Cari amici ed amiche.
Oggi, nelle nostre chiese, durante le Messe, vengono letti i brani biblici tratti dal libro del profeta Isaia (capitolo 49, versetti 3,5-6), dal Salmo 39 , dalla I Lettera di San Paolo ai Corinzi (capitolo 1, versetti 1-3) e dal Vangelo secondo Giovanni (capitolo 1, versetti 29-34).
Molto interessante è il brano del Libro di Isaia che dice:
"Il Signore mi ha detto: "Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria".
Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e alui riunire Israele-poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza-e ha detto:
"E' troppo poco che tu sia stato mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, poiché porti la mia salvezza fino alle estremità delle terra".
Ovviamente, non si può non parlare del brano del Vangelo che recita così:
"In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto:" Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele".
Giovanni testimoniò dicendo: "Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Sprito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".
Qui c'è un passo avanti rispetto alla Messa di domenica scorsa, di cui ho parlato nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/il-battesimo-di-cristo-un-evento-da.html.
Da questi due brani, dobbiamo trarre delle considerazioni.
La prima è che vi è una continuità tra la tradizione giudaica e quella del Cristianesimo.
Prima che gli Ebrei iniziassero la fuga dall'Egitto con Mosè, mangiarono un pasto frugale a base di agnello ed erbe amare.
Il sangue dell'agnello servì per contrassegnare gli stipiti delle porte.
Davanti alle porte così contrassegnate, l'angelo della Morte si fermava e non uccideva i figli primogeniti, cosa che accadde agli Egizi e al faraone.
Quindi, l'agnello assume un significato simbolico, per la sua innocenza e la sua purezza.
Inoltre, tra gli ebrei vi è una festa chiamata Yom Kippur, ossia "Espiazione".
Anticamente, questa festa, descritta nel Libro del Levitico, era caratterizzata dall'utilizzo di un capro su cui venivano versati tutti i peccati del popolo. Questo becco veniva liberato nel deserto, ove moriva.
Da qui nacque l'espressione italiana "capro espiatorio".
Gesù riassunse in sé sia l'agnello che il capro espiatorio.
Egli, Figlio di Dio, si pose tra gli umili e si fece piccolo, fino a farsi crocifiggere.
Quindi, Gesù assunse in sé l'innocenza dell'agnello e la funzione del capro, prendendosi tutti i peccati del mondoe facendosi crocifiggere per salvarlo.
Quindi, la tradizione giudaica si rinnovò in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che si fece servo tra gli uomini.
Questo è un messaggio che cozza con una certa mentalità dei giorni nostri ma è certemente attuale.
Pensiamo, ad esempio, ai rapporti umani.
E' molto facile dire di essere amici di una persona nei momenti facili ma molto spesso, quando vi sono delle delle difficoltà o quando cade in disgrazia, molti di questi amici lasciano sola la succitata persona.
Anche a Gesù stesso successe questo.
Il popolo, ad esempio, seguiva volentieri Gesù quando faceva il miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci o quando entrò trionfalmente in Gerusalemme ma quando, nei suoi discorsi, egli toccava dei temi "scomodi", ecco che ci fu chi si mise contro di lui!
Inoltre, egli morì sulla croce e molti dei suoi amici lo lasciarono solo.
Quindi, agli occhi del profano, Gesù fallì.
In realtà, fu proprio questo suo "fallimento" che pose le basi della sua vittoria che avvenne con la Resurrezione.
Quindi, il messaggio di Cristo stride molto con la visione attuale, una visione in cui se non si ha una visibilità non si è nessuno, se si fa amicizia con persone sgradite si è malvisti e in cui si cerca sempre di arrivare in alto.
La seconda considerazione riguarda proprio l'essere cristiani nel giorno d'oggi.
Vi posso assicurare che ciò non è facile.
Io sono stato irriso per avere espresso certi concetti.
Ci ho anche rimesso delle amicizie.
Ad esempio, vi racconto quello che accadde sei anni fa, un fatto che avevo già raccontato in altre occasioni, come l'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/bravo-mourinho-sei-un-campione.html.
Sei anni fa, mi recai al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata, in provincia di Teramo.
Da lì inviai delle cartoline a parenti ed amici. Ne inviai una anche ad un mio amico che conoscevo da oltre vent'anni.
Quando tornai a casa, venni a sapere tramite terze persone che egli non gradì e che lui e la sua famiglia risero perché mandai loro il "santino".
Infatti, sulla cartolina c'era raffigurato San Gabriele.
Da lì ad oggi, ho un po' di paura di inviare le cartoline agli amici.
Effettivamente è difficile trasmettere certi valori.
Basti pensare al giocatore italo-uruguaiano del Napoli Edinson Cavani che viene irriso quando parla di Dio nelle sue conferenze o quando mostra le magliette con scritto "I Belong to Jesus".
Lui stesso disse: "Segno perché credo in Dio".
Tra la gente c'è chi definisce queste frasi come espressioni di un fanatico e quant'altro.
Lo stesso succede al suo collega brasiliano Kakà (a cui noi tifosi del Milan dobbiamo molto) di cui parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/la-barca-nella-tempesta.html.
Io penso che il fanatico sia colui che, in nome della propria fede o della propria ideologia, arriva a fare del male al prossimo, come il farsi saltare in aria ed uccidendo gente innocente.
