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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 28 novembre 2022

I Cinesi si ribellano?


Sul blog di Nicola Porro vi è un articolo molto interessante che è intitolato "Covid, la rivolta premia: il regime cinese inizia a cedere".

Ne riporto questo stralcio: 

"Sta accadendo una nuova Tienanmen 1989 per le strade della Cina? Ancora presto per dirlo, ma le condizioni per lo scoppio di una larga protesta contro il regime di Xi, causa gli estremi lockdown rispondenti alla strategia da Covid-Zero, sembrano proprio riaffiorarsi. L’inizio delle manifestazioni risale a qualche settimane fa, quando l’epicentro divenne la città di Guangzhou, tra i principali territori trainanti l’economia cinese. Gli abitanti, infatti, furono protagonisti di scontri con le forze di polizia ed i vigilanti sanitari, arrivando addirittura ad abbattere le transenne, disposte lungo le strade proprio per impedire la circolazione dei veicoli.


Attualmente, la Cina vola intorno ai 20mila casi di positività al giorno. Numeri assolutamente irrisori, soprattutto se paragonati a quelli americani o dell’Unione Europea, posto il fatto che il Dragone consta di un miliardo e mezzo di cittadini. Eppure, Xi Jinping continua imperterrito nell’applicazione di veri e propri confinamenti, che non sembrano conoscere la parola fine. In queste ultime ore, le manifestazioni si sono estese anche alla capitale Pechino, a Zhengzhou, nella provincia nord-occidentale cinese dello Xinjiang, Urumqi, Nanchino, Qingdao, Shanghai, Chengdu e Wuhan, e molti altri centri minori.

Ma un primo risultato (di cedimento dei vertici di Pechino) sembra essere arrivato proprio nello Xinjiang. La Cina, infatti, ha allentato le restrizioni dopo le manifestazioni, indette a causa dell’incendio di un edificio residenziale a Urumqi, durante il lockdown, e che ha ucciso dieci persone. Una protesta che è andata in scena sventolando al cielo i celeberrimi fogli bianchi, diventati uno dei principali simboli della guerra contro le restrizioni anti-Covid del regime"
.

Convengo con chi ha scritto l'articolo nell'affermare che è presto per parlare di una rivolta dei Cinesi contro il regime comunista.
Infatti, il comunismo cinese è un misto tra marxismo e confucianesimo.
Il confucianesimo permea ogni aspetto della vita dei Cinesi ed insegna ad avere un'obbedienza cieca verso le autorità.
Dunque, questo combo tra marxismo e confucianesimo è stato per lungo tempo il punto di forza del regime comunista di Pechino.
Il Covid ha reso il regime ancora più feroce verso l'opposizione.
In nome della salute ogni libertà è stata messa al bando.
Ora, però, sembra che qualcosa sia cambiato.
Forse, i Cinesi si stanno svegliando dal torpore che di fatto il regime di Xi Jinping ha imposto?
Come si suole dire, una rondine non fa primavera ma certamente ci sono dei segnali interessanti che è bene non sottovalutare.
Anche i comunisti di Pechino lo sanno e pare che stiano allentando le misure restrittive. 
Dunque, qualcosa bolle in pentola?
Per questo motivo è bene tenere monitorata la situazione.
Se il regime comunista di Pechino andasse in crisi potrebbe accadere qualsiasi cosa.
Per questo motivo è bene stare attenti.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.