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giovedì 6 gennaio 2011

150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA, VALE LA PENA DI FESTEGGIARE?

Cari amici ed amiche.

Quest'anno, ricorre il 150° anno dell'Unità d'Italia.
Vale la pena festaggiare?
Io vorrei esprimere un'opinione, riguardo tale questione.
L'unificazione del nostro Paese (che avvenne nel 1861) non fu un fatto negativo in sé.
L'Italia divisa in vari Stati era un'Italia debole.
Il problema vero fu il modo in cui l'unificazione d'Italia avvenne.
Questo deve essere l'oggetto della discussione e per avere una discussione seria non si può solo "ascoltare la campana del vincitore" ma anche "quella del vinto".
E' evidente il fatto che il processo di unificazione del nostro Paese fosse stato pieno di lato oscuri e di aspetti controversi.
Infatti, l'unificazione del nostro Paese avvenne coon un processo forzoso in cui uno Stato italiano, il Regno di Sardegna, decise di fare un vero e proprio attacco contro gli altri Stati italiani che vennero così annessi.
Quando Garibaldi sbarcò a Marsala (11 maggio 1860) fece un vero e proprio atto di conquista.
Quindi, il processo di unificazione fu un'annessione da parte del regno piemontese ai danni degli altri Stati italiani.
La dimostrazione fu lampante.
Infatti, la Costituzione adottata dal nuovo Regno d'Italia fu lo Statuto Albertino.
Non ci fu, quindi, una costituzione unica del nuovo Regno d'Italia.
Inoltre, a comandare il nuovo Stato furono per lo più elementi piemontesi.
Anche il fatto che re Vittorio Emanuele II (1820-1878) avesse conservato la denominazione precedente dimostra che l'unificazione fu, di fatto, un'annessione.
Il Sud Italia venne, di fatto, depredato e fu visto come una terra di conquista che non come una parte del nuovo Regno d'Italia.
La dimostrazione, fu il fatto che prima del 1861, nel Regno delle Due Sicilie c'erano cinque tasse.
Dopo l'unificazione, esse divennero 25.
Fu, quindi, un processo innaturale che scontentò molti, specie al Sud, ove ci furono i fenomeni di disobbedienza come il brigantaggio (di origine popolare) e la mafia (di origine aristocratica) .
Inoltre, anche i "plebisciti", con cui veniva sancito l'ingresso di un territorio nel nuovo Regno d'Italia, erano evidentemente "taroccati".
A Venezia vi è un resoconto di tale "plebiscito" che dice che la stragrande maggioranza del popolo fosse stata favorevole all'annessione al Regno d'Italia.
Ora, nessuno può credere che tutti fossero stati male sotto l'Impero Austro-Ungarico, così come nessuno può credere che tutti fossero stati male sotto il Regno delle Due Sicilie, il Granducato di Toscana e quant'altro.
Fu evidente che vi fosse stata una necessità di fare della propaganda.
Un processo naturale di unificazione di uno Stato fu, ad esempio, quello che avvenne in Germania nel 1834, con lo Zollverein, un'unione doganale.
Si iniziò con questa unione doganale, che servì a ridurre la competizione interna tra gli Stati tedeschi, e si arrivò all'unificazione della Germania.
Questo fu un processo naturale di unficazione di un Paese.
Anche qui in Italia ci sarebbe dovuto essere un processo simile.
Con un processo simile, anche se il re fosse stato Vittorio Emanuele II di Savoia (che si sarebbe dovuto chiamare Vittorio Emanuele I, http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/vittorio-emanuele-ii-non-poteva-essere.html) non ci sarebbero stati problemi.
Invece, ci fu questa vera e propria annessione dei vari Stati italiani da parte del Regno di Sardegna, con una guerra non dichiarata, e tutto quello che avvenne dopo fu il figlio di questo "peccato originale".
Inoltre, ci fu anche un'altra questione, quella della Chiesa.
Il processo di unificazione dell'Italia fu il primo ed unico caso di uno Stato che si creò contro la sua Chiesa.
Quando cadde lo Stato Pontificio e Roma diventò capitale del Regno d'Italia, in Piazza Campo dei Fiori venne eretta una statua di Giordano Bruno e ci furono processioni anticristiane in cui inneggiava a Satana!
Ne parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/magna-charta-libertatum-anche-noi.html.
Nella storia, i grandi Stati si formarono intorno alle Chiese.
Pensiamo all'Impero Romano d'Oriente (Impero Bizantino, 395-1453) che fece della Chiesa una colonna portante.
Pensiamo al Sacro Romano Impero di Carlo Magno (742-814) che ebbe nella Chiesa il suo elemento cardine.
Pensiamo al Regno d'Inghilterra che si unificò intorno alla Chiesa sotto re Alfredo il Grande (849-899) e che fece la sua Costituzione, la "Magna Charta Libertaum", senza prescindere dalla Chiesa.
Pensiamo al Regno di Svezia, in cui il re Gustavo Eriksson Vasa (1496-1560) che costruì il suo Stato intorno alla Chiesa luterana.
Il Regno d'Italia si formò contro la Chiesa ed il cittadino italiano era così diviso tra due poteri contrapposti, il re ed il Papa.
Concludo, dicendo che forse più che festeggiare noi dovremmo riflettere.
Come scrisse anche l'amico Antonio Gomes, nel suo libretto "Sentimenti politici di un ragazzo", forse ci sarebbe da fare un esame di coscienza sulle vicende del XIX secolo.
Certamente, certi errori attuali sono figli di quanto accadde in quegli anni.
Oggi, noi abbiamo un sistema che ha danneggiato il Nord e non aiuta il Sud.
Forse, noi dovremmo rivedere il "concetto di unità", magari con il federalismo che fu proposto anche nel XIX secolo da Carlo Cattaneo (1801-1869).
Forse, le vicende non vanno viste ed analizzate solo con "gli occhi dei vincitori" ma anche con "quelli dei vinti".
Il centralismo è, oramai, fallito e credo che ai cittadini servano nuove risposte.
Spero di contribuire a creare una discussione, un brainstorming utile, per creare una coscienza della nostra realtà, una realtà complessa che è frutto anche di errori passati, a cui oggi siamo chiamati a porre rimedio.
Cordiali saluti.











