Su "La Nuova Bussola Quotidiana" vi è un articolo di Ruben Razzante che è intitolato "Dal cilindro del Terzo Polo, spunta la Moratti".
Ne riporto questo stralcio:
La scelta della Moratti è un fatto politico rilevante sul piano nazionale. L’ex sindaco di Milano ha una storia di centrodestra e negli ultimi trent’anni ha ricoperto ruoli rilevanti in quanto espressione della coalizione guidata da Silvio Berlusconi. Ora prova a portare dall’altra parte un po di voti, augurandosi che bastino per farle ricoprire il ruolo attualmente nelle mani del leghista Attilio Fontana. Le riuscirà l’impresa?
Al momento sembrerebbe un tentativo abbastanza disperato e velleitario. Il Terzo Polo è andato benino in Lombardia alle elezioni del 25 settembre, ma si parla sempre di percentuali a una cifra, intorno all’8, quindi poco sopra il risultato che quel tandem Renzi-Calenda ha raccolto su base nazionale. Con quei voti non si va da nessuna parte e si eleggono al massimo un po di consiglieri di minoranza. La Moratti mira a ben altro e non ne fa mistero. Ieri, nell’annuncio della sua candidatura, ha parlato di nuovo progetto civico, di sfida. Intende, cioè, girare i territori e proporre il suo programma. Lei, però, non ha mai fatto più di tanto politica sul territorio. Fu chiamata a ricoprire il ruolo di assessore al welfare in Regione Lombardia dopo che il forzista Giulio Gallera fu costretto alle dimissioni perché gli imputarono alcuni errori nella gestione dell’emergenza Covid. Chiese e ottenne di diventare anche vicepresidente, ma è falso che Berlusconi le avesse promesso la staffetta con Fontana al termine della consiliatura, quindi alle prossime elezioni previste per marzo 2023.
Lei ha forzato la mano nell’ultimo periodo, minacciando di candidarsi per conto suo, ed è stata di parola. Ma rimane pur sempre una donna di centrodestra con poco appeal elettorale (il suo ormai ex schieramento lo scoprì amaramente undici anni fa quando la vide perdere da sindaco uscente contro l’avvocato penalista Giuliano Pisapia, che conquistò Palazzo Marino) e, soprattutto, sempre guardata con sospetto dai politici e gli elettori di sinistra, che ora potrebbero ritrovarsi costretti a votarla".
In verità, ad oggi, il Partito Democratico non sembra volersi alleare con il Terzo Polo.
Certamente, quanto accaduto è stato davvero un brutto spettacolo.
L'ex-sindaco di Milano ed ex-assessore alla Sanità della Regione Lombardia Letizia Moratti si è detta disponibile a correre contro l'attuale presidente Attilio Fontana alle elezioni che ci saranno il prossimo anno.
Per farlo, probabilmente, entrerà nel Terzo Polo, con Azione ed Italia Viva.
Ella potrebbe vincere se si alleasse con il Partito Democratico ed il centrosinistra.
Però, il Partito Democratico non sembra voler fare un'alleanza del genere ma, come si dice spesso, in politica tutto è possibile.
Certamente, Fontana avrebbe ottime possibilità di essere rieletto se Letizia Moratti andasse solo con il Terzo Polo ed il centrosinistra candidasse Carlo Cottarelli.
Lo spettacolo è stato veramente triste perché una cosa del genere è avvenuta solo per un motivo: la poltrona.
Una situazione analoga si è verificata anche in Puglia.
In Puglia, l'assessore alla Salute Pierluigi Lopalco (per un dissapore con il presidente Michele Emiliano) si è dimesso nel febbraio di quest'anno ed è stato rimpiazzato da Rocco Palese.
Rocco Palese fu assessore della giunta di centrodestra del presidente Raffaele Fitto (2000-2005) e fu candidato alle elezioni regionali del 2010, sempre con il centrodestra.
Oggi, egli è assessore alla Salute di una giunta di centrosinistra.
Infatti, Palese lasciò Forza Italia nel 2018 e alle elezioni regionali del 2020 sostenne il presidente uscente Michele Emiliano, contro quel Raffaele Fitto che lo ebbe come assessore nella sua giunta dal 2000 al 2005.
Fitto si ricandidò ma le elezioni portarono alla riconferma di Emiliano, il quale ebbe l'appoggio anche di elementi che erano del centrodestra.
Si può parlare di tanti episodi simili, episodi veramente tristi.
Certamente, simili fatti screditano la politica.
Sia chiaro, non si fa un patto di sangue con un partito ed una persona può cambiare idea ma molto spesso i cambi di casacca sono dovuti non ad una questione ideologica ma alla convenienza personale.
Ciò è brutto da dire ma è veritiero.
Purtroppo, come ho scritto prima, di episodi simili se ne sono visti tanti e se ne stanno vedendo tuttora.
Queste cose avvengono quando si antepongono i tornaconti personali (come le poltrone) al progetto politico fatto per la comunità e alle idee.
Ciò è veramente triste perché alimenta il qualunquismo di chi dice che "destra e sinistra siano eguali".
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