia vicino ai suoi cari!
Ora parliamo dell'argomento, la situazione in Nord Africa.
Io credo che quello che successe ai copti d'Egitto (di cui parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/copti-un-patrimonio-da-salvare.html), sommosse che il 14 gennaio portarono alla deposizione del presidente Zine El-Abidine Ben Ali in Tunisia e le tensioni in Algeria debbano fare suonare più di un "campanello d'allarme" all'Occidente e (in particolare) a noi Europei, che siamo vicini.
Di certo, la crisi economica mondiale contribuisce ad aumentare le tensioni.
Però, qui c'è un problema maggiore.
Prendiamo il caso tunisino.
Dal 1987 al 14 gennaio di questo anno, il presidente Ben Ali governava initerrottamente la Tunisia.
Di certo, il suo non era un regime democratico. L'opposizione non poteva esprimersi.
Le dittature non sono mai una bella cosa.
Ora, che il presidente è stato cacciato, serve un processo di democratizzazione.
Purtroppo, qui c'è un'incognita.
Infatti, il regime di Ben Ali era laico e garantiva alle minoranze religiose una certa tolleranza.
In Tunisia, circa il 98% degli abitanti è di religione islamica. Le minoranze sono costituite da ebrei e cristiani, una buona parte dei quali di origini italiane.
Ora, con tutte le dovute e legittime perplessità, Ben Ali era visto da noi occidentali come un argine contro il fondamentalismo islamico.
Ora che egli non c'è più che nel suo Paese ci sono dei problemi e ci sono ancora disordini, il rischio è che ci possano essere delle derive che portino verso il fondamentalismo islamico.
Infatti, quando ci sono dei problemi, chi urla più forte prende il consenso.
Noi Europei lo sappiamo, dopo le tristi esperienze del XX secolo, in cui sorsero movimenti come Comunismo e Nazismo che non fecero bene. Anzi, portarono morte e distruzione.
Spero che non accada la stessa cosa in Tunisia, con i fondamentalisti islamici.
Questo potrebbe diventare un grosso problema.
Infatti, se una una del genere dovesse accadere, quei cristiani e quegli ebrei che si trovano in Tunisia potrebbero avere dei problemi, anche seri.
Inoltre, vista la vicinanza all'Europa e all'Italia, anche noi Europei (ed italiani) potremmo essere in pericolo.
Anche la situazione in Algeria deve essere monitorata.
Oltre alla questione del fondamentalismo islamico, vi potrebbe essere anche il problema dell'immigrazione clandestina.
Quando la politica di un Paese diviene instabile e vi sono una crisi economica ed il rischio di una guerra civile, la gente scappa da quel Paese.
L'Europa è esposta al rischio di una vera e propria invasione.
L'Italia è particolarmente esposta a questo pericolo.
Qui si rischia una "Battaglia di Adrianopoli".
A chi è poco ferrato in storia, faccio un piccolo riassunto della vicenda.
Nel IV secolo AD, l'Impero romano era in declino ed i Barbari premevano ai suoi confini.
Tra il 376 ed il 382, spinta dalla pressione degli Unni, la tribù barbara dei Goti passò il Danunbio, sfondò il confine tra la Dacia (ex provincia romana già sotto il dominio goto che corrisponde all'attuale Romania) e la Moesia e la Tracia (le province dell'Impero romano che, grosso modo, corrispondono alle attuali Bulgaria e parti della Grecia e della Turchia) e arrivò quasi a Costantinopoli. Essi divennero foederati dell'impero. In pratica, i Goti rimpolparono l'esercito romano e vennero usati anche per avere più manodopera. Purtroppo essi si ribellarono e la "Battaglia di Adrianopoli" fu il culmine di tale ribellione.
Essa avvenne nel 378 e si concluse con la vittoria dei Goti e la morte dell'imperatore Valente I.
Questa vicenda segnò l'impero e determinò la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 AD.
Questa deve essere una lezione che noi Europei dobbiamo ricordare.
Quello che sta succedendo in Nord Africa deve farci preoccupare.
Qui si rischia una forte ondata di immigrazione (anche clandestina) verso l'Europa ed il nostro Paese è particolarmente esposto.
Tenendo conto del fatto che la crisi sia presente anche da noi, questo potrebbe creare molti problemi a noi Europei e potrebbero esserci anche delle tensioni sociali.
Inoltre, tornando al discorso del fondamentalismo islamico, ci sono altri aspetti che devono farci preoccupare.
Il primo riguarda gli ebrei ed i cristiani presenti in Nord Africa.
Per quei Paesi, essi sono un fattore di crescita culturale e sociale.
Questo è ammesso e riconosciuto anche dai musulmani moderati.
Pur vivendo in un contesto arabo, gli ebrei ed i cristiani in Nord Africa possono interloquire con l'Occidente e con Israele.
Quindi, sono degli interlocutori tra l'Occidente ed il mondo arabo.
Se in Nord Africa non dovessero esserci più ebrei e cristiani ci sarebbe di vedere un Nord Africa chiuso, arretrato ed incapace di progredire.
Questo inciderebbe anche sul flusso migratorio verso l'Europa, facendolo aumentare, con tutti problemi prima descritti.
In secondo luogo, un risveglio del fondamentalismo islamico in Nord Africa potrebbe avere ripercussioni negative anche sulla situazione del Medio Oriente.
Leggete l'articolo da me scritto su "Italia chiama Italia", seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/123/ARTICLE/21923/2010-06-04.html.
Potrebbe esserci una "reazione a catena".
Non si deve sottovalutare nulla!
Dobbiamo sperare che i tutte le situazioni si evolvano con un "decorso benigno" e che vi siano una democratizazzione dei Paesi dell'Africa mediterranea e la nascita di governi laici che garantiscano tolleranza e libertà di culto alle minoranze religiose ivi presenti.
La democrazia è una marcia in più verso il benessere e, con il benessere, il rischio di una forte ondata migratoria verso l'Europa (con tutti i problemi che potrebbe portare) può essere scongiurato.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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