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sabato 19 novembre 2022

Un PD woke con Elly Schlein?


Riporto questo stralcio dell'articolo di Lorenzo Gioli su "Atlantico Quotidiano" che è intitolato "Dove sta andando il Pd? Con Elly Schlein la svolta woke":"Mancano pochi mesi al prossimo congresso del Pd, in cui gli iscritti — si scrive “iscritti” ma si legge “correnti” — eleggeranno il nuovo segretario.
I probabili candidati

Papabili candidati: (1) Dario Nardella, attuale sindaco di Firenze ed ex uomo di fiducia di Matteo Renzi (“ex” perché non lo ha seguito nell’avventura di Italia Viva che, come spiegheremo in seguito, potrebbe essere la vera sorpresa di questa stagione politica insieme al partito fondato da Carlo Calenda, quantomeno all’interno del centrosinistra).



(2) Matteo Ricci (no, non si tratta del celebre gesuita e cartografo vissuto ai tempi della dinastia Ming, ma del suo omonimo, sindaco di Pesaro); (3) Paola De Micheli, gaffeur di professione (come dimenticare l’imbarazzante alternativa al Ponte sullo Stretto proposta su Twitter dall’allora ministro delle infrastrutture: “Abbiamo istituito una commissione per capire qual è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. Per collegarle su ferro, su strada e con una pista ciclabile”).

(4) Stefano Bonaccini, eletto per due volte governatore dell’Emilia Romagna, al quale i media hanno attribuito un’aurea salvifica, fra l’apollineo e il dionisiaco, solo perché si tratta di una persona normale. Sì, nor-ma-le: un discreto amministratore vicino alla piccola e media impresa, che predilige il linguaggio del volgo agli asterischi di Michela Murgia. Ma che, a confronto di molti suoi compagni di partito, appare effettivamente un novello De Gasperi.
Elly Schlein

(5) E infine eccola lì: Elly Schlein, la candidata più a sinistra di sempre su cui scommettono, pressoché all’unisono, gli apostoli della sconfitta, coloro che più hanno contribuito — vogliamo sperare involontariamente — alla schiacciante vittoria del centrodestra alle ultime elezioni.

Su di lei, Andrea Scanzi ha speso parole ricche di fiducia, una fiducia politicamente letale per chi, ahilui o ahilei, ne rimane investito (Di Maio docet): “Schlein potrebbe attirare l’elettorato di sinistra”. Già immaginiamo l’entusiasmo delle masse popolari…

Pensate, per un momento, all’operaio che, stremato dopo dodici ore di lavoro, torna a casa e accende il televisore. Chi trova in prima serata? Elly Schlein pronta ad impartire lezioni, a lui e agli altri deplorables, ovvero alla gente comune, su come va il mondo: sul riscaldamento climatico, sull’evasione fiscale, sugli immigrati, sui diritti Lgbtq e sul linguaggio “inclusivo”.

Ma davvero pensate che la prima preoccupazione dei ceti meno abbienti, che in questa fase a stento riescono a pagare le bollette, sia la schwa oppure la declinazione al femminile del titolo “presidente del Consiglio dei ministri” (Sì, abbiamo assistito anche a questa polemica, liquidata con grande efficacia da Giorgia Meloni: “Chiamatemi come vi pare, se volete anche Giorgia”)
".

Elly Schlein è la quinta colonna italiana del Democratic Party americano, un partito che oramai è dominato dalle sue frange più estreme, come Alexandria Ocasio Cortez, Bernie Sanders, Sam Brinton ed altri.
Il Democratic Party americano di oggi è lontano dalle posizioni moderate del passato.
Bisessuale dichiarata e sostenitrice delle campagne LGBTQ, Elly Schlein è la candidata più di sinistra del Partito Democratico.
La sua linea è realmente lontana dalle esigenze dei cittadini mentre è tutta proiettata sull'ideologia della cancel culture e della lobby LGBTQ.
Insomma, con Elly Schlein ci sarebbe un Partito Democratico woke. 
Noi avremmo a che fare con un Partito Democratico che sarebbe la quintessenza dell'ideologia woke, l'ideologia del politicamente corretto.
Dunque, alla luce di quello che c'è oggi, un Governo di centrodestra, potremmo trovarci di fronte a fatti simili a quelli accaduti negli USA del 2020, con le manifestazioni dei progressisti che buttavano giù le statue?
Ricordiamo quello che accadde nel 2020, dopo la morte di George Floyd, la quale fu un pretesto per il Democratic Party per aizzare le folle contro l'allora presidente Donald Trump.
I monumenti furono imbrattati e le statue furono buttate giù.
Tutto ciò fu fatto in nome della cancel culture.
Una civiltà si distrugge a cominciare dalla distruzione dei simboli e dallo stravolgimento della lingua.
Elly Schlein rappresenta esattamente questo. 
Del resto, i democratici americani cominciarono a fare chiasso già poco dopo la vittoria di Trump nel 2016.
Questo dimostra la pretestuosità della strumentalizzazione della morte di Floyd per fare chiasso e mettere in crisi l'allora amministrazione democratica e portare avanti la politica della cancel culture. 
Addirittura, nel 2017, i democratici chiesero ai grandi elettori di non ratificare la vittoria del tycoon.
In effetti, noi rischiamo veramente di trovarci in una situazione nella quale avremmo un Partito Democratico che metterebbe al centro le campagne LGBTQ, con tanto di pronomi neutri, le politiche dell'immigrazione senza regole e il politicamente corretto, a scapito di quei temi che interessano ai cittadini.
Temi sentiti dai cittadini sono, per esempio, le bollette, il lavoro e la sovranità alimentare, temi che oggi sono trattati da Fratelli d'Italia e dal premier Giorgia Meloni. 
In questo senso, il Partito Democratico del nostro Paese ed il Democratic Party americano andrebbero di pari passo nel loro riposizionamento a sinistra.
Del resto, in quanto in possesso anche di cittadinanza americana, Elly Schlein sostenne le campagne elettorali di Barack Hussein Obama nel 2008 e nel 2012. 
Dunque, Elly Schlein non potrebbe essere la "longa manus" del Democratic Party americano qui in Italia?
Questa domanda è lecita. 
Quello che accade negli USA ha effetto anche qui da noi. 
Elly Schlein è vista un po' come l'anti-Meloni.
Ella è antitetica al nostro premier sia dal punto di vista politico che da quello personale.
Infatti, Elly Schlein è bisessuale e non ha figli mentre il presidente Meloni è una madre.
Elly Schlein nacque in Svizzera da un politologo ed accademico americano di origini ebraiche e da madre italiana (anch'ella accademica) ed è cittadina italiana, svizzera ed americana.
Il presidente Meloni nacque da un'umile ma dignitosa famiglia a Roma e crebbe nel quartiere popolare della Garbatella.
In termini politici ed ideologici, se Elly Schlein fosse eletta alla leadership del Partito Democratico, lo scontro sarebbe tra una persona che rappresenta il mondo radical-chic, per l'appunto Elly Schlein, ed una che rappresenta il popolo, il presidente Meloni. 
Di conseguenza ci si dovrà chiedere come andrà a finire.
Chi vivrà...vedrà. 

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