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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 4 gennaio 2011

ANGLICANORUM COETIBUS? UNA SFIDA!

Cari amici ed amiche.

La recente Costituzione apostolica "Anglicanorum coetibus" deve essere commentata in modo approfondito.
Di certo, questa apertura del Sua Santità, Papa Benedetto XVI, è molto importante sia per il mondo anglicano che per noi cattolici romani.
Essa è la migliore testimonianza dell'inclusività della Chiesa cattolica, una Chiesa che vuole essere "un coro fatto da tante voci diverse che cantano un unico canto".
Vi invito a leggere il link http://www.cantualeantonianum.com/2009/11/la-celebrazione-cattolica-secondo-luso.html.
Questo sito illustra proprio la liturgia della nuova "Chiesa cattolica di rito anglicano".
Ora qui voglio toccare un punto importante.
Com'è noto, la liturgia anglicana si serve del "Book of Common Prayer" , il testo liturgico redatto nel 1549 dall'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (nella foto, 1489-1556).
Ora, va detto che, quando era in vita, Cranmer fu visto come un eretico.
Fu scomunicato da Papa Clemente VII, insieme a re Enrico VIII, e fu quello che diede l'impulso alla Riforma in Inghilterra, sotto re Edoardo VI (1537-1553).
La regina Maria I Tudor (1516-1558) odiava Cranmer, sia per ragioni religiose che personali, visto che fu colui che annullò il matrimonio tra sua madre, la regina Caterina d'Aragona, e suo padre, re Enrico VIII.
La regina lo fece finire al rogo nel 1556.
Ora, con la nuova Costituzione apostolica l'operato di Cranmer viene, di fatto, riabilitato.
Infatti, questi ex-anglicani passati al cattolicesimo possono continuare ad utilizzare il "Book of Common Prayer".
Mi rifiuto di credere che il Santo Padre accetti l'adozione di un libro nella Chiesa, senza averne prima verificato la bontà.
Se il libro scritto da Cranmer può essere usato nell'ambito della Chiesa cattolica, magari con i dovuti accorgimenti, vuole dire che esso è valido.
Di conseguenza, qui vi è una vera e propria riabilitazione di un personaggio che era, ai suoi tempi, visto come un eresiarca.
Questo è un passaggio storico molto importante e mi spiace che sia passato inosservato.
Io penso che, riabiltando l'opera di Cranmer, si aprano nuovi spazi nel dialogo tra noi cattolici e gli anglicani ed il mondo riformato in generale.
Certo, qualche mio correligionario ultratradizionalista potrebbe storcere il naso.
Io, sinceramente, non ho paura degli anglicani che, anzi, possono arricchire la nostra Chiesa. La tradizione anglicana è molto antica. Pensate al rito di Sarum. Io avrei più paura dei catto-comunisti, quei miei correligionari che si sono appiattiti di fronte a certe ideologie politiche che spesso si sono poste in contrasto con i valori cattolici.
Esteriormente, essi sono con Cristo. In cuor loro, invece, sono con Karl Marx, un uomo che si pose contro Dio. Basti pensare alle posizioni dei comunisti, riguardo la famiglia e la vita.
Forse, qualche mio correligionario ultratradizionalista farebbe bene a tenere conto di questo fatto.
Inveire contro chi realmente crede in Dio, nel Crocifisso e nella Trinità (per dirla come la disse San Carlo I Stuart) e vuole vivere con noi da fratello e, magari, stare zitti di fronte a chi esteriormente si dice cattolico e partecipa a tutte le Sante Messe ma poi, di fatto, aderisce ad un pensiero che di cristiano non ha nulla è pura ipocrisia.
Termino, dicendo che questa nuova Costituzione apostolica è un riconoscimento del fatto che, pur essendo una, la Chiesa cattolica vuole tante voci al suo interno.
Del resto, il termine "cattolico" significa universale.
Un esempio di ciò ci fu dato dai Re Magi, che domani festeggeremo con la festa dell'Epifania.
Essi non erano ebrei (forse, erano zoroastriani) e né conoscevano quel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, che, grazie a Cristo, divenne il Dio di tutti.
Eppure, essi ebbero fede, portarono i doni a Gesù e diventarono parte della nostra tradizione cristiana.
Sono venerati come Santi e le loro spoglie si trovano nella cattedrale di Colonia, in Germania.
Se loro oggi fanno parte della nostra tradizione e, quindi, sono parte della Chiesa, a maggiore ragione devono essere riaccolti quegli anglicani che vogliono tornare i piena comunione con Roma.
Essi non sono nostri fratelli in Cristo?
La vera sfida per la Chiesa è quella di dovere fare capire che al suo interno possono coesistere tante voci che, però, pronunciano le stesse parole.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Matteo (Arild Kåre Edvardsen)27 dicembre 2011 alle ore 11:27

    Chiariamo una cosa:il riconoscere dei meriti è una cosa,la riabilitazione è un'altra.

    RispondiElimina
  2. Sono pienamente d'accordo anche su questo punto.

    RispondiElimina

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