Non risulta che Cavani e Kakà abbiano fatto fatto del male a qualcuno, se non alle difese avversarie, quando fanno gol durante le partite di calcio.
Anzi, io dico che loro danno un messaggio molto bello. Se io avessi davanti delle persone simili stringerei loro la mano e con farei loro i miei complimenti.
Essere cristiani vuole dire anche portare il messaggio cristiano, anche sapendo di trovare dell' ostilità.
Oggi, e questo è un dato statistico, la religione con il maggior numero di martiri è proprio quella cristiana.
Oggi esistono due forme di martirio.
In alcune parti del mondo, infatti, i cristiani sono perseguitati, vengono a loro imposte delle restrizioni e spesso vengono anche uccisi.
Invece, in altre parti del mondo, specie qui in Europa, il pensiero cristiano viene osteggiato con una cultura laicista (che nulla ha che fare con la laicità), viene irriso e spesso visto come un fattore di arretratezza e non di avanzamento culturale.
Si tolgono i crocifissi e si tende a ridurre la dimensione religiosa ad un puro fatto privato.
Anzi, molto spesso si assiste ad un paradosso.
Vi sono ad esempio, esponenti della religione islamica che possono parlare liberamente nel nostro Paese, anche esprimendo di concetti offensivi contro la nostra cultura.
Quando ad esprimere un concetto è il Santo Padre Benedetto XVI, ecco che ci sono i problemi e si incomincia a parlare di "ingerenza del Vaticano" o di "ondata clericale".
Anch'io, spesso e volentieri, sono accusato di essere un clericale.
Sembra quasi che, in nome dell'"integrazione", la cultura maggioritaria debba essere ghettizzata mentre chi è in minoranza ed è venuto dopo di noi possa parlare liberamente, anche contro la nostra cultura.
Questa non è integrazione ma una vera e propria "dittatura della minoranza".
Leggete gli articolo da me scritti su "Italia chiama Italia", seguendo i link http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18565/2009-11-09.html e http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/20147/2010-02-17.html.
Oltre a questo, vi è anche un risveglio dell'antisemitismo. Questo è un quadro non positivo.
Purtroppo, oggi la fede cristiana è bagnata dal sangue innocente, sangue di persone che hanno testimoniato la loro fede anche con la vita.
Pensiamo a monsignor Luigi Padovese, il vescovo italiano che fu ucciso a Iskenderun, in Turchia, il 03 giugno 2010.
Sembra, però, che a qualcuno (qui in Italia come in Europa) non interessi nulla di questo sangue.
Anzi, c'è chi fa le manifestazioni "No Vat" e quant'altro.
Io vorrei ricordare che l'Europa si formò intorno alle cattedrali.
Pensiamo alla storia di Carlo Magno (742-814) che formò il suo impero con logica del Cristianesimo.
Le chiese e le cattedrali furono veri e propri punti di riferimento. Furono luoghi di culto, scuole, ospedali ed anche luoghi in cui discutere.
Oggi, tutto questo non c'è più e ci sono sempre più chiese vuote e, addirittura, sconsacrate.
Mi viene in mente, il paese di Susano, una frazione del Comune di Castel d'Ario, in Provincia di Mantova.
Qui c'è un antico complesso monastico che era diroccato e che poi è stato ristrutturato e trasformato in parte in un ristorante ("Il Conventino", ove si mangia un "Risotto alla Pilota" che è la fine del mondo) ed in parte è stato adibito ad uso culturale, con la chiesa sconsacrata e trasformata in auditorium.
Ora, quando guardo quel complesso monastico (il mio Comune, Roncoferraro, confina con quello di Castel d'Ario) ho una certa tristezza.
Se fossi il proprietario di quel complesso monastico e se fossi ricco, mi terrei il chiostro e gli edifici circostanti, facendo l'uso attuale, ma farei riconsacrare la chiesa, la farei arredare (con altari e statue) a mie spese e la rimetterei a disposizione della comunità di Susano che non ha una parrocchia.
Lo confesso, è uno dei miei sogni, se facessi un "sei" al Superenalotto, potrei farci un pensierino a riguardo.
So che la ristorazione e le attività culturali rendono molto (e quindi mi troverei un lavoro) e se ridessi la chiesa alla comunità di Susano, farei un servizio ad essa.
Le parrocchie ebbero (e tuttora hanno) un ruolo sociale importante.
Termino facendo un'altra considerazione.
La colpa di questa situazione è anche nostra.
Noi cristiani siamo divisi nelle varie confessioni (cattolica, ortodossa, protestante, anglicana, vetero-cattolica e quant'altro).
Come possiamo noi parlare pace e di amore, quando siamo così divisi tra noi?
Ricordo che queste divisioni furono causa di guerre.
Pensiamo, ad esempio, alla "Guerra dei Trent'anni" (1618-1648).
Forse, anche noi faremmo meglio a fare uno sforzo di reciproca comprenione.
Tra l'altro dal 18 al 25 gennaio ci sarà la preghiera per l'unità dei cristiani.
Uno sforzo già lo fece il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, di cui parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/papa-giovanni-paolo-ii-beato.html.
Se lo fece lui, che fu il Papa, perché non dobbiamo farlo noi, che siamo semplici fedeli laici?
Forse, questa può essere la migliore applicazione di quel giuramento che è documentato nelle foto qui sopra, foto che ho avuto da un mio interlocutore di Facebook, che ringrazio.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento