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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 15 novembre 2022

Il voto per posta è antidemocratico


Riporto questo stralcio di un articolo scritto su "Atlantico Quotidiano" da Luca Bocci:

"Le elezioni più strane degli ultimi 50 anni non finiscono di stupire. Di solito i voti reali forniscono risposte chiare ai dubbi della vigilia. Stavolta, invece, le cose stanno andando in maniera molto diversa. Queste midterm rischiano di moltiplicare i dubbi sulla tenuta del sistema politico americano.
Qualcosa non torna

Lasciando da parte complottisti d’accatto e analisti di parte, qualcosa non torna. Il problema vero è che i numeri a livello nazionale non si sono tradotti in seggi a Washington.

Guardando i dati a livello nazionale, parlare di “vittoria mutilata” per i Repubblicani sembrerebbe assurdo. In un’elezione con un turnout da record, il partito dell’Elefante ha trionfato nel voto popolare, con un distacco di parecchi milioni di voti. Abbiamo visto spostamenti a destra tra le minoranze etniche e in fasce di popolazione da sempre democratiche, come le donne sposate.

Come è possibile, quindi, che il Grand Old Party non sia riuscito a strappare il controllo del Senato e conquistare (forse) una maggioranza risicatissima alla Camera? Se la strategia tafazziana dell’RNC non ha aiutato, a fare la differenza è stato il voto postale di massa, innovazione figlia della pandemia che si sta rivelando un vero e proprio nodo gordiano.
Il voto postale di massa: come funziona

Se il voto postale o per procura sono sempre esistiti, la trasformazione in un fenomeno di massa è figlio della risposta alla pandemia. Fedeli alla regola enunciata dal mefistofelico chief of staff della Casa Bianca di Obama, Rahm Emanuel (“Never let a crisis go to waste”), i Democratici non si sono lasciati scappare l’occasione di sfruttare a proprio vantaggio la crisi.

Visto che le regole elettorali sono responsabilità esclusiva degli Stati, uno dopo l’altro gli Stati governati dai Democratici hanno esteso l’uso di questi strumenti a tutta la popolazione.

In molti casi le schede arrivano a casa di tutti gli elettori registrati, con tanto di busta preaffrancata e procura per consentire ad un’altra persona di presentare il voto. Anche gli Stati che non si sono spinti così lontano, hanno reso molto più semplice ottenere una scheda per votare per posta o consentire ad un familiare o addirittura ad uno sconosciuto di votare per proprio conto.
Il pericolo ballot harvesting

Questo lassismo ha dato origine ad un fenomeno nuovo, il cosiddetto ballot harvesting, letteralmente “raccolta di schede”, che rischia di cambiare il panorama elettorale a stelle e strisce.

Mentre i Repubblicani vanno ancora a bussare alla porta, spiegando le ragioni per votare il proprio candidato, squadre di attivisti Democratici, spesso retribuiti, setacciano le città universitarie per raccogliere i voti di milioni di studenti, fascia di elettori che di solito diserta le urne.

Le regole cambiano da Stato a Stato, tanto che in Texas e Florida questa pratica viene considerata un crimine vero e proprio, ma buona parte del supporto monolitico dei giovani per il partito dell’Asinello è dovuta a pratiche del genere.

Senza di loro, queste midterm sarebbero state il bagno di sangue che tutti si aspettavano. Questo fenomeno avrebbe poi contribuito alla Waterloo dei sondaggisti, che di solito si concentrano sugli elettori “likely”.
Questi ventenni, lontani da casa per la prima volta, con le vecchie regole non avrebbero mai votato – cosa che gli strateghi democratici sanno fin troppo bene. Aggiungi la promessa da mercante di Biden di accollarsi i debiti studenteschi, peraltro già dichiarata incostituzionale, ed il gioco è fatto".

La soluzione a questo problema è una: il voto per posta deve essere abolito.
Un discorso analogo vale anche per i nostri connazionali all'estero.
Il voto estero si fa con il meccanismo del voto per posta.
In pratica, i nostri connazionali residenti fuori dall'Italia e registrati all'AIRE ricevono i kit con tanto di schede sulle quali fare le crocette per i voti. 
Il problema è che questo meccanismo non assicura la piena regolarità del voto.
Bisogna fare sì che i nostri connazionali all'estero possano votare in presenza anche in seggi speciali.
Ora, il voto per posta negli Stati Uniti d'America sta dimostrando i problemi descritti nello stralcio da me riportato. 
I problemi si sono già visti già alle elezioni presidenziali del 2020 ed ora si sta vedendo la stessa cosa.
Infatti, prima dello spoglio dei voti presi per posta, il presidente allora in carica Donald Trump era in vantaggio in Stati chiave come il Michigan ed il Wisconsin, nonostante minoranze, come quella dei latino-americani, oggi votino il Grand Old Party. 
Mi pare inutile girarci intorno: il voto per posta deve essere semplicemente abolito.
Esso è un controsenso per ciò che riguarda il principio della democrazia.
In democrazia il popolo sceglie coloro che debbono governare la realtà in cui vive e la massima espressione della democrazia è il voto.
Ergo, un cittadino deve andare al seggio e mettere la crocetta sul partito che preferisce.
Il voto per posta o per procura non è garanzia di regolarità e dunque mette in discussione la democrazia stessa.
Ora, gli attivisti democratici fanno sistematicamente incetta di voti girando per i vari campus universitari.
I repubblicani, invece, agiscono alla vecchia maniera, andando casa per casa a spiegare i motivi per i quali gli elettori dovrebbero votare il loro partito.
Forse, visto e considerato, anche i repubblicani dovrebbero cominciare a "giocare sporco" come i democratici.
Il rischio è che la più grande democrazia del mondo diventi sempre meno democratica.
Infatti, il voto non è l'unico caposaldo della democrazia.
Un altro caposaldo della democrazia è la contendibilità del potere, la quale garantisce l'alternanza.
Se si continuasse con i meccanismi che ci sono ora, il potere negli USA rischierebbe di diventare non più contendibile.
Al momento nel quale il potere non è più contendibile la democrazia cessa di esistere.
Così, ci sarebbe un solo partito sempre al potere con l'altro destinato a fare da comparsa e a restare lì come pro-forma, per salvare le apparenze. 
A questo punto, il partito di governo potrà smantellare pian piano l'apparato democratico dello Stato.
Se una cosa del genere accadesse negli USA quale sarebbe la differenza tra questi ultimi e la Russia di Putin?
L'unica differenza che ci sarebbe tra i due Paesi sarebbe la forma.
La Russia di Putin resterebbe una realtà esplicitamente dittatoriale ed autocratica e gli USA diventerebbero una dittatura mascherata da democrazia, una "democratura".
I cittadini americani continuerebbero a votare ma il risultato sarebbe scontato.
Qualcosa deve cambiare altrimenti il faro della democrazia potrebbe spegnersi.






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