2 commenti:

  1. Impostazione completamente errata. Io partirei dal presupposto che la terra/e italica/he si sono aggregate per una serie di vicissitudini storiche comuni che risale ai romani. Spiegami il perche` l'Italia fu concepita all'interno dei confini attuali e non oltre all'interno della Francia o dell'Austria, slovenia, svizzera dove vi sono alte concentrazioni d'Italiani. Questo federalismo e` sbagliato e serve solo a Bossi per avviare la sua strategia secessionistica. Ritengo che un forte decentramento amministrativo alle amministrazioni locali escludendo sanita` e istruzione, che devono rimanere centralizzati, e` la soluzione 'federalista' ottimale per l'Italia. A cio bisogna ridurre se non abolire il ruolo delle regioni e lasciarle solo come riferimento statitisco e per politiche comunitarie. Il problema dell'Italia e` la Lega Nord e le Regioni.

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  2. Ma di quale secessione stai parlando?
    Qui nessuno vuole fare la secessione.
    Qui si vuole solo creare un sistema nuovo ed il federalismo ne sarà la base.
    Gli Stati ad organizzazione federale COSTANO MENO ai cittadini.
    Inoltre, oggi, ci sono cinque Regioni, quelle a Statuto speciale, che possono tenersi la ricchezza che producono.
    Il Sud non produce ricchezza.
    Quindi, a dovere sorreggere tutto è il Nord.
    E' logico che questo non vada bene.
    Con il federalismo, i ceti politici locali sarebbero più responsabilizzati e si ridurrebbero certe politiche assistenzialiste e l'evasione fiscale, che tanto male stanno facendo al Paese.
    Quindi, ben venga il federalismo che non vuole dire "divisione" ma è un modo diverso di essere uniti.
    Riguardo i confini nazionali, vi furono trattati internazionali di vario tipo.
    Si dovrebbe fare una discussione lunga.
    Cordiali saluti.

    RispondiElimina

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