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giovedì 13 gennaio 2011

SCIENZA ED ARTE NELL'ANATOMIA DEL RINASCIMENTO

Cari amici ed amiche.

Tocco un tema che è già stato toccato nella puntata del 20 dicembre scorso di "Voyager" , http://www.voyager.rai.it/ , l'ottima trasmissione del professor Roberto Giacobbo.
In questa puntata, ambientata a Firenze e dedicata ai musei, si è parlato anche di anatomia.
E' fuori discussione il fatto che l'uomo fosse sempre stato curioso verso la natura e la scienza.
Oggi, vi voglio parlare proprio degli studi anatomici fatti nel Rinascimento.
Ad interessarsi di anatomia non furono solo uomini strettamente legati alla scienza ma anche figure che si interessavano di arte.
Un esempio?
Un esempio fu Leonardo da Vinci (1452-1519) che di giorno visitava i malati negli ospedali (che nell'epoca non erano i luoghi di cura attuali ma ricoveri per persone malate e poveri) e di notte prendeva i cadaveri e li sezionava per vederne i gli organi ed i particolari anatomici.
Del resto, vi sono le prove che ciò avveniva, Basti leggere il "Codice Atlantico", ove vi sono gli schizzi del genio fiorentino che raffigurano i particolari anatomici del corpo umano,come muscoli, tendini ed ossa.
In base agli studi anatomici, egli fece il suo celebre affresco della "Battaglia di Anghiari" , opera che fu fatta nel "Salone dei Cinquecento" del Palazzo Vecchio di Firenze ma che non è visibile.
Infatti, fu coperto dagli affreschi del Vasari (1511-1574) ma qui c'è un mistero.
In realtà, il pittore aretino potrebbe avere fatto fare un'intercapedine con cui potrebbe avere salvato l'opera di Leonardo, che era contraria ai Medici, la signoria del tempo.
Si sta facendo un'indagine a tale riguardo ed anche il professor Giacobbo (con la sua trasmissione) è partecipe ad essa.
Alla "Battaglia di Anghiari" si isprarono altri pittori come l'olandese Rubens (1577-1640).
Questo fu un grande progresso sia per la scienza che per l'arte.
L'arte, infatti, uscì completamente dallo schema della pittura gotica, che era ancora influenzata dal clichet bizantino ed assunse un maggiore realismo.
Lo stesso si può dire della scultura.
L'arte, quindi, iniziò a basarsi sugli aspetti del corpo reale e sul calcolo.
Questi studi influenzarono anche Michelangelo Buonarroti (1455-1464).
Le sue opere dimostrano ciò. Esempi sono la Cappella sistina (di cui parlai nell'articolo intitolato http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/codice-michelangelo.html) o le sculture della Tomba di Papa Giulio II.
I soggetti mostrano tutta la fisicità, nei minimi particolari.
E' ovvio, però, gli studi anatomici abbiano influenzato anche la scienza.
Grazie ad essa, ad esempio, si capì molto del funzionamento del corpo umano, degli organi e dei tessuti che lo compongono ed anche della causa della morte di una persona.
Un esempio fu Michele Serveto (1511-1553) un medico spagnolo (di origine ebraica ma convertito al cattolicesimo e poi divenuto antitrinitario e per questo motivo fu messo al rogo dai calvinisti in Svizzera) che fu il primo uomo a studiare la circolazione del sangue.
Contemporaneo di Serveto fu Andrea Vesalio (1514-1564). Questo medico fiammingo (il cui nome fu Andreas Van Wesel) fu l'artefice di una grande ricerca sul corpo umano.
Egli smentì Galeno che affermava che i nervi erano cavi al loro interno.
Inoltre, fece una ricerca dettagliata su tutte le parti del corpo umano, smentendo la diceria che diceva che l'uomo avesse una costola in meno della donna, diceria che non è riconosciuta nemmeno dalla Chiesa.
Quindi, gli studi di Vesalio perfezionarono la conoscenza del corpo umano.
Anche nei secoli a venire, si fecero altre ricerche.
Tra il XVIII ed il XIX secolo, ci furono due grandi anatomisti, il napoletano Raimondo di Sangro (1710-1771) ed il veneto Girolamo Segato (1792-1836).
Il primo fece le "macchine anatomiche", di cui parlai nell'articolo intitolato "CAPPELLA DI SAN SEVERO, UN EDIFICIO TRA FEDE E MISTERO", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/cappella-di-san-severo-un-edificio-tra.html.
Il secondo, invece, si interessò di egittologia e mummificazione e fece delle riproduzioni di corpi, tessuti ed organi umani basati su corpi, tessuti ed organi veri, presi da cadaveri.
Anche la mummificazione interessò molto l'uomo e l'esempio fu quello delle mummie di Palermo, di cui parlai nell'articolo intitolato "MUMMIE DI PALERMO, UN PATRIMONIO DI SCIENZA E DI CULTURA", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/mummie-di-palermo-un-patrimonio-di.html. la mummificazione non fu solo una cosa legata all'Antico Egitto.
Nel Medio Evo si parlava di "mummificazione". Una leggenda narra che a Mantova l'ultimo membro della signoria dei Bonacolsi, un tale Rinaldo detto "Passerino", fosse stato fatto mummificare da Luigi Gonzaga, che nel 1321 lo spodestò.
Una strega, infatti, disse al Gonzaga di fare mummificare il corpo del signore spodestato e di tenerlo perché se lo avesse gettato anche la signoria di cui egli sarebbe diventato capostipite sarebbe caduta.
In effetti nel XVIII, pare che l'ultima discendente dei Gonzaga avesse aperto una stanza e che avesse trovato la mummia di Passerino.
Pare che fosse rimasta inorridita dal "macabro cimelio" e che l'avesse fatto gettare nel vicino lago.
Pochi anni dopo, la signoria dei Gonzaga si estinse e Mantova passò al dominio degli Austriaci.
Anche il corpo del Santo Patrono di Mantova, Sant'Anselmo di Lucca, fu mummificato.
Secondo alcuni, pare che ci fosse stata la collaborazione di dotti ebrei.
Infatti, a Mantova c'è un'antichissima comunità ebraica che nei secoli passati fu florida e diede un contributo culturale enorme alla città. Essi avevano conoscenze scientifiche all'avanguardia.
Nel XIX secolo, gli studi sull'anatomia continuarono.
L'interesse fu dovuto anche dal "gusto del macabro", tipico del romanzo gotico.
Un esempio fu il racconto della famosa storia di Frankenstein che fu scritto dalla scrittrice inglese Mary Shelley (1797-1851). Nello stesso periodo Alessandro Volta (1745-1827) operò e creò la pila. Nel 1836 John Frederic Daniell creò la pila (a cui dette il nome) che funzionò con soluzioni di Solfato di zinco (ZnSO4) e Solfato di rame II (CuSO4), barre di zinco e di rame ed un "ponte salino" (costituito da un tubo di vetro pieno di una soliuzione saatura di Nitrato di potassio, KNO3, e tappato da due tappi permeabili all'acqua), per il passaggio di elettroni, e funzionava tramite delle reazioni di ossidoriduzione.
Si incominciò a parlare di elettricità.
Pare che il mostro del racconto fosse il frutto di alcune dimostrazioni scientifiche fatte su cadaveri veri che tramite l'elettricità si contraevano.
Un esperimento simile venne fatto su delle zampe di rana da Luigi Galvani (1737-1798).
Succesivamente, ci furono scienziati che fecero lo stesso sui cadaveri umani.
Quindi, se pur con metodi discutibili, come la dissezione dei cadaveri, ci furono uomini che fecero il progresso scientifico.
Tenendo conto del fatto che non ci fossero stati frigoriferi e che il corpo umani è, per sua natura, pieno di germi (come, ad esempio, l' Escherichia coli, il Proteus vulgaris, la Klebsiella pneumoniae, lo Steptococcus faecium e lo Streptococcus faecalis presenti normalmente nell'intestino umano) esso andava incontro a fenomeni di decomposizione.
Quindi, questi uomini dovettero operare in un contesto difficile.
Questo avvalora le loro ricerche di cui noi dobbiamo fare buon uso.
Ricordiamocelo!
